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 Pinacoteca dei Concordi
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Biuso
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Inserito il - 24/11/2007 : 12:58:49  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi
Rovigo – Palazzo Roverella






In un bel Palazzo dalle volte affrescate ha sede la Pinacoteca rodigina, che raccoglie una significativa antologia dell’arte veneta. Tra le geometrie mantegnesche di Giovanni Bellini e i ritratti sacri di Giambattista Piazzetta si possono godere alcune opere molto interessanti. Tra queste, l’insolito soggetto di una Cena di Pasqua degli ebrei nel quale Palma il Giovane rappresenta 12 personaggi con al centro un agnello servito a tavola; oppure i dipinti di Pietro Bellotti che vanno dal realismo di una splendida Vecchia alla Medea che ringiovanisce Esone, con una metà del corpo e del viso raggrinziti e cadenti e l’altra metà tornata a nuova vita. Fra i ritratti degli accademici di Rovigo, l’Antonio Riccobono di Tiepolo raffigura il corpo di tre quarti e con la luce tagliata in diagonale a esaltare –al centro geometrico del quadro- i grandi occhi del personaggio.

Alla pittura veneta si affiancano una sezione fiamminga e una contemporanea. Nella prima spicca la Vanitas di Jan Gossaert detto il Mabuse, una prosperosa donna che si guarda allo specchio circondata da oggetti preziosi ma in qualche modo “irrealistici”. Tra i contemporanei, ci sono dei dipinti di Toti Scialoja, Giuseppe Santomaso, Pietro D’Orazio.

Notevole anche una spettacolare veduta del Bacino di San Marco, tela circolare di 23 metri di Giovanni Biasin. La sede della Pinacoteca è il Palazzo Roverella, restaurato di recente, con le sale organizzate e illuminate in modo da dare risalto a ogni opera esposta. C’è da chiedersi, anche in relazione all’attuale impegno dell’assessore Silvana Grasso, perché una piccola città veneta riesca a dotarsi di un Museo strutturato con criteri d’avanguardia e Catania non ce la faccia a portare alla luce il proprio ricco patrimonio artistico e archeologico. È triste.


agb
«Non avevo una grande idea dell’uomo io»
(Céline)
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