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mercoledì 27 novembre 2024 ore 05:48:38
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 Psicanalisi per Biuso
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ZICHY
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21 Messaggi

Inserito il - 02/04/2004 : 22:48:16  Mostra Profilo Invia a ZICHY un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mi volevo rivolgere al prof. Biuso perche ho visto che quando io parlo di psicoanalisi non mi sembra che questo sia uno dei suoi argomenti preferiti....Io volevo sapere da lei prof. i suoi argomenti(Ovviamente filo-psicologici)riguardo questo quesito:se parliamo di mente perche' ci deve venire "in mente" esclusivamente l'intenzionalita' e la coscienza?Se definiamo la mente come un processo che emerge(mi riferisco a Searle)dalla complessita biologica del nostro cervello perche' dobbiamo definire mente=coscienza e intenzionalità????Da un punto di vista prima ontologico e poi fenomenologico non possiamo assolutamente negare l'esistenza di stati inconsci e dovremmo quindi dire che la mente e' costituita anche,ma non solo, da essi.......................GRAZIE Prof...........Arrivederci..............................HALO!!!!!!!!!!



Modificato da - Biuso il 03/04/2004 08:44:50

Biuso
Amministratore

Città: Catania/Milano


2900 Messaggi

Inserito il - 03/04/2004 : 09:52:13  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Per quanto riguarda le domande più specifiche, condivido sostanzialmente il chiarimento dato da Manzotti a proposito di TMA e inconscio. Aggiungo –ma è tema sul quale torneremo nell’ambito del corso- che secondo me l’inconscio è comprensibile davvero solo nei suoi legami con la memoria corporea, con quelli che Richard Seman ha definito engrammi, le tracce specifiche del cervello, analoghe ma diverse rispetto ai ricordi della mente. Si potrebbe dire che l’engramma è per il cervello ciò che il ricordo è per la mente: engramma e ricordo sono, pertanto, la stessa realtà indagata ed espressa su due diversi livelli. E, come ho accennato a lezione, è solo da qui che si può capire che cosa sia la morte…(ma di ciò un’altra volta!).

Qui preferisco dare una risposta più generale, che spero comunque chiarisca un poco la questione corpo-coscienza-inconscio. Non ho nulla contro la psicoanalisi, anzi. Leggere Freud è sempre un piacere per ciò che si impara e per la limpidezza della sua scrittura. Nei miei libri c’è sempre un riferimento ai suoi testi, in particolare a quelli di meta-psicologia, come Il disagio della civiltà. Ritengo, in generale, che la psicoanalisi rappresenti un contributo importante (e che ha avuto una grande, forse eccessiva, fortuna) alla comprensione antropologica. Semplicemente, non credo che essa funzioni –come pur pretende- in quanto terapia. Proverò a sintetizzare le altre mie riserve:

- La psicoanalisi –in tutte le sue diramazioni- si è sempre presentata come una scienza della psiche . Credo che Popper abbia dimostrato a sufficienza l’inanità di tale pretesa: la ps. non è, di fatto, falsificabile. Essa spiega ogni accadere psichico -e avvenimenti anche contraddittori- con le stesse formule, e quindi è assai più vicina alla metafisica che alla scienza (ricordati che io apprezzo molto la…metafisica ma credo che non si debbano confondere i piani).
- La ps. è una teoria complessa e l’inconscio è solo uno –per quanto decisivo- dei suoi punti di forza. Peccato, però, che tale concetto non sia affatto una scoperta freudiana. Schopenhauer (ma non è l’unico) ne parla con dovizia, tanto che Freud dovette ribadire di continuo di aver letto questo filosofo solo dopo aver elaborato la teoria dell’Es.
- La ps. si è quasi subito trasformata in una chiesa, coi suoi dogmi, le lotte interne, l’ortodossia e l’eresia (Jung, per fare solo un nome) ma le chiese filosofico-scientifiche sono temibili.
- Come sai, attribuisco un’importanza decisiva alla corporeità, sia in generale che per comprendere davvero la mente. La ps., però, dà un peso eccessivo alla dimensione specificatamente genitale del corpo, riducendo la complessità del nostro essere nel mondo a una soltanto delle sue componenti. Basti pensare alla pervasività di temi come l’incesto o la cosiddetta «scena primaria».
- Alcune delle ipotesi (per lui certezze) di Freud su numerosi argomenti (come i due accennati sopra) non sono più plausibili ma se ne continua a parlare come se della psiche (e del corpo!) non sapessimo molto più che mezzo secolo fa.

Detto questo, ribadisco che letture come L’avvenire di un’illusione, Psicopatologia della vita quotidiana, Il disagio della civiltà, Gradiva, Al di là del principio di piacere , costituiscono sempre un arricchimento antropologico, non certo strumenti terapeutici…

agb
La filosofia è la musica più grande. (Platone)
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ZICHY
Nuovo Utente



21 Messaggi

Inserito il - 03/04/2004 : 15:01:55  Mostra Profilo Invia a ZICHY un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Prof. innanzitutto la ringrazio per la risp;mi ha smontato in poche righe la psicoanalisi anche se credo che alcune delle argomentazioni usate da lei per far cio' non mi hanno del tutto convinto.Piuttosto mi viene solo un'ultima curiosità:se lei e' diffidente alla psicoanalisi come terapia, non e'convinto neanche dell'esistenza di alcune malattie mentali(ES:Isteria,Nevrosi,Paranoia,Schizofrenia....?E se crede a queste malattie mentali a chi si rivolgerebbe dato questa sua diffidenza nei confronti della psicoanalisi,quindi degli psichiatri e psicologi??GRAZIE PER L'ATTENZIONE.............................ps:mi scusi se "scoccio" sempre!!!!!!!!!!!!!ARRIVEDERCI

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Biuso
Amministratore

Città: Catania/Milano


2900 Messaggi

Inserito il - 03/04/2004 : 16:54:13  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non preoccupatevi di “scocciare”, sono qui per cercare di rispondere.
Il tema delle malattie mentali è davvero complesso e difficile; bisogna però sintetizzare.

- La malattia mentale è anche ciò che i “sani” dichiarano essere tale (Freud stesso sa che un poco matti lo siamo tutti!)
- “Anche” non significa “solo”, nel senso che credo al fondamento organico di molti disturbi mentali.
- In questo caso, gli psichiatri mi sembrano molto più attrezzati dagli psicologi (mentre la tua domanda li mette sullo stesso piano) perché possono intervenire (quando possono…) sulla base organica.
- Di scuole psicologiche, fra l’altro, ce ne sono molte (anche di impianto fenomenologico come la “Gestalt”). La psicoanalisi è una delle tante e secondo me risulta assai difficile curare le malattie che hai elencato con l’analisi, perché l’emergere del rimosso è importante ma non decisivo.
- Da parte mia, concordo con l’ipotesi (ma anche questo l’ho accennato a lezione…) che il disturbo mentale sia pure una forma più o meno grave di delirio di onnipotenza. Infatti, il principio di realtà (espressione freudiana!) implica che noi ci adattiamo al mondo e non solo tentiamo di adattare il mondo a noi. La malattia si origina quando pretendiamo che i nostri desideri diventino la realtà e non riusciamo più ad accettare le sconfitte, le sofferenze, i limiti e le angosce dell’esistere.
- A chi mi rivolgerei? Come detto, sia a un buon psichiatra che a un consulente filosofico , una nuova figura professionale che può aiutare a capire che cosa succede alle nostre emozioni, sentimenti, desideri, progetti. Uno dei più famosi consulenti filosofici è Lou Marinoff (se ne è parlato sul forum nella sezione Libri), l'autore di Platone è meglio del Prozac , un testo non esente da molti limiti; io preferirei il volume dell’italiano Augusto Cavadi, dal titolo Quando ha problemi chi è sano di mente. Un’introduzione al philosophical counseling (Rubbettino, 2003). Ogni volta che personalmente ho vissuto momenti difficili, i miei medici sono stati Platone, Spinoza, Schopenhauer, Nietzsche…ma capisco che la ricetta non si possa generalizzare!
- Infine, parlare seriamente della malattia mentale implicherebbe affrontarne anche la dimensione politica, a partire dalla gabbia d'acciaio di Weber sino agli studi di Michel Foucault sulla istituzionalizzazione della follia in età moderna. Per dirla con rozzezza, pure il disturbo mentale –o meglio la sua percezione sociale- cambia al variare dei paradigmi culturali e ciò che oggi è follia un tempo poteva chiamarsi divina mania, sciamanesimo, malinconia…ed essere considerato qualcosa di enigmatico e di assai diverso da una malattia.

agb
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utente non registrato
Nuovo Utente



-410 Messaggi

Inserito il - 17/06/2004 : 20:24:42  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di utente non registrato Invia a utente non registrato un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Parlare di psicoanalisi e fare riferimento solo a Freud, come se dopo non ci fosse più niente, a me fa solo ridere. Ristringere un campo tanto vasto in quelle 4 nozioni Freudiane che tutti sanno è ridicolo.

______
konekokoneko@hotmail.com
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