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Biuso
Amministratore
Città: Catania/Milano
2900 Messaggi |
Inserito il - 10/02/2008 : 11:59:17
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Cura cum fluvium transiret, videt cretosum lutum sustulitque cogitabunda atque coepit fingere. dum deliberat quid iam fecisset, Jovis intervenit. rogam eum Cura ut det illi spiritum, et facile impetrat. cui cum vellet Cura nomen ex sese ipsa imponere, Jovis prohibuit suumque nomen ei dandum esse dictitat. dum Cura et Jovis disceptant, Tellus surrexit simul suumque nomen esse volt cui corpus praebuerit suum. sumpserunt Saturnum iudicem, is sic aecus iudicat: "tu Jovis quia spiritum dedisti, in morte spiritum, tuque tellus, quia dedisti corpus, corpus recipito, Cura enim quia prima finxit, teneat quamdiu vixerit. sed quae nunc de nomine eius vobis controversia est, homo vocetur, quia videtur esse factus ex humo" .
(Igino, favola 220)
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agb «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi» (Mt., 7,6)
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Filosofessa
Nuovo Utente
Regione: Sicilia
21 Messaggi |
Inserito il - 10/02/2008 : 22:04:57
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Davvero bella!posso chiederle come preferisce tradurre "Cura"?alcuni lo fanno con "Inquietudine", altri con "Angoscia",altri ancora lasciano "Cura", lei che significato dà? |
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giofilo
2° Livello
Regione: Jamaica
Città: Catania
176 Messaggi |
Inserito il - 11/02/2008 : 01:04:17
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Forse, proprio "cura" è il termine più adatto? Forse è la stessa Cura di cui parlava Heidegger, quella che "possiede l'uomo finché vive".
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giofilo
2° Livello
Regione: Jamaica
Città: Catania
176 Messaggi |
Inserito il - 11/02/2008 : 08:30:49
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E infatti ricordavo proprio che ci fosse un legame forte, tra questa favola di Igino e Heidegger! Forse è stato proprio il Prof. Biuso a leggerla durante una sua lezione.
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Biuso
Amministratore
Città: Catania/Milano
2900 Messaggi |
Inserito il - 11/02/2008 : 17:57:53
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Sì, ricorda bene, avevamo letto a lezione questa favola di Igino che Heidegger analizza nel § 42 di Sein und Zeit, dove scrive che «l’ “essere-nel-mondo” ha una struttura conforme all’essere della Cura». Credo anch’io, Filosofessa, che si debba lasciare “Cura” nella sua dizione latina, la quale riassume la preoccupazione che sempre accompagna i nostri atti, l’attenzione che poniamo nel vivere, l’inquietudine e la tenacia che intessono i giorni degli umani.
La sentenza emessa da Saturno è, in effetti, un piccolo trattato di antropologia. La Cura, la continua tensione dell’essere e del fare che ci caratterizza, è espressione del nostro abitare lo spazio e il tempo, l’hic et nunc. Finché siamo e restiamo un’unità psicosomatica, a possederci è questa Cura, l’attrito temporale che sempre accompagna i pensieri, le opere, i giorni, la vita come la morte.
agb «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi» (Mt., 7,6) |
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