Biuso
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Inserito il - 08/10/2007 : 15:28:29
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La Teoria della Mente Allargata sostiene che è l’intero corpo a pensare e non il cervello soltanto. Anche perché l’encefalo è capace delle sue prestazioni in quanto unito a tutto il SNC. Ad esempio, come scrive Enrico Bellone presentando questo numero di M&C, «la retina è fatta di neuroni e dunque dovremmo dire che essa è, in realtà, un pezzetto di cervello migrato verso la superficie» (pag. 1). L’esperienza delle “immagini ibride” conferma la natura insieme cerebrale e psicologica dell’atto del vedere, che non si limita a registrare il mondo oggettivo ma immediatamente lo interpreta; vedere, insomma, è sempre «un atto creativo» come Rudolf Arheim sosteneva già nel 1974 (99).
Siamo noi, ancora una volta, a dare significato all’insieme innumerevole e potente di percezioni che istante dopo istante investono il corpo. Come abbiamo ricordato in uno dei corsi di fdm di qualche anno fa, «la differenza fra una goccia che si condensa e una lacrima» (E. Mazzarella, Ermeneutica dell’effettività, Guida 2001, pag. 161) è tale da riflettersi persino nella struttura chimica delle lacrime versate per ragioni e con funzioni differenti. Le lacrime di emozione «contengono dal 20 al 25 per cento in più di proteine e quattro volte la quantità di potassio rispetto alle lacrime indotte, oltre ad avere una concentrazione di manganese 30 volte superiore a quella del siero ematico umano. (…) Frey ritiene che questi cocktail chimici siano legati alle emozioni associate al pianto» (89). Quando gli umani piangono perché sopraffatti da una qualche emozione, le loro lacrime hanno la funzione di valvola di sfogo chimica ma anche di comunicazione del proprio stato d’animo estremo. Esse «aggiungono un’ulteriore e potente freccia alla faretra da cui estraiamo le molteplici forme della comunicazione umana (…). Ci hanno aiutato a esprimere emozioni che scaturiscono dal nostro lato primitivo e che oltrepassano i confini della parola. Che si tratti di profonda tristezza, gioia, orgoglio o dolore, le lacrime ci portano dove la sintassi e le sillabe non arrivano. Senza di loro, non saremmo umani» (93).
Altri interessanti articoli affrontano il tema dell’intuizione distinta dalla razionalità; della paura; della “psicologia da ascensore”, un luogo –quest’ultimo- nel quale emerge con chiarezza l’importanza di quella vera e propria «bolla virtuale» che circonda ogni corpo umano e «che può essere invasa soltanto durante le relazioni intime, nei rituali di saluto, come il bacio sulla guancia a un’amica/o o conoscente, oppure durante alcune circostanze caratterizzate da manifestazioni aggressive» (37); della psicologia di «eBay» dal punto di vista della teoria dei giochi; dei rapporti tra medici e pazienti, caratterizzati quasi sempre da freddezza e indifferenza, ad esempio, ammette un medico, «i parenti sono visti come la principale fonte di complicazioni medico-legali, e questo la dice lunga sull’errore di prospettiva» (29).
I bambini vengono continuamente bombardati da spot pubblicitari esplicitamente tarati su di loro. Il tempo che i più piccoli trascorrono davanti al televisore è enorme, sicuramente eccessivo; il risultato è che «un bambino/ragazzo italiano vede mediamente 31.500 spot pubblicitari all’anno, quasi 90 al giorno»; l’indottrinamento consumistico è tale da indurre oltre il 40 per cento dei genitori a «comprare, sotto pressione dei figli stessi, prodotti che altrimenti non avrebbero acquistato perché troppo cari, giudicati inutili o di scarsa qualità» (10). Se essere liberi implica due condizioni: a) avere delle alternative; b) autodeterminarsi, un consumo massiccio di televisione ruba non soltanto tempo ma –appunto- anche libertà. Non può dunque stupire che esista un chiaro «legame tra problemi di attenzione nell’adolescenza e ore passate a guardare il piccolo schermo durante l’infanzia» (19). Le generazioni televisive, insomma, devono fare più fatica a concentrarsi, capire, essere liberi e pensare. Una ragione in più, soprattutto se si hanno dei bambini, per liberarsi dall’immondo elettrodomestico…Vuoi bene a tuo figlio? Butta la tv, fallo giocare e tu ascolta la radio (non male come controspot, vero?).
agb «Io, che in me sento sì esteso sentimento, vo' bene a tutte quante... ch'io son, per mia disgrazia, uom di buon cuore» (Don Juan Tenorio)
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