...::: IL REZZONICO-CYBERSOFIA :::...

...::: IL REZZONICO-CYBERSOFIA :::...
[ Home | Registrati | Discussioni Attive | Discussioni Recenti | Segnalibro | Msg privati | Sondaggi Attivi | Utenti | Download | Cerca | FAQ ]
Nome Utente:
Password:
Salva Password
Password Dimenticata?

sabato 23 novembre 2024 ore 00:29:33
 Tutti i Forum
 Cybersofia
 Cinema
 Fahrenheit 9/11
 Nuova Discussione  Rispondi
 Versione Stampabile Bookmark this Topic Aggiungi Segnalibro
I seguenti utenti stanno leggendo questo Forum Qui c'è:
Pagina Precedente
Autore Discussione Precedente Discussione Discussione Successiva
Pagina: di 2

utente non registrato
Nuovo Utente



-410 Messaggi

Inserito il - 13/09/2004 : 23:40:00  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di utente non registrato Invia a utente non registrato un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mi inserisco nella discussione, sollecitata - insieme ad altri - da Alberto Biuso, con il quale condivido altre esperienze di mailing list. Vengo da due giornate intense, cinematograficamente parlando: ieri sera Terminal, stasera Fahrhenait 9/11.
Confronto interessante. Rossana Rossanda, intervistata ieri da Repubblica, diceva che il primo, con tutti i suoi limiti, le è piaciuto di più del secondo, che - come dice qualcuno di voi - non le ha detto nulla di nuovo.
Io non credo che i due film siano confontabili. Il primo mi è sembrato una specie di Forrest Gump post 11 settembre, del secondo ho l'opinione - filmica e anche politica, livelli che, mi permetto di sostenere, difficilmente sono separabili, ma poso qui questo sassolino, più che lanciarlo - che vado ad esporre.
Sapevamo, è vero. Ma la scelta documentaristica che concentra nello spazio del film tutto quello che Moore poteva concentrare allora - ci fa "sapere" di nuovo. E', questa, credo, la funzione dell'arte: dirci quello che, in qualche modo, già sappiamo. La scelta documentaristica, dicevo, perfettamente funzionale alle intenzioni. Personalmente sono stata sconvolta dall'inizio del film: il modo in cui Bush è stato eletto. Anche questo sapevo, ma solo stasera - per mia insipienza, sicuramente - l'ho ricollegato a tutto quello che è accaduto dopo. Merito del montaggio? O della capacità/intenzione, dell'autore di trasformare in un discorso logico, conseguenziale, mettendo ordine, il bombardamento quotidiano di notizie, che si accavallano, a volte elidendosi l'una con l'altra, o che ci ingolfano la coscienza e ce la immobilizzano. E ritorno sul confronto tra i due film. Il primo ha fatto in modo che la storia si sovrapponesse allo sfondo e lascia l'impressione che potesse essere ambientato in qualsiasi altro contesto in cui l'ottusità della burocrazia si contrappone all'uomo ed ai suoi sentimenti, il secondo è coerente e limpido, rispetto allo scopo. Attenzione, non perchè ritengo che sia il discorso diretto - documentarisitico - la forma più vera di arte che voglia parlarci partendo dalla realtà, ma perchè, e mi ripeto, c'è coicncidenza tra il linguaggio filmico e il compito che il regista si è assegnato. Che, di questi tempi, non è poco. Visto che - per fare anche io qualche citazione, se pure incompleta, perchè non ricordo chi lo diceva - la prima vittima della guerra è la verità.
Ho visto il film con mia figlia. Che appartiene alla generazione dei trentenni, che è stata definita: generazione invisibile. Quella che, visto che qui di cinema si parla, dovrebbe corrispondere ai protagonisti de L'ultimo bacio. Dico dovrebbe perchè lei, per fortuna non è così. E' venuta via sconvolta, dal film. Poi, ragionando, si poneva il problema se "fosse tutto vero". Da buona madre ex sessantottina, le ho ricordato come io, più giovane di lei, avessi creduto al libro "La strage di stato", pubblicato pochi mesi dopo le bombe di piazza Fontana. E non avevo sbagliato.
Sto chiacchierando troppo. Vi lascio con un piccolo regalo, sperando che funzioni (ma può essere comunque copiato ed incollato)
http://www.nytimes.com/packages/html/national/20040909_THOUSAND_GRAPHIC/index_PICTURES.html

Mi sono registrata, districandomi con l'inglese, sul sito del New York Times, per guardare questa pagina.

Sono un'insegnante e giovedì rivedrò i miei alunni di quinto. Leggerò loro delle pagine da Osim Oz "Contro il fanatismo": quelle che ci ricordano di come sia importante essere capaci di mettersi dalla parte dell'altro. Dono divino per un romanziere, che ce lo trasmette.

Perciò ho apprezzato la parte del film che riguarda i soldati, anche quella che ce li mostra entusiasti. Soprattutto quella. Un invito a ragionare su come stiamo crescendo la generazione futura.

Ciao a tutti Anna

______
annapizzuti@libero.it
Torna all'inizio della Pagina

utente non registrato
Nuovo Utente



-410 Messaggi

Inserito il - 04/12/2004 : 03:43:14  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di utente non registrato Invia a utente non registrato un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ho visto sia Bowling For Comlumbine che Fahrenheit 9/11.....mi hanno colpita molto e illuminata per certi aspetti..... Penso cmq, che dietrologie se ne posson anke fare, sarebbe legittimo, ma ke nella sostanza denuncino una realta concreta.

______
attua@la profezia.now
Torna all'inizio della Pagina

Biuso
Amministratore

Città: Catania/Milano


2900 Messaggi

Inserito il - 11/09/2007 : 10:26:19  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sui temi trattati qui –guerra, terrorismo e propaganda- ho scritto una breve nota dal titolo Bin Laden, lo svizzero.

agb
«In omnibus requiem quaesivi, et nusquam inveni nisi in angulo cum libro» (Tommaso da Kempis [attr.], De imitatione Christi)
Torna all'inizio della Pagina
Pagina: di 2 Discussione Precedente Discussione Discussione Successiva  
Pagina Precedente
 Nuova Discussione  Rispondi
 Versione Stampabile Bookmark this Topic Aggiungi Segnalibro
Vai a:
...::: IL REZZONICO-CYBERSOFIA :::... © 2004-2021 A.G.Biuso Torna all'inizio della Pagina
Questa pagina è stata generata in 0,1 secondi Herniasurgery.it | SuperDeeJay.Net | Snitz Forums 2000