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Pirru
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Inserito il - 29/01/2005 : 12:10:40
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36, Quai des orfèvres
di O. Marchal, con D. Auteuil e G. Depardieu
Pellicola francese - ancora una voltà sinonimo di qualità - a cavallo tra noir, thriller e poliziesco, dal sapore acidulo e un po' retrò, grondante di tematiche su cui riflettere o di cui prendere atto. 36, Quai des orfèvres (sede della polizia giudiziaria di Parigi) non è solo una storia tenuta insieme da mille intrecci; sono tre mondi vicini, contigui, simili, che vivono 7 anni della loro vita ballando il valzer tra tre carrozze diverse dello stesso treno. Daniel Auteil (Leò Vrinks) è il fermo capo della Squadra Anticrimine, ma non solo quello: è un uomo indissolubilmente legato alla salute della propria famiglia; è un poliziotto che preferisce essere fraterno con i suoi colleghi di lavoro, piuttosto che intestardirsi in una rivalità a breve distanza con Gerard Depardieu (Denis), Squadra Investigativa. Denis Klein è l'uomo che intaccherà e farà saltare, ad una ad una, tutte le intoccabili ricchezze che Leò custodisce saldamente; il suo arrivismo univoco, la sua precaria condizione familiare, l'angoscioso rifugiarsi nell'alcol dentro poco ortodossi club notturni colorano saggiamente di noir le note di azione poliziesca, accorte, minuziose, di una precisione quasi militare. Finché tempo, fatti, pistole e determinazione non porranno fine a questo Gran ballo - così, ad un gran ballo, si conclude appunto il film - dei volti nascosti da un'uniforme.
VOTO: 8
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Quando la parola si farà corpo e il corpo aprirà la bocca e pronuncerà la parola che l'ha creato, abbraccerò questo corpo e lo adagerò al mio fianco.
(David Grossman - Che tu sia per me il coltello)
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Biuso
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Inserito il - 17/02/2005 : 14:05:06
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Auteil e Depardieu –poliziotti prima amici e poi separati da una donna e dalla carriera- sono entrambi alla caccia di una banda di rapinatori e di assassini. In palio c’è il posto a direttore generale della Polizia giudiziaria. Tra informatori troppo furbi, clan interni, coperture politiche, giudici fanatici (il più carogna si chiama Rousseau…), bassifondi che più infimi non si può, si dispiega un noir intenso, raffinato, disperato.
È una storia vera di corruzione e di ferocia accaduta nel 1985 nel mondo della malavita e della polizia parigina. Raccontata e recitata, però, al modo di una tragedia shakespeariana, dove a contare sono soprattutto i fantasmi interiori, i ricordi ossessivi, i tradimenti e gli amori, la lotta di tutti contro tutti alla ricerca del potere e della felicità. Un po’ come nel Macbeth… E le streghe arriveranno in moto e vestite di nero, a conclusione di una trama scandita come un pendolo.
agb Sono figlio della Terra e del Cielo stellato (Lamina orfica di Hipponion)
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