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sabato 23 novembre 2024 ore 01:00:11
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 I giorni dell'abbandono
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digiu
1° Livello



97 Messaggi

Inserito il - 29/09/2005 : 12:14:36  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di digiu  Invia a digiu un messaggio Yahoo! Invia a digiu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
I GIORNI DELL'ABBANDONO, di Roberto Faenza

Torino dei giorni nostri. Mario sposato ad Olga e padre di due figli, improvvisamente dopo anni di matrimonio decide di prendersi una pausa abbandonando il focolare domestico.
La pausa si chiama Carla e ha vent'anni, ma questo è un dettaglio che Mario ha omesso alla moglie.
Olga, scrittrice che ha rinunciato alla carriera per seguire il marito tra le nebbie del Settentrione, sprofonda così in una crisi senza misura che passa dalla sottostima di sé alla depressione, dalla violenza fino all'orlo dell'abulia congiunta all'incapacità di riscattarsi per mezzo del lavoro, dell'educazione dei figli oppure con altri uomini.
Come per tutti i calvari sentimentali, sarà il tempo a pronunciare il verdetto definitivo.

Tratto dall'omonimo romanzo di Elena Ferrante, il film scava nel dolore dell'amore non ricambiato, dell'eterna difficoltà della convivenza e della separazione.
Tuttavia nonostante l'ottima prova degli interpreti lo sviluppo della trama resta intrappolato nei cliché di casa nostra, dando luogo al classico polpettone mucciniano (stile L'ultimo bacio), soprattutto per quanto concerne la seconda parte (quella della ricostruzione).
Le musiche pressoché assenti sono di Goran Bregovich (coprotagonista maschile del film) e il pezzo clou che si ode giusto allo scorrere dei titoli di coda si deve alla voce di Carmen Consoli (altro rimando al bacio di Muccino :-P).

Fischiatissimo al concorso della recente Mostra, a Faenza si può soltanto dire: Provaci ancora Bobby...


digiu.

Biuso
Amministratore

Città: Catania/Milano


2900 Messaggi

Inserito il - 27/07/2006 : 14:33:18  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L'ho visto ieri all'Argentina e condivido quanto scritto da digiu.
Il film regge (nel senso che è decente) per due terzi. Dal momento in cui Olga entra in una grave depressione, con lei si deprime pure il film, che diventa un coacervo di simboli, visioni, gesti, eventi del tutto sconclusionati e gratuiti.

Ottima solo l’interpretazione di Margherita Buy –davvero compenetrata nel ruolo-, per il resto l’ennesimo film utile solo a documentare l’incapacità dei “giovani registi italiani”.

agb
«Poiché non tutti quelli che muoiono nascono anche»
(Nietzsche)
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hooverine
1° Livello


Regione: Italia


83 Messaggi

Inserito il - 07/08/2006 : 10:39:34  Mostra Profilo Invia a hooverine un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!

ci sono diverse gradazioni di bruttezza. questo film le abbraccia tutte.
brava solo margherita buy. tutti gli altri davvero pessimi. fotografia inutile. sceneggiatura imbarazzante. colonna sonora esilissima. bah. puah.

ài èm an àrtist! ài nìd mài intellèctual fridom!
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