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 "Urlo", di Pippo Del Bono
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hooverine
1° Livello


Regione: Italia


83 Messaggi

Inserito il - 27/04/2006 : 11:34:02  Mostra Profilo Invia a hooverine un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
http://www.pippodelbono.it/asp/spettacolo.asp?id=15

Uno spettacolo per me nasce sempre da domande, da interrogativi su cose che non capisco, da inquietudini, ombre che mi passano accanto, menzogne, aria di malattia. I miei spettcoli passati hanno quasi sempre parlato di malattie fisiche, di dolori, lotte, follia. Ora l'urgenza che avvertivo era sì verso una malattia, ma nuova, di diverso tipo. Esistono malattie che non sono più riconoscibili in quanto tali, ma per questo più mostruose, più terribili, nascoste, difficili da scoprire, anche in noi stessi. Come il potere. Urlo è un grido. Quello del neonato, ma anche lo strazio del torturato, la furia dell'arrabbiato che chiede la fine del tempo iniquo, proclama l'urgenza di un mondo più umano. Nella lingua dei poeti, Urlo è anche l'ululato del vento, dei lupi e della schiera dei potenti, il ringhiare dei cani da guardia dell'ordine dominante, il clamore della moltitudine del popolo non sottomesso. Ma grido anche il bisogno del bambino, grido la voglia di libertà. Perché il potere è anche quello che ognuno di noi ha di cambiare il proprio destino. Diceva Chaplin: pensa alla forza che fa crescere gli alberi, pensa alla forza che fa girare l'universo. E poi pensa che quella stessa forza è dentro di te. PIPPO DEL BONO

La discontinuità dello spettacolo di Pippo Del Bono, in scena ieri sera al Teatro della Corte di Genova, è sorretta da due estremi: la violenza sonora, associata a movimenti scomposti e lacerati, e la dolcezza struggente dei gesti lenti, circolari, arcaici. In mezzo a questi due estremi, sta la critica feroce e appassionata che Del Bono muove al potere, all'ipocrisia, ai tradimenti, alla corruzione, alla noia, alle abitudini, alle ribellioni di plastica, all'emarginazione dei diversi. Poche parole, per questo spettacolo che dura quasi due ore: brani tratti dal De Profundis di Oscar Wilde, dal Riccardo II di Shakespeare, da Howl di Ginsberg. Declamatore d'eccezione, accanto a Del Bono, Umberto Orsini. Attori straordinari, maschere di sofferenza e di rabbia, eccellenti performer, in una compagnia anticonvenzionale, per uno spettacolo, quasi un musical, che ha riscosso uno straordinario successo al festival di Avignone.
Indimenticabile.

ài èm an àrtist! ài nìd mài intellèctual fridom!
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