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Inserito il - 25/06/2005 : 15:27:52
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L’ultimo canto di Saffo era rimasto per secoli su un rotolo di papiro a coprire la fasciatura di una mummia egizia. Poi, per qualche decennio nell’archivio dell’Università di Colonia. Adesso è tornato alla luce, pubblicato dal supplemento letterario del “Times”. I dodici versi sono stati tradotti, integrati e commentati da Martin West, ricercatore dell’All Souls College di Oxford. Basta con le notizie. Godetevi questo poemetto. “Ella” riempie il cuore con le sue parole antiche…echi lontani e non tutti perduti…brividi…
[Voi per] i profumati e fioriti doni delle soavi Muse [siete sollecite] o fanciulle, [e la] chiara lira melodiosa [ma il mio un tempo tenero] corpo ora è vecchio [si è arrestato] i miei capelli si son mutati [in bianchi] laddove erano scuri. Il mio cuore è cresciuto pesante, le mie ginocchia non mi sostengono loro che una volta erano agili per la danza come quelle dei cerbiatti. Questa condizione io spesso lamento, ma che fare? Per un essere umano non c’è modo di non invecchiare. Una volta Titone, racconta la leggenda, di Aurora armata di rosa follemente innamorato sfuggì alla fine del mondo bello e giovane allora tuttavia nel tempo dell’età grigia fu preso, lui sposo di una moglie immortale.
Che ne dite? È vero! Gli antichi Greci hanno detto tutto. A noi non resta nient’altro che ritornare e ritornare…
(la notizia l'ho appresa da "la Repubblica" di oggi, sabato 25 giugno 2005)
______ noumeno@hotmail.it
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