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Biuso
Amministratore

Città: Catania/Milano


2900 Messaggi

Inserito il - 05/10/2008 : 13:10:31  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


ADI, ADU, ANDU, APU, CISAL Universita', CNRU,CNU, CISL Universita',
FLC CGIL, RNRP, SUN, UDU, UIL P.A.-U.R.AFAM

APPELLO

a tutti i Docenti delle Universita' italiane


Il sistema universitario è oggetto di provvedimenti che rischiano di
cancellare l'Universita' che abbiamo conosciuto. Il D.L. 112/08 è stato
convertito in legge (n°. 133/08), ed è dunque pienamente operativo,
confermando i contenuti sui quali abbiamo gia' a luglio espresso un
giudizio durissimo e avviato prime iniziative di informazione e di
contrasto. Ne ricordiamo punti salienti:
- limitazione al 20% del turn-over, per gli anni 2009-2011 e al 50% per
l'anno 2012 del personale docente e tecnico-amministrativo, dopo due anni
di blocco dei concorsi;
- ulteriori drammatici tagli al Fondo di Finanziamento ordinario, che viene
decurtato di circa il 25% in termini reali entro il 2012; (ma per
quest'anno il finanziamento dei PRIN scende da 160 a 98 milioni di euro):
- la possibilita' di trasformazione degli Atenei in Fondazioni private, con
la privatizzazione dei rapporti di lavoro, il conferimento dei beni
dell'Universita' al nuovo soggetto privato e l'indeterminatezza degli
organi di gestione degli atenei la cui composizione e funzione non viene
per nulla chiarita.
- il taglio delle retribuzioni del personale
Tali provvedimenti vanno ben oltre la congiuntura e una pura manovra di
risparmio, ma determinano invece uno scenario in cui sparisce l'Universita'
italiana come sistema nazionale tutelato dalla Costituzione, in cui il
ruolo pubblico è elemento decisivo di garanzia per la liberta' di ricerca e
d'insegnamento e degli interessi generali del Paese.
Saranno in primo luogo gli studenti ad essere danneggiati, perche' non
sara' piu' garantita un'offerta formativa di qualita' legata
all'inscindibilita' di didattica e ricerca, perche' il taglio dei
finanziamenti condurra' all'aumento senza limiti delle tasse universitarie
e perche' la possibilita' di assumere sempre meno docenti condurra' ad un
ampliamento massiccio dei corsi di laurea a numero chiuso e alla
soppressione di corsi di laurea non gia' sulla base di un'attenta
valutazione della loro efficacia, bensi' per via dell'impossibilita' di
garantire la presenza del personale docente necessario.
Insieme con gli studenti, i primi danneggiati sono i giovani studiosi: il
blocco del turn-over, riducendo drasticamente il numero dei docenti in
ruolo a fronte delle uscite per pensionamento gia' note, impedira' il
ricambio generazionale, aggravando il problema gia' insopportabile del
precariato, e chiudendo le porte dell'Universita' ad intere generazioni. Ma
è l'intero sistema che si ripiega su se stesso, negando ai docenti le
opportunita' di ricerca e di didattica di qualita', appaltando al privato
le scelte fondamentali (un privato che, giova ricordarlo, è tra gli ultimi
al mondo per finanziamento della ricerca). Chi presidiera' le aree piu'
delicate e meno immediatamente redditizie della ricerca? Si vuole importare
un modello che mutua, dal mondo anglosassone, gli aspetti di disuguaglianza
sociale, di sistema di poche Universita' di eccellenza, di riduzione di
diritti ed opportunita', mentre non esistono neppure lontanamente le
condizioni per mutuarne gli aspetti di alta produttivita' scientifica. E a
fronte di una riduzione del 25% dei finanziamenti, anche le Universita' che
oggi si autodefiniscono "virtuose" saranno trascinate nel gorgo dello
squilibrio finanziario strutturale, strette nella forbice dei costi
crescenti e della riduzione delle entrate.
Noi crediamo fermamente che occorra mobilitarsi da subito in modo forte e
convinto per chiedere la cancellazione dei provvedimenti ed arrestare una
deriva che si annuncia completa su tutti gli aspetti del funzionamento
dell'Universita'. Non sfugge a nessuno che all'orizzonte si profilano nuovi
interventi tra cui, verosimilmente, la revisione dello stato giuridico e
l'abolizione del valore legale del titolo di studio. Il nostro giudizio
negativo e' fortemente ancorato ad elementi di merito.
Conosciamo bene le tante falle e difetti del sistema universitario, e
certo non intendiamo difendere l'esistente; ma è proprio dai difetti che
occorre partire, in modo non ideologico, come abbiamo costantemente fatto:
affrontare i nodi del merito e della valutazione, della qualita'
dell'offerta didattica e di ricerca, del reclutamento dei giovani e della
carriera, e correlatamente del precariato, dei meccanismi di finanziamento,
del diritto allo studio, del dottorato, di un rapporto aperto e trasparente
tra Universita' e societa'. E discuterne con la comunita' universitaria:
fino ad oggi le decisioni adottate sono state prese in modo del tutto
unilaterale, al di fuori di qualsiasi confronto.
Noi non intendiamo accettare questo stato di cose: vi chiediamo,
individualmente e collettivamente di mobilitarvi, ed in questo senso vi
proponiamo un percorso che unifichi ed estenda a tutte le componenti
dell'Universita' le tante iniziative sorte in queste settimane. Nel mese di
ottobre occorre produrre iniziative di informazione e socializzazione in
tutti gli Atenei, in forma di assemblee e momenti di discussione. Ancora
troppi non hanno compreso la portata devastante dei provvedimenti, o
confidano in un "io speriamo che me la cavo". Non sara' cosi': chiunque
operi nell'Universita' sara' esposto a cambiamenti radicali delle sue
condizioni di vita, di lavoro e di reddito.
Vi chiediamo di proseguire con la moltiplicazione delle prese di posizione
in tutti gli organi accademici e di farcele pervenire in modo da
pubblicizzarle sui nostri siti e diffonderle ulteriormente.
Vi chiediamo di riprendere la positiva esperienza delle "lezioni in
piazza": dobbiamo parlare alla cittadinanza, spiegare che questi
provvedimenti non sono un problema dell'Universita', ma disegnano un
modello che riduce diritti e opportunita' sociali, facendo del reddito il
solo discrimine tra chi puo' e chi non puo'; un modello che divide sempre
piu' il Paese tra poveri e ricchi.
Vi chiediamo di rifiutare ogni prestazione non dovuta e attenersi
strettamente ai compiti istituzionali; di utilizzare parte delle lezioni
per spiegare e condividere le ragioni della nostra opposizione.
Per parte nostra parleremo a tutti gli attori istituzionali interessati,
CRUI e CUN, per sollecitare condivisione e prese di posizione. Studieremo
anche forme di comunicazione che ci portino a contatto del piu' grande
numero possibile di persone, a partire dalle famiglie degli studenti
universitari e dalle associazioni dei genitori degli studenti medi, i
possibili universitari del futuro, poiche' ci è chiaro, come gia' detto,
che queste posizioni abbisognano del piu' vasto sostegno degli utenti e
dell'opinione pubblica.
Riteniamo necessario che questa fase di mobilitazione sfoci in una
manifestazione nazionale, indicativamente a fine ottobre, nella quale
tirare le fila delle azioni intraprese e accrescere la pressione sul Governo.
Ognuno di noi in questa difficile fase è chiamato ad una responsabilita'
individuale che non puo' essere ignorata o delegata. Fate circolare questo
messaggio, discutetene con i colleghi che non l'hanno ricevuto,
diffondetelo nelle Facolta' e nei Dipartimenti. Questa volta ci battiamo
per la sopravvivenza stessa dell'istituzione in cui crediamo.

Roma, 2 ottobre 2008


= per ricevere notizie dall'ANDU: inviare una e-mail ad anduesec@tin.it con
oggetto "notizie ANDU"
= per non ricevere piu' notizie dall'ANDU: inviare una e-mail ad
anduesec@tin.it con oggetto "rimuovi"
= per leggere i documenti dell'ANDU: www.bur.it/sezioni/sez_andu.php
oppure
http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/modules.php?name=News&file=categorie
s&op=newindex&catid=66
= per iscriversi all'ANDU: http://www.bur.it/sezioni/moduliandu.rtf
== I documenti dell'ANDU sono inviati a circa 15.000 Professori,
Ricercatori, Dottori e Dottorandi di ricerca, Studenti, ai Presidi, ai
Rettori, al Ministero, ai Parlamentari e agli Organi di informazione.

=================

Condivido.
Quella che si prospetta è una tragedia, la fine dell'istruzione superiore in Italia.
Un evento che, è chiaro, non riguarda la sola Università ma tutti.


agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
«La filosofia è la musica più grande» (Platone)

Biuso
Amministratore

Città: Catania/Milano


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Inserito il - 10/10/2008 : 16:38:52  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ho sottoscritto il testo che riporto qui sotto, riservato ai docenti.

=====================

I sottoscritti docenti di varie Facoltà e Università italiane protestano vibratamente contro i recenti provvedimenti governativi varati con la Legge 133 del 6 agosto 2008. Come già hanno denunciato molti Dipartimenti, Facoltà, gruppi di docenti, si tratta di misure che sottraggono risorse alla ricerca, riducono il personale docente e amministrativo, restringono lo spazio vitale dell'Università sancendone l'emarginazione irreversibile nella vita del Paese.

La riduzione al 20% del turnover delle unità del personale non significa soltanto uno sfoltimento senza precedenti di tante discipline specialistiche in cui la cultura italiana primeggia nel mondo. È tutto il processo di rinnovamento del corpo docente italiano - gravato da una anzianità elevata - ad essere compromesso per i decenni a venire. A tanti nostri valentissimi giovani l'avvenire nella ricerca e nell'insegnamento viene definitivamente precluso.

Il principio della convertibilità della Università in fondazioni private - sancito dall'art. 16 della Legge - costituisce senza dubbio il più grave attacco mai condotto contro l'autonomia e il futuro stesso dell'Università italiana. Non viene soltanto auspicata la ritirata dello Stato dalle sue funzioni storiche nel garantire la formazione superiore e la riproduzione delle sue classi dirigenti. È un progetto velleitario, imitazione tardiva di una stagione ideologica oggi in rovina nel Paese stesso in cui essa è nata. Trasporre l'esperienza delle Università private americane in Italia - un Paese nel quale lo Stato ha dovuto sostituire il capitale di rischio per realizzare lo sviluppo industriale - significa in realtà condannare tanto le Università pubbliche che private a un sicuro destino di irrilevanza. Con quali conseguenze per la collocazione dell'Italia nell'economia- mondo attuale è facile immaginare.

I docenti qui sottoscritti chiedono pertanto ai Magnifici Rettori di raccogliere il profondo disagio e la protesta che sale dalle Università e di reagire con l'energia che la gravità della situazione richiede, bloccando l'apertura del prossimo anno accademico in tutto il Paese. Si utilizzi la data di inaugurazione per una riflessione generale sul destino delle nostre università


Piero Bevilacqua, Università di Roma La Sapienza
Mario Alcaro, Università della Calabria
Raffaele Perrelli, Università della Calabria
Alberto Asor Rosa, Università di Roma La Sapienza
Gianni Vattimo, Università di Torino
Fulvio Tessitore, Università di Napoli
Umberto Curi, Università di Padova
Giovanni Polara, Università di Napoli
Pietro Barcellona, Università di Catania
Francesco Benigno, Università di Teramo
Angelo D'Orsi, Università di Torino
Claudio Natoli, Università di Cagliari
Giorgio Inglese, Università di Roma La Sapienza

(2 ottobre 2008)

=====================
Il testo è stato pubblicato in questa pagina di Repubblica.
E qui si possono leggere le firme che mano a mano si aggiungono.

Molto realistico mi è parso anche un articolo di Ferdinando Di Orio, Rettore dell'Università dell'Aquila, soprattutto per il suo porre in rilievo la contraddizione patente di cui è vittima chi in questi giorni chiede un ritorno allo "statalismo" in ambito finanziario e continua invece a proporre un liberismo spinto nel settore formativo e nella ricerca...



agb
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«La filosofia è la musica più grande» (Platone)
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giofilo
2° Livello



Regione: Jamaica
Città: Catania


176 Messaggi

Inserito il - 22/10/2008 : 12:04:03  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di giofilo Invia a giofilo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Segnalo un mio breve intervento, nel quale provo ad analizzare il gravissimo ritardo delle informazioni, delle manifestazioni studentesche e politiche riguardo la riforma Gelmini.

- & -
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sintesy
Nuovo Utente


Regione: Sicilia
Prov.: Catania
Città: Catania


3 Messaggi

Inserito il - 22/10/2008 : 17:54:19  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di sintesy Invia a sintesy un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
mi chiedo solo come sia possibile che il Magnifico dell'ateneo catanese non abbia alzato ancora la voce contro il decreto ministeriale come in molti ormai in tutt Italia fanno (o per lo meno la sua non-presenza ai dibattiti studenteschi lascia pensare che abbia dato il consenso al decreto).

Del resto oggi durante la manifestazione svoltasi presso l'ex Monastero dei Benedettini (da sottolineare, la sola facoltà che insieme a Lingue e Scienze Politiche abbia alzato la voce,come se gli studenti e i docenti dei dipartimenti scientifici fossero esenti dalla riforma) il preside di Lingue, Famoso, non ha fatto altro che sottolineare come all'ultima seduta del Senato Accademio egli sia stato proprio l'UNICO tra i presidi a manifestare il suo aperto dissenso!

la situazione è quanto mai grave e il fatto che i nostri docenti - a parte qualcuno ovviamente - non alzino la voce, non può che destare preoccupazioni
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Biuso
Amministratore

Città: Catania/Milano


2900 Messaggi

Inserito il - 22/10/2008 : 18:58:07  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La logica implacabile della tirannia non si arresta.
Il presidente del consiglio italiano minaccia di utilizzare l'esercito contro studenti e professori.
Affermazioni gravissime e da prendere con la massima serietà. Le manganellate di ieri a Milano in piazza Cadorna -e anche altrove- ne costituiscono la prova. Anche se tardive, le proteste fanno paura.
Ringalluzzito dai sondaggi che gli assicurano il sostegno del cittadino televisivo (incapace di capire che la cricca al potere sta privando del presente e del futuro lui e i suoi figli), Berlusconi cerca apertamente lo scontro e convoca Maroni, il «ministro dei temporali che in un tripudio di tromboni auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni» (De Andrè, La domenica delle salme). Spero che scuole e università non cedano alla provocazione e che si moltiplichino le manifestazioni pacifiche di chi comincia a capire che togliendo loro il sapere si ruba alle persone la vita.

Terribili perché attuali pur essendo state scritte 58 anni fa sono infatti le parole di Piero Calamandrei:

«Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.

Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica,intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di previlegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole , perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi,come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili,si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola previlegiata.

Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare prevalenza alle scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico»

(Discorso pronunciato da al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, a Roma l’11 febbraio 1950)

[Se mai il padrone della Fininvest che attribuisce la protesta alla sinistra (inesistente) e ai centri sociali leggesse queste righe, ricordo di aver scritto un libro Contro il Sessantotto e di essere anticomunista. Non voglio nessuno Stalin in Italia, neanche se abita ad Arcore].


agb
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Stanley
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Inserito il - 23/10/2008 : 21:21:06  Mostra Profilo Invia a Stanley un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Anch'io, come Giovanni, ho provato a spiegarmi il perchè del ritardo delle proteste, e dell'informazione e ho anche elencato i motivi per cui parteciperò alla manifestazione di giorno 30.

Perchè voglio un futuro


"Chi ha il coraggio di ridere è padrone degli altri,come chi ha il coraggio di morire" (G. Leopardi)

Stanley
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Biuso
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Inserito il - 23/10/2008 : 22:33:13  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L'arroganza è ormai tale da indurre Cossiga -uno dei personaggi più truci della storia repubblicana- non solo a dire apertamente ciò che ha fatto ma anche a spingere altri a imitare i suoi delitti.

====================

Orrore : Cossiga svela come si ferma la pacifica protesta
di Rita Guma*
www.osservatoriosullalegalita.org

Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus reagisce attonito alle dichiarazioni rese alla stampa dal presidente emerito Francesco Cossiga ma nel contempo lo ringrazia per aver spiegato quali tattiche perverse si siano potute celare (e si potrebbero celare anche in futuro) dietro alcuni scontri fra manifestanti e conseguenti repressioni sanguinose di pacifiche manifestazioni.

Secondo Cossiga, infatti, 'Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero Ministro dell'interno', ovvero lasciar stare i liceali e lasciar protestare gli universitari, 'Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città...'

'Dopo di che - continua Cossiga nell'intervista a al Quotidiano Nazionale - forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri' e inoltre 'le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano'.

Cossiga non scherza, e invoca la difesa dal presunto possibile ritorno del terrorismo per giustificare simili metodi da dittature sudamericane, nel contempo ammettendo che sono tattiche gia' adottate in passato. Certo giudiziariamente su simili reati commessi in passato c'e' la prescrizione, ma politicamente... Gli Italiani ora sono avvertiti ed edotti su tali tecniche.

====================

Il testo completo dell'intervista si può leggere qui:
http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=32976406



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Biuso
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Inserito il - 24/10/2008 : 18:38:33  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Da www.beppegrillo.it/ di oggi un commento che condivido.

=============

Cossiga ha confessato. Ne va preso atto. In fin dei conti ne va apprezzata la sincerità, neppure Totò Riina aveva osato tanto. Ha solo detto quello che la maggior parte degli italiani sapeva: l'Italia non è una vera democrazia. Forse non lo è mai stata. Quante fandonie ci hanno raccontato da Piazza Fontana in avanti? Sul G8 di Genova? Chi ha attivato il timer delle stragi di Stato?
Cossiga ci ha fornito una lezione magistrale della strategia della tensione. Però, ora, dopo quelle frasi, va dimesso dal Senato e ritirata la sua nomina a presidente emerito della Repubblica Italiana. Voglio vedere se un deputato o un senatore avanzerà la proposta in Parlamento.
Se rimane al suo posto è una vergogna per il Paese e un insulto ai professori e agli studenti. Non va picchiato, è anche lui un docente anziano. Va solo accompagnato in una villa privata. Propongo, per non farlo sentire troppo solo villa Wanda di Arezzo. Insieme a Licio Gelli potrà rinverdire i vecchi tempi, parlare di Gladio, di Moro, dei servizi segreti...

Un consiglio ai ragazzi: portate alle manifestazioni una telecamera, riprendete sempre chi compie atti di violenza. Vedremo chi sono, da dove vengono, se sono dei "facinorosi", come dice lo psiconano, o "agenti provocatori pronti a tutto", come suggerisce Cossiga.

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Inserito il - 29/10/2008 : 16:46:20  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Stamattina ho illustrato e commentato la 133 durante un'assemblea studentesca del Liceo Beccaria di Milano e ho potuto constatare una partecipazione attenta e critica, confermata dalle impressioni degli altri colleghi presenti.
Fossi stato a Catania, avrei certamente svolto una lezione in piazza, come farà venerdì qui in Piazza Duomo Dario Generali su invito degli studenti della Statale.

"Maggiore serietà", maestro unico, disciplina sono solo specchietti per le allodole, per far accettare più facilmente la distruzione della scuola e dell'università pubbliche, iniziata coi governi di centrosinistra (col ministro Berlinguer anzitutto) e oggi (proprio oggi...) portata a compimento.
E il deputato di Forza Italia Valentina Aprea ha depositato una proposta di legge volta a trasformare in fondazioni private anche le scuole secondarie.

Sono decenni che si banchetta privatamente sull'università, disconoscendo il merito e imponendo nepotismi e baronie; ne so qualcosa (molto) anche personalmente. E dunque?
Togliamo i finanziamenti pubblici e trasformiamo gli Atenei in Fondazioni controllate dalle aziende e dalle banche, che in Italia -si sa- sono espressione di un capitalismo virtuoso e scandinavo, come possono confermare le vicende Parmalat, Cirio, Alitalia, Mediobanca e numerose altre.
A quel punto saranno i Consigli di amministrazione di tali aziende ad assumere e a controllare i docenti, che -certo- saranno scelti tra i più saggi, studiosi, onesti e intelligenti, invece che tra i parenti e amici dei Dirigenti di tali imprese. E che, ci sono dubbi?
Nel frattempo, comunque, le rette per iscriversi a tali Università-Fondazioni dovranno essere decuplicate (questo non sarà male: così imparano i tanti poveracci che hanno votato per Berlusconi-Tremonti-Bossi!)
Una soluzione che somiglia alla seguente: se il paziente è malato allora uccidiamolo, così non proverà più alcuna sofferenza.
Su questo, effettivamente, non nutro alcun dubbio.

agb
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Stanley
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Inserito il - 29/10/2008 : 20:40:45  Mostra Profilo Invia a Stanley un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Oggi in Facoltà circolava già il nome di chi avrebbe interesse a sponsorizzare il nostro ateneo; neanche a dirlo: è il buon vecchio Ciancio Sanfilippo. Mi auguro che restino solo pettegolezzi, ma mi dicono che è molto più che un'ipotesi. Spero per domani e per giorno 14 che non ci manchi la voce.


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Stanley
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Biuso
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Inserito il - 31/10/2008 : 13:07:12  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Su girodivite ho scritto un breve commento a quanto accaduto ieri in tutta Italia.
Si intitola Realtà.




agb
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Biuso
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Città: Catania/Milano


2900 Messaggi

Inserito il - 31/10/2008 : 20:04:52  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Da Repubblica

===============

Roma, 19:23

"Il Governo ha sempre comunicato benissimo su tutti i temi: dall'Ici ai rifiuti di Napoli. Sulla scuola abbiamo avuto una defaillance. Questo e' il motivo di tante proteste. Ad esempio quelle degli studenti universitari che non sono minimamente toccati dalla riforma". Lo afferma il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in una intervista al Tg3.

===============

Il paternese va oltre ogni decenza, oltre ogni menzogna.



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JoeSerpe
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12 Messaggi

Inserito il - 02/11/2008 : 04:48:55  Mostra Profilo Invia a JoeSerpe un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aggiungo un piccolo chiarimento a proposito dell'approvazione della legge Gelmini e dei decreti legge in generale (è un estratto da un documento che sto redigendo in questi giorni che si intitolerà "FAQ Gelmini" e sarà una serie di risposte alle questioni sollevate più di frequente dai sostenitori della legge Gelmini o dagli indecisi):



Chi pensa che la "legge Gelmini" sia nata come nascono normalmente le leggi democratiche si sbaglia, la legge Gelmini NON è nata in parlamento e la sua approvazione NON ha seguito un'ordinaria procedura parlamentare. E' nata dal governo, come decreto-legge proposto dal Presidente del Consiglio (Berlusconi) e dal Ministro della Pubblica Istrzuione (Gelmini) in concerto con il Ministro delle finanze (Tremonti), non c'è stato dibattito democratico dunque o, se c'è stato, vi hanno partecipato soltanto queste tre persone. Il parlamento si è solo limitato ad approvare il "decreto governativo" dandogli valore di legge.
Va notato, inoltre, che nel caso in cui il parlamento avesse bocciato un "decreto governativo" promosso da tre ministri così importanti, si sarebbe creata una crisi di governo con possibilità di elezioni anticipate.
E' ovvio, pertanto, capire che i parlamentari della maggioranza, in qualsiasi parlamento, sono sempre piuttosto restii a bocciare un "decreto governativo"...
Questa del "decreto governativo" è una procedura viziata, dunque, e non esattamente democratica che esiste solo per essere utilizzata in casi straordinari di effettiva emergenza. In Italia invece c'è un notevole abuso di decreti, sia dai governi di destra che da quelli di sinistra, e già questo fatto non consente di parlare di democrazia pulita.

Ma una legge che investe un ambito così importante come quello della formazione, in una democrazia avanzata, deve nascere prima di tutto da un confronto prolungato con le associazioni di settore e, successivamente, sulla base delle proposte nate da quel primo e necessario confronto, vanno stesi poi uno o più progetti di legge da discutere, emendare e votare in parlamento.

Tutto ciò con la "legge Gelmini" non è accaduto: la democrazia dunque è venuta a mancare.



PS
andrebbe notato inoltre che attualmente in Italia c'è una situazione di confluenza tra potere governativo e mezzi di informazione. L'attuale potere governativo, di fatto, comanda anche sugli organi di informazione influenzando l'opinione pubblica che poi "democraticamente" vota i parlamentari in carica. Come sappiamo, questa confluenza è stata sempre uno degli elementi peculiari di qualunque sistema totalitario del passato.
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Biuso
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Inserito il - 02/11/2008 : 10:54:13  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ringrazio JoeSerpe per questo chiarimento puntuale e utilissimo.
Intanto, ci sono novità positive: Università, stop del governo
Come si vede, la protesta argomentata, condivisa e forte serve. Non si possono governare Scuola e Università contro la Scuola e l'Università. È un primo risultato, molto importante. Non bisogna fermarsi.

agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
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Inserito il - 07/11/2008 : 17:02:58  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Questa è la voce ufficiale del nostro Ateneo

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Documento del Rettore dell'Università di Catania relativo alla discussione assembleare del 6 novembre 2008

07 novembre 2008


Il Rettore dell'Università di Catania, prof. Antonino Recca, a conclusione del dibattito svoltosi nell'Assemblea di docenti, personale tecnico amministrativo, ricercatori precari e studenti dell'Ateneo, riunitasi il 6 novembre 2008 nell'aula di Scienze chimiche della Cittadella universitaria, ribadisce il contenuto delle mozioni approvate dall'Assemblea generale della CRUI, già fatte proprie dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione, fa proprie le preoccupazioni che sono state già espresse da Facoltà e Corsi di laurea dell'Ateneo, riafferma la propria contrarietà alla riduzione dei finanziamenti all'Università, così come emerge dai vari provvedimenti governativi degli ultimi mesi (Leggi 126/2008 e 133/2008), che configurano un definanziamento della formazione universitaria e della ricerca nel nostro Paese, e il ridimensionamento del loro carattere pubblico.

Esprime, altresì, la contrarietà alla norma che limita pesantemente il turn-over del personale. Auspica, pertanto, interventi legislativi che ripristinino un adeguato livello di finanziamento, in considerazione del fatto che, già prima delle previste riduzioni, si attestava allo 0,6% del PIL, un valore ben lontano dagli obiettivi di Lisbona e da quello di molti Paesi industrializzati, ed eliminino le limitazioni alle assunzioni. In assenza di tali interventi, si avrebbero, infatti, ripercussioni negative sull'offerta formativa, sul diritto allo studio, sullo sviluppo della ricerca scientifica, compromettendo in modo irreversibile il futuro di tanti giovani, impegnati nella loro formazione e nella ricerca, nonché le prospettive di sviluppo economico e sociale del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno d'Italia.

Il Rettore riafferma il valore della politica di attenta e scrupolosa vigilanza sugli equilibri di bilancio, adottata dagli Organi di governo dell'Ateneo e, con riferimento alle possibili, e auspicabili, modifiche ai provvedimenti normativi fin qui assunti in materia di finanziamento del sistema universitario, chiederà agli Organi di governo dell'Ateneo la sospensione dell'attuazione delle pesanti misure di contenimento della spesa, che si renderebbero eventualmente necessarie per fronteggiare la prevista riduzione del finanziamento ordinario dell'Università, pari a circa 17 milioni di euro, per il 2010.

Il Rettore fa appello al Governo, affinché, nel garantire un finanziamento adeguato al sistema universitario, proceda, allo stesso tempo, con determinazione, nella direzione dell'attribuzione delle risorse sulla base di una valutazione dei risultati formativi e di ricerca degli Atenei, nonché dell'efficienza e dell'equilibrio della loro gestione.

Ritiene che i risultati dell'Ateneo di Catania, nel campo della ricerca, che lo vede al 14° posto per numero di PRIN finanziati nel 2008, e della capacità di attrazione degli studenti e di formazione d'eccellenza, anche attraverso la Scuola Superiore, e in quello della gestione del proprio bilancio, con il pieno rispetto dei limiti di spesa per il personale (86% del FFO) e di indebitamento (0,4% del FFO), debbano essere premiati con risorse che consentano di mantenere e sviluppare tali risultati, garantendo una prospettiva ai tanti docenti e ai ricercatori precari che si sono, in questi anni, impegnati per il loro conseguimento.
Il Rettore, infine, fa appello alle Istituzioni locali e alla Regione Siciliana, affinché, nella delicata condizione della realtà meridionale del Paese e della Sicilia e nel contesto delle riforme federaliste, si individuino forme di collaborazione e di investimento - anche attraverso la sinergia con le altre università siciliane - che facciano della formazione e della ricerca, una leva per l'innovazione e lo sviluppo economico e sociale della nostra regione.

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agb
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Biuso
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Inserito il - 14/11/2008 : 22:01:07  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Anna Adamolo: www.ministeroistruzione.net/

www.pubblica.distruzione.org/




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