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Biuso
Amministratore

Città: Catania/Milano


2900 Messaggi

Inserito il - 21/11/2004 : 17:27:28  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Faccio una proposta: chi vuole inserisca qui la poesia che in questo momento più ama, perché esprime qualcosa di sé (o per qualunque altra ragione...). Può essere anche un intero canto tratto da qualche poema, una composizione lunga, breve, italiana, in altra lingua antica o moderna, tradotta o no… non importa, purché sia soltanto una.

Naturalmente, comincio io. Si tratta di alcuni versi che da sempre mi risuonano nella mente ma in questo periodo con un’intensità ancor maggiore. Ungaretti li scrisse dopo la morte del figlio ed esprimono in modo struggente e sereno il significato di una perdita ma anche la certezza che le persone che abbiamo amato ci saranno sempre. È il figlio, infatti, che gli parla.

La lirica è la numero 17 di Giorno per giorno, dalla raccolta intitolata «Il dolore»

Fa dolce e forse qui vicino passi
Dicendo: «Questo sole e tanto spazio
Ti calmino. Nel puro vento udire
Puoi il tempo camminare e la mia voce.
Ho in me raccolto a poco a poco e chiuso
Lo slancio muto della tua speranza.
Sono per te l'aurora e intatto giorno»


agb
Sono figlio della Terra e del Cielo stellato
(Lamina orfica di Hipponion)

BeccaBenny
Nuovo Utente


Regione: Italia
Città: Milano


34 Messaggi

Inserito il - 21/11/2004 : 18:17:36  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di BeccaBenny  Invia a BeccaBenny un messaggio AOL  Invia a BeccaBenny un messaggio ICQ  Invia a BeccaBenny un messaggio Yahoo! Invia a BeccaBenny un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Un poesia? Una soltanto? Una una sola?
No, una è troppo poco.
Mi ribello.
Una...? Una è pochissimo! Io ne ho centinaia che sento mie!
No, no... Biuso non può esigere una scelta così dolorosa...!
Non si potrebbe fare... diciamo 5?
Mah, io ne metto due, mal che vada Biuso mi censurerà .

Pedro Salinas - Il modo tuo d'amare

Il modo tuo d'amare
è lasciare che io t'ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole e abbracci
mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze
quella solitudine immensa
d'amarti solo io.

*

I Find No Peace - Sir Thomas Wyatt

I find no peace, and all my war is done.
I fear and hope. I burn and freeze like ice.
I fly above the wind, yet can I not arise;
And nought I have, and all the world I season.
That loseth nor locketh holdeth me in prison
And holdeth me not--yet can I scape no wise--
Nor letteth me live nor die at my device,
And yet of death it giveth me occasion.
Without eyen I see, and without tongue I plain.
I desire to perish, and yet I ask health.
I love another, and thus I hate myself.
I feed me in sorrow and laugh in all my pain;
Likewise displeaseth me both life and death,
And my delight is causer of this strife.

(sarebbe di Petrarca, ma è più bella tradotta in inglese)

"La cultura è complessità"
Prof.ssa Medi Guerrera

"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi."
(Il Gattopardo)

"Ma era tutta la vita ad essere colpevole, non questo o quel singolo fatto"
(Il Gattopardo)
================
[Non ho censurato ma deploro fermamente non tanto le due poesie quanto il fatto che la musica di Petrarca sia volta in altra lingua, in inglese poi ...agb]
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Cateno
2° Livello

Città: Regalbuto


169 Messaggi

Inserito il - 21/11/2004 : 19:39:31  Mostra Profilo Invia a Cateno un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Spesso la poesia che più amo devo crearla da me. Solo così può esprimere qualcosa qualcosa di me. La parola "paesare" è di mia invenzione.

Forse dormi, fuori piove.
Nel grigio-castano paesare
del mio mondo non sei più.
Facevi il bello ed il cattivo tempo.
Non parlerò d’amore più ad alcuna.
Mentre come gli istanti innumerevoli
gocce violente picchiano
le ringhiere sonnolente
in ticchettii quasi che tutto
immenso fosse un orologio,
schiude il prodigio:
la pioggia è il tempo-
rale.
È notte, sei lontana.
Sbircia una stella e mi sussurra
atroce e inestimabile un segreto:
il tempo è in me. Respiro:
io sono temporalità. Ti penso:
senza tempo non esisti, amore. Sapessi
cos’è il tempo, sapessi cosa amore,
l’infinità degli attimi slacciata,
infranta, sola come goccia,
sapessi che l’eterno è il mare-notte
che non ho, fonte e riposo
di pioggia, della mia essenza
temporale,
sapessi dirti addio...
In questo mio paesare in questo
senza te ridotto e provinciale
esserci del mio mondo non sei più.


Un buon aforisma è come l'amore: breve, lascia il segno e quasi sempre è falso.
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ClessidraCapovolta
Nuovo Utente


Regione: Italia
Città: TraIGranelliDiSabbia


5 Messaggi

Inserito il - 25/11/2004 : 21:47:06  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ClessidraCapovolta  Invia a ClessidraCapovolta un messaggio Yahoo! Invia a ClessidraCapovolta un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
VARIAZIONI SU NULLA

Quel nonnulla di sabbia che trascorre
Dalla clessidra muto e va posandosi,
E, fugaci, le impronte sul carnato,
Sul carnato che muore, d'una nube...

Poi mano che rovescia la clessidra,
II ritorno per muoversi, di sabbia,
II farsi argentea tacito di nube
Ai primi brevi lividi dell'alba...

La mano in ombra la clessidra volse,
E, di sabbia, il nonnulla che trascorre
Silente, è unica cosa che ormai s'oda
E, essendo udita, in buio non scompaia.


Ungaretti





Cos'è l'uomo dinanzi al trascorrere [inevitabile] del tempo?



*°*~°~°~*°*
Torna il sole, non il tempo..
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cleope
Nuovo Utente


Regione: Egypt


9 Messaggi

Inserito il - 29/11/2004 : 11:31:55  Mostra Profilo Invia a cleope un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
SENZA FISSA DIMORA

Nome non ha il mio malessere
radicato e fumigante,
la tentazione di non più vivere

e farmi scorrere tra le costole, andante,
la tristezza umana di generazioni,
la dissonanza immota e lacerante

che svane piano nella ruota delle stagioni
e riappare nel baldacchino di sogni infranti
di questo inverno siderale dalle palpitazioni

sempre costanti e lente, mai vibranti,
come il masticare sofferto, lungo ore,
sotto i ponti di vecchi sdentati mendicanti.

Ed è uno squallido surrogato d'amore,
un campo di margherite sfiorito
il mio ebbro fibrillante stanco cuore,

avido come Ulisse di un viaggio infinito,
di una chimera storpia e quëta,
di un desiderio grandioso giammai definito.

Stufa di me stessa? No, ho solo in uggia l'altrui piëta,
e più non sopporto la mia debolezza, né oso,
per viltà, puntare altra illusoria mèta.

Avrei voglia di qualcosa di tangibile, pastoso,
che non somigli solo a cirri stracchi
di un tramonto gialloviola vaporoso,

non più uno strale nero di seppia che macchi
di china diluita, a larghe chiazze,
i viscidi colori di crepuscoli molli come biacchi.


Vorrei paesaggi grandiosi e corse pazze,
nell'aria rada del mattino un'intuizione,
l'ultima goccia di caffè in fondo alle tazze.

Il tuo sorriso, un altro bacio, una Creazione,
giorni affannati e vorticosi o un gran dolore…
chiedo in fondo solamente un'emozione …

---------
E' mia e artisticamente parlando non è certo un granché, però rispecchia bene il mio periodo attuale.


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Biuso
Amministratore

Città: Catania/Milano


2900 Messaggi

Inserito il - 29/11/2004 : 14:53:57  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
quote:

---------
E' mia e artisticamente parlando non è certo un granché, però rispecchia bene il mio periodo attuale.



A me questi versi di Cleope sono piaciuti molto e la ringrazio per averceli regalati. Non solo descrivono un paesaggio interiore complesso ma rivolgono la giusta attenzione all'aspetto formale, alla musica senza la quale non c'è poesia. Notevoli, poi, alcuni neologismi dettati da esigenze ritmiche come "svane" e l'utilizzo di termini rari ma intensi come "biacchi", "baldacchino", "stracchi" e -in generale- un lessico raffinato e vibrante.

agb
Sono figlio della Terra e del Cielo stellato
(Lamina orfica di Hipponion)
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Coniglio Bianco
Nuovo Utente



9 Messaggi

Inserito il - 29/11/2004 : 16:37:27  Mostra Profilo Invia a Coniglio Bianco un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il più bello dei mari


Il più bello dei mari
è quello che non navigammo
Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
(Nazim Hikmet)

Morire dentro.
Crescere dentro.
Come si conciliano queste due cose?
(I.Welsh)
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utente non registrato
Nuovo Utente



-410 Messaggi

Inserito il - 30/11/2004 : 07:56:52  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di utente non registrato Invia a utente non registrato un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Guido Gozzano, Le non godute

Desiderate più delle devote
che lasceremmo già senza rimpianti,
amiche alcune delle nostre amanti,
altre note per nome ed altre ignote
passano, ai nostri giorni, con il viso
seminascosto dal cappello enorme,
svegliando il desiderio che dorme
col baleno degli occhi e del sorriso.

E l'affanno sottile non ci lascia
tregua; ma più si intorbida e si affina
idealmente dentro la guaina
morbida della veste che le fascia...
Desiderate e non godute - ancora
nessuna prova ci deluse - alcune
serbano come una purezza immune
dalla folla che passa e che le sfiora.

Altre, consunte, taciturne, assorte
guardano e non sorridono: ma sembra
che la profferta delle belle membra
renda l'Amore simile alla Morte;
ardenti tutte d'una febbre e cieche
di vanità; biondissime, d'un biondo
oro, le cinge il pettine, secondo
l'antica foggia delle donne greche.

Per altre, il nodo greve dell'oscura
treccia è d'insostenibile tormento;
sembra che il collo, esile troppo, a stento,
sorregga il peso dell'acconciatura;
l'opera dei veleni in altre adempie
un prodigio purpureo: le chiome
splendono di riflessi senza nome
dilatandosi ai lati delle tempie...

Belle promesse inutili d'un bene
lusingatore della nostra brama,
quando una sola donna che non s'ama
c'incatena con tutte le catene;
quando ogni giorno l'anima delusa
sente che sfugge il meglio della vita,
come sfugge la sabbia tra le dita
stretta nel cavo della mano chiusa...

Le incontrammo dovunque: nelle sere
di teatro, alla luce che c'illude;
la bella curva delle spalle ignude
ci avvinse del suo magico potere;
e quando l'ombra si abbatté su loro
addensandosi cupa entro le file
dei palchi, il freddo lampo d'un monile
fu l'indice del duplice tesoro.

E le avemmo compagne, ma per brevi
ore, in vïaggi taciti, in ritorni,
le ritrovammo dopo pochi giorni
nei rifugi dell'Alpi, tra le nevi;
le ritrovammo sulla spiaggia, al mare,
dove la brama ci ferì più acuta:
ah! Per quella signora sconosciuta
ore insonni, nella notte, lungo il mare!...

Chi sono e dove vanno? Dove vanno
le crëature nomadi? Per quanti
anni, nel tempo, furono gli amanti
presi e delusi dall'eterno inganno?
Ah! Noi saremmo lieti d'un destino
impreveduto che ce le ponesse
a fianco, tristi e pellegrine anch'esse
nel nostro malinconico cammino.

Più d'un inganno lasciò largo posto
a più d'una ferita ancora viva...
Taluna - intatta - ci attirò furtiva
seco, ma per un utile nascosto;
altre, già quasi vinte, quasi dome,
nella nostra fiducia troppo inerte,
fantasticate quali prede certe,
furono salve, non sappiamo come...

Ed altre... Ma perché tanti ricordi
salgono dall'inutile passato?
Salgono col profumo del passato
da un cofanetto pieno di ricordi?
Ed ecco i segni, ecco le cose mute,
superstiti d'amori nuovi e vecchi,
lettere stinte, nastri, fiori secchi,
delle godute e delle non godute...

Desideri e stanchezze, indizi certi
d'un avvenire dedito all'ambascia
torbida che si schianta e che ci sfascia
rendendoci più tristi e più deserti...
Eppure, un giorno, questa febbre interna
parve svanire: quando ci si accorse,
tardi, di quella che sarebbe forse
per noi la sola vera amante eterna...

Tanto l'amammo per quel solo istante
ch'ella si volse pallida su noi
nell'offerta di un attimo, ma poi,
sparve, ella pure; sparve come tante
altre donne che passano, col viso
seminascosto dal cappello enorme
inasprendo la brama che non dorme
col baleno degli occhi e del sorriso...

______
wendellbloyd@tiscali.it
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cleope
Nuovo Utente


Regione: Egypt


9 Messaggi

Inserito il - 30/11/2004 : 11:19:19  Mostra Profilo Invia a cleope un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
quote:

quote:

---------
E' mia e artisticamente parlando non è certo un granché, però rispecchia bene il mio periodo attuale.



A me questi versi di Cleope sono piaciuti molto e la ringrazio per averceli regalati. Non solo descrivono un paesaggio interiore complesso ma rivolgono la giusta attenzione all'aspetto formale, alla musica senza la quale non c'è poesia. Notevoli, poi, alcuni neologismi dettati da esigenze ritmiche come "svane" e l'utilizzo di termini rari ma intensi come "biacchi", "baldacchino", "stracchi" e -in generale- un lessico raffinato e vibrante.

agb
Sono figlio della Terra e del Cielo stellato
(Lamina orfica di Hipponion)




Grazie, ma... non è che ha preso un abbaglio?

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alice
1° Livello


Regione: Lithuania
Città: Vilnius


51 Messaggi

Inserito il - 30/11/2004 : 19:52:01  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di alice Invia a alice un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Muore il ragazzo un poco

Muore il ragazzo un poco
Ogni giorno per giuco.
Per giuco morde invano
Il cavo della mano.
Trascorre le vacanze ebbro
tra i maceri cespi di papaveri
Steso sul letto per noia
E diletto a guardare le travi.
Ma lo stornano ombre
Solitarie nel cielo della stanza,
Labili ombre passeggere
Sul soffitto. E' l' ariete
Che batte ostinato le corna
A capofitto nella quiete.

Questa poesia di Sinisgalli mi ricorda tutta la mia infanzia, e forse anche il mio presente.

ps concordo circa il giudizio sui versi di cleope, riescono a toccare in profondità.

L' essenza della Bruttura si trova nella faccia della gente.
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sara
Nuovo Utente



31 Messaggi

Inserito il - 05/12/2004 : 15:36:34  Mostra Profilo Invia a sara un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E LASCIATEMI DIVERTIRE
(canzonetta)

A. PALAZZESCHI, 1910

Tri tri tri,
fru fru fru,
ihu ihu ihu,
uhi uhi uhi!

Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente!
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.

Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!

Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
Licenze, licenze,
licenze poetiche!
Sono la mia passione.

Farafarafarafa,
tarataratarata,
paraparaparapa,
laralaralarala!

Sapete cosa sono?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la spazzatura
delle altre poesie

Bubububu,
fufufufu.
Friu!
Friu!

Ma se d'un qualunque nesso
son prive,
perché le scrive
quel fesso?

bilobilobilobilobilo
blum!
Filofilofilofilofilo
flum!
Bilolù. Filolù.
U.

Non è vero che non voglion dire,
voglion dire qualcosa.
Voglion dire...
come quando uno
si mette a cantare
senza saper le parole.
Una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.

Aaaaa!
Eeeee!
Iiiii!
Ooooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!

Ma giovanotto,
ditemi un poco una cosa,
non è la vostra una posa,
di voler con così poco
tenere alimentato
un sì gran foco?

Huisc...Huiusc...
Sciu sciu sciu,
koku koku koku.

Ma come si deve fare a capire?
Avete delle belle pretese,
sembra ormai che scriviate in giapponese.

Abì, alì, alarì.
Riririri!
Ri.

Lasciate pure che si sbizzarrisca,
anzi è bene che non la finisca.
Il divertimento gli costerà caro,
gli daranno del somaro.

Labala
falala
falala
eppoi lala.
Lalala lalala.

Certo è un azzardo un po' forte,
scrivere delle cose così,
che ci son professori oggidì
a tutte le porte.

Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!

Infine io ho pienamente ragione,
i tempi sono molto cambiati,
gli uomini non domandano
più nulla dai poeti:
e lasciatemi divertire!

Io posto questa,immagino "per divertirmi".


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sostiene
Nuovo Utente



5 Messaggi

Inserito il - 05/12/2004 : 22:53:39  Mostra Profilo Invia a sostiene un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
M'inchino a Palazzeschi...

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giofilo
2° Livello



Regione: Jamaica
Città: Catania


176 Messaggi

Inserito il - 06/12/2004 : 22:33:11  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di giofilo Invia a giofilo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Poesia facile

Pace non cerco, guerra non sopporto
Tranquillo e solo vo pel mondo in sogno
Pieno di canti soffocati. Agogno
La nebbia ed il silenzio in un gran porto.

In un gran porto pien di vele lievi
Pronte a salpar per l'orizzonte azzurro
Dolci ondulando, mentre che il sussurro
Del vento passa con accordi brevi.

E quegli accordi il vento se li porta
Lontani sopra il mare sconosciuto.
Sogno. La vita è triste ed io son solo.

O quando o quando in un mattino ardente
L'anima mia si sveglierà nel sole
Nel sole eterno, libera e fremente.

[Dino Campana - Canti orfici]



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Cateno
2° Livello

Città: Regalbuto


169 Messaggi

Inserito il - 07/12/2004 : 11:52:06  Mostra Profilo Invia a Cateno un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Bene, me la concedete un’altra? Dai, concedetemela! Anche perché la prima era solo lo sfogo di uno studentello innamorato, mentre questa è del grande P.P.P. E’ nel lampante e rivelatore romanzo (o parabola, come suggerisce l’autore) “Teorema”.


I primi che si amano
sono i poeti e i pittori della generazione precedente,
o dell’inizio del secolo; prendono
nel nostro animo il posto dei padri, restando,
però, giovani, come nelle loro fotografie ingiallite.
Poeti e pittori per cui l’essere borghesi non era vergogna...
figli in vigogna e feltri...
o povere cravatte che sapevano di ribellione e di madre.
Poeti e pittori che sarebbero divenuti famosi
verso la metà del secolo,
con qualche amico sconosciuto di grande valore,
ma, forse per paura, disadatto alla poesia,
(poeta vero morto fuori gli anni).
Selciati di Vienna o Viareggio! Lungofiumi
di Firenze o Parigi!
Fatti risuonare con quei piedi di figli
calzati di grosse scarpe.
La ventata della disubbidienza sa di ciclamino
sulle città ai piedi dei poeti giovani!
I poeti giovani che chiacchierano
dopo una vile bevuta di birra,
da borghesi, indipendenti,
– locomotive abbandonate ma ardenti
costrette per qualche tempo su tronchi ciechi,
a godersi la mancanza di fretta della gioventù:
certi di poter cambiare il marcio mondo
con quattro appassionate parole e un passo da rivoltosi.
Le madri come madri di uccelli
nelle piccole case borghesi
intrecciano il gelsomino dell’aria
col significato della luce privata di una famiglia,
e del suo posto in una nazione piena di feste.
Le notti, così, risuonano solo dei passi dei ragazzi.
La malinconia ha infinite tane
infinite come le stelle,
a Milano o in un’altra città,
da cui far alitare la sua aria di stufa accesa.
I marciapiedi scorrono lungo case del settecento,
scrostate case con sacrosanti destini
(strade di paese divenuto città industriale),
con un lontano odore romantico di stalle gelate.
E’ così che i poeti ragazzi fanno esperienza del vivere.
E hanno da dirsi quello che si dicono gli altri,
i ragazzi-non poeti (signori anche loro della vita
e dell’innocenza)
con madri che cantano
alle finestrelle dei cortili interni
(pozzi puzzolenti alle stelle non viste).
Dove si sono persi quei passi!
Non basta una severa paginetta di memorie,
no, non basta – forse il solo poeta non poeta,
o pittore non pittore,
morto prima o dopo una guerra, in qualche
città dei trasferimenti leggendari,
si tiene in sé quelle notti, con verità.
Ah, quei passi – dei figli
delle famiglie migliori della città (quelle
che seguono il destino della nazione
come un’orda di animali segue l’odore
– aloe, cannella, barbabietola, ciclamino –
nella sua migrazione) quei passi di poeti
con gli amici pittori, che battono i selciati,
parlando, parlando...
Ma se questo è lo schema, altra è la verità.
Riproduci, figlio, quei figli.
Abbi pure la nostalgia di loro quando hai sedici anni.
Ma comincia subito a sapere
che nessuno ha fatto rivoluzioni prima di te;
che i poeti e i pittori vecchi o morti,
malgrado l’aria eroica di cui tu li aureoli,
ti sono inutili, non t’insegnano nulla.
Godi delle tue prime ingenue e testarde esperienze,
timido dinamitardo, padrone delle notti libere,
ma ricorda che tu sei qui solo per essere odiato,
per rovesciare e uccidere.


Un buon aforisma è come l'amore: breve, lascia il segno e quasi sempre è falso.
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utente non registrato
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Inserito il - 07/12/2004 : 12:02:37  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di utente non registrato Invia a utente non registrato un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Caio Valerio Catullo,Carme V.

VITA e AMORE a noi 2 LESBIA

Vita e Amore a noi due Lesbia
e ogni acida censura dei vecchi
come un soldo bucato gettiamo via.
Il sole che muore rinascerà
ma questa luce nostra fuggitiva
una volta abbattuta,dormiremo
una totale notte senza fine.
Dammi baci cento baci mille baci
e ancora baci cento baci e mille baci.
Le miriadi dei nostri baci
tante saranno che dovremo poi
per non cadere nelle malie
di un invidioso che sappia troppo,
perderne il conto scordare tutto.



Semplice,elegante...è un INNO alla Vita, all'Amore, alla Gioventù!Mi è capitata da poco di riascoltarla,e me ne sono ancora una volta innamorata.


"I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno[...]
è la loro ombra soltanto che trema nella notte"
J.Prevert

______
madkorry@hotmail.com
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-410 Messaggi

Inserito il - 07/12/2004 : 18:43:09  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di utente non registrato Invia a utente non registrato un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Avete mai letto il volume di poesie "La carne e l'anima" della Dott.ssa Maria Geraci?

______
claudiamercia@tiscali.it
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