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Biuso
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Inserito il - 25/04/2004 : 12:59:34  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sul mio sito personale ho aggiornato la sezione dedicata al "libro del mese". Stavolta consiglio Ibridazioni, una interessante raccolta di saggi uscita nel 2000. Uno degli autori è Marchesini, che gli studenti di fdm conoscono bene. Un altro è Marco Formenti, autore di un libro pubblicato da Cortina nel 2000,Incantati dalla Rete. Immaginari, utopie e conflitti nell’epoca di Internet veramente molto utile (avevo scritto una recensione sul numero 252 di Diorama letterario, che adesso si trova anche in Rete: http://www.diorama.it/n252-formenti.html). Ecco, comunque, parte della mia scheda su Ibridazioni. Manca la parte finale -dedicata alla temporalità- perché...non riesco a farcela stare qui dentro :-( Ovviamente, ogni intervento o domanda sono benvenuti.

Un’ecologia ibridativa pone in crisi il paradigma antropocentrico ma anche ogni visione che separa ingenuamente uomo e natura, pensando di poter conservare quest’ultima nella sua purezza originaria. È la reciproca e incessante contaminazione, piuttosto, a caratterizzare i rapporti fra la specie che siamo e l’alterità che ci costituisce.
Le forme contemporanee dell’ibridazione pongono al centro il rapporto uomo-macchina nei termini di una vera e propria cyberantropologia. I due versanti della relazione vedono da una parte i bioputer, come progetto teso a far superare alle macchine la soglia critica da cui emerge la coscienza; un progetto, questo, caratterizzato però dall’illusione che basti incrementare la potenza dei processori, la loro velocità, il calcolo parallelo, le capacità di memoria, per superare il limite del computazionalismo e –magari attraverso le flessibilità caotiche del sistema- far nascere un vero e proprio «libero arbitrio macchinico» (Marchesini, p. 43). L’altro versante è costituito dalla possibilità, piuttosto, di innestare dentro i nostri corpi e –ancor più- all’interno del codice genetico, degli elementi allotri, in grado di potenziare la percezione, la memoria, l’insieme delle risposte immediate e di lungo periodo alla complessità dell’ambiente in cui viviamo. È nelle interfacce, quindi, «che i processi di artificializzazione del corpo e quelli di umanizzazione della macchina sembrano destinati a convergere fino a rendere possibile la conversione diretta degli impulsi nervosi in impulsi elettronici» (Formenti, p. 117).
Per alcuni dei suoi sostenitori, la prospettiva ibridativa si contrappone esplicitamente e fortemente alla corporeità, non riconoscendo a essa alcun carattere primario e costitutivo ma anzi ritenendo che solo il suo superamento consentirà l’evoluzione dell’umano verso le sue più perfette sfere, che coincidono con la deposizione di ogni primato della specie così come è stata da milioni di anni a favore di una evoluzione ontologica radicale, a vantaggio della trasformazione dell’umanità in una mente immateriale che fluttua nella Grande Rete in cui il mondo stesso si trasfigura.
Una visione così disincarnata –e quindi parziale- della mente contrasta non solo con la costitutiva mondanità del mentale ma anche con i concreti sviluppi tecnologici che tendono non a dissolvere la corporeità ma, piuttosto, a rendere le macchine trasparenti e invisibili, parte del corpo e del mondo che siamo. Internet -«intesa come un sistema integrato di cervelli umani, macchine e informazioni digitalizzate» (Formenti, p. 126)- rappresenta, in questa chiave, uno dei modi in cui si costruisce (o auto-costruisce) il cybernetic organism che introduce nel proprio essere biologico degli elementi artificiali. Si fa chiaro, pertanto, che «la chimera siamo noi: pasticci organici, transitori e affamati di congiunzioni con l’alterità» (Marchesini, p. 41).

agb
È una vela la mia mente, prua verso l'altra gente, vento, magica corrente... (Battisti-Mogol)

Modificato da - biuso il 25/04/2004 13:01:18
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