Elgheb
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Regione: Tuvalu
Città: Atollo 52
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Inserito il - 22/06/2004 : 02:54:02
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prima di inoltrarmi nel tema della discussione, prendo spunto x "sponsorizzare" il libro da cui traggo le mie riflessioni (perdonatemi se lo faccio in codesta sezione). il libro ha lo stesso titolo del post. scritto da Diego Marconi, professore di Filosofia del linguaggio a Vercelli e definito dalla prof.ssa Cirrone «una delle menti più valide sulla scena filosofica italiana». casa editrice Laterza. prezzo intero 10 euro! detto questo...cercherò tuttavia di essere breve e arrivo al dunque: ultimo capitolo, pag 124, l'autore parla di ritorno alla natura umana e in meno di 20 pagina tratta un argomento caro a molti: l'antropologia. il Marconi introduce tale argomento parlando della dissoluzione culturale della natura umana. egli, prendendo spunto dal saggio di Michel Foucault, "le parole e le cose" e da una sua celebre frase: «l'uomo è un'invenzione recente». l'uomo in questione è quello oggetto di studio delle scienze umane, nato da poco più di 150 anni. e quindi viene delineata una "doppia identità umana": biologica e culturale. si parla di uomo biologico, che «vive, parla e produce», ma anche di uomo culturale, ovvero di colui che si rappresenta la sua vita, il suo lavoro e il suo linguaggio. Foucault dice: «la produzione di cultura sequestra l'identità dell'uomo, e l'uomo culturale si dissocia dall'uomo biologico.
termino momentaneamente qui il mio intervento, cercando di stuzzicare qualche mente al dibattito sulla disoluzione dell'uomo!
Un mondo tanto semplice da essere compreso dai suoi abitanti, sarebbe troppo semplice per ospitare degli abitanti in grado di capirlo
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