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utente non registrato
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-410 Messaggi |
Inserito il - 08/05/2004 : 13:33:16
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avrei una perplessità: se, attraverso l'ibridazione riusciremo a incrementare e migliorare le nostre capacità come a ottenere un'intensificazione percettiva, quali differenze rimarranno tra gli uomini, quali le peculiarità e le attitudini di ogni individuo se ciascuno potrà possedere tutte le caratteristiche altrui? ho altri quesiti ma li riservo per un'altra volta
______ stellinaG@ciaoweb.it
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Biuso
Amministratore
Città: Catania/Milano
2900 Messaggi |
Inserito il - 08/05/2004 : 14:48:25
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Provo a rispondere in tre punti:
- Perché dalla sola ipotesi dell’ibridazione deduci che ciascuno possiederà “tutte le caratteristiche altrui”? Mi sembra una conclusione non giustificata dalle premesse.
- Anche gli occhiali incrementano le capacità percettive ma nessuno pensa che –solo per questo- si cancellino le differenze o le attitudini soggettive; queste ultime, infatti, sono molto più ricche della semplice percezione visiva (o sonora, olfattiva, tattile…) e coinvolgono l’irriducibile complessità di ciascuno. Allo stesso modo, il fatto che più o meno tutti si utilizzi un cellulare non implica che se ne faccia un uso identico (e gli esempi potrebbero continuare).
- È vero, comunque, che in generale degli apparati tecnici “forti” possono favorire l’omologazione ma io credo che prima di tutto bisogna comprendere la forza di tali apparati e soprattutto le esigenze profonde a cui essi rispondono. Solo così potranno essere studiati con atteggiamento critico ma anche aperto, aperto ma anche critico, in modo da usufruire delle loro potenzialità senza farsene troppo dominare ed evitando i rischi che pure comportano.
Aspetto (e aspettiamo), se vuoi, le altre perplessità. Ciao,
agb È una vela la mia mente, prua verso l'altra gente, vento, magica corrente... (Battisti-Mogol) |
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ZICHY
Nuovo Utente
21 Messaggi |
Inserito il - 17/05/2004 : 23:43:20
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TOMMINO: "Del resto, non credo che la tecnologia avanzi compiendo dei balzi così da capogiro, tanto da poterci sfuggire di mano dall’oggi al domani (se non ci è già sfuggita, come ipotizzerebbe qualcuno…)."
Ciao Tommino,ti sono mancato in questi lunghi giorni????????????? Spero che questa frase di sopra tu l'abbia scritta per me ed in tal caso te ne sarei grato perche' la cosa piu brutta non e' essere criticato duramente ma piuttosto il non essere proprio criticato. Cmq Tommy non val piu' la pena di litigare;oggi volevo fare solo un appello a tutte quelle persone che mi sappiano dare notizie su una nuova figura professionale nata(x quanto ne so io)da pochi anni:il consulente filosofico.Volevo sapere qual'e' lo scopo di tale figura professionale:e' uno scopo terapeutico,preventivo,e' una specie di psicologo o cos'altro?????Dove posso trovare informazioni riguardo questo mestiere????Saro' mlt grato a chi mi sapra' dare queste informazioni!!!!!!!!!!!!!GRAZIE A TUTTI e BUONANOTTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Biuso
Amministratore
Città: Catania/Milano
2900 Messaggi |
Inserito il - 18/05/2004 : 09:52:50
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quote:
Cmq Tommy non val piu' la pena di litigare;oggi volevo fare solo un appello a tutte quelle persone che mi sappiano dare notizie su una nuova figura professionale nata(x quanto ne so io)da pochi anni:il consulente filosofico.Volevo sapere qual'e' lo scopo di tale figura professionale:e' uno scopo terapeutico,preventivo,e' una specie di psicologo o cos'altro?????Dove posso trovare informazioni riguardo questo mestiere????Saro' mlt grato a chi mi sapra' dare queste informazioni!!!!!!!!!!!!!GRAZIE A TUTTI e BUONANOTTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Come Tommy ha ricordato, avevo già accennato all’utile volume di Augusto Cavadi, Quando ha problemi chi è sano di mente. Un’introduzione al philosophical counseling, (Rubbettino, 2003, Pagine 164; lo si può chiedere in libreria o direttamente qui: www.rubbettino.it ).
Provo ad aggiungere qualche riflessione, proprio a partire da questo libro. La consulenza filosofica è una pratica di comunicazione tra un filosofo (consulente) e una persona che a lui si rivolge (consultante), allo scopo di trovare delle risposte dialogiche, aperte, motivate, a particolari problemi e stati esistenziali o anche –più in generale- alla ricerca di senso della vita. Nata in Germania nei primi anni Ottanta del Novecento –con la denominazione di Philosophische Praxis, pratica filosofica- si va lentamente ma costantemente diffondendo in molti Paesi, Italia compresa.
Il philosophical counseling si distingue in modo deciso da qualunque pratica o atteggiamento “terapeutico” e anzi vede nella medicalizzazione dei sentimenti e del vivere individuale e collettivo una delle conseguenze più nefaste dell’eccesso di psicologismo che caratterizza la società e la cultura contemporanee. Ed è esattamente qui, nella costruzione della propria identità né medica, né didattica, né religiosa, che si gioca «la difficile scommessa di mantenere la specificità filosofica della nuova professione». Sono due, fra gli altri, gli obiettivi più importanti del philosophical counseling . Anzitutto il favorire un atteggiamento attivo e da protagonisti dei consultanti che al filosofo si rivolgono, proprio perché quest’ultimo «non ha risposte prefabbricate che dispensino l’interlocutore dalla collaborazione, ma si prefigge l’intento di stimolarlo a trovare le proprie; e così solo, invece di creare dipendenza e passività, sollecita ciascuno a diventare se stesso». Anche come conseguenza di una simile disposizione -ma anche in qualche modo suo presupposto- l’altro obiettivo è la ricerca di una maturità emotiva , prima di tutto nei consulenti e poi nelle persone che a essi si rivolgono.
Il libro di Cavadi presenta numerosi esempi concreti di consulenza filosofica, realizzata sia individualmente che collettivamente non soltanto attraverso la tradizionale conversazione a due ma anche mediante strumenti come delle vacanze-studio, incontri serali o più lunghi fine settimana dedicati ad affrontare alcuni dei temi cardine dell’esistenza umana: l’amore e più in generale la relazionalità, il tempo e la morte, la dimensione antropologica della tecnica e dell’intelligenza artificiale, l’impegno sociale nelle sue più diverse forme.
L’esistenza stessa e il successo (soprattutto fuori d’Italia) di una simile pratica è per sé sola un buon segno poiché dimostra la tenace vitalità della filosofia. Per il vostro futuro professionale di laureati in filosofia, è un’opzione in più da prendere in considerazione.
agb È una vela la mia mente, prua verso l'altra gente, vento, magica corrente... (Battisti-Mogol) |
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