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Biuso
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Inserito il - 17/07/2004 : 12:04:37
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Su Repubblica di oggi ( http://www.repubblica.it/2004/g/sezioni/spettacoli_e_cultura/robot/robot/robot.html ) si può leggere un'interessante sintesi dei rapporti fra cinema e robot. Ne riporto alcuni passi: ==========================
Perfette riproduzioni della nostra anatomia (come le donne robot di La donna perfetta) o oggetti di alto design tecnologico (come le creature androgine dai riflessi di mercurio di I, Robot, appena uscito sugli schermi americani), docili e servizievoli come colf, come nella fantascienza degli anni '50 o diabolici calcolatori come in 2001: Odissea nello spazio: perché i robot ritornano oggi in massa con film come I, Robot o Sky Captain and the world of tomorrow (che uscirà il 17 settembre negli Usa)? In tutti i casi più recenti, si tratta di presenze tutt'altro che amichevoli. In La donna perfetta (con Nicole Kidman) i robot sono una sinistra proiezione dei più infantili desideri maschili, in Sky Captain and the world of tomorrow sono gigantesche macchine volanti che hanno pessime intenzioni, le stesse degli automi ribelli di I, Robot, benché quest'ultimo si ispiri all'utopia illuminista di Asimov che addirittura finiva la sua saga facendo degli automi i creatori dell'universo.
Cos'è che ci ispira tanta paura negli automi e perché non facciamo che lavorarci con la fantasia, grazie al cinema? In realtà, i robot non hanno mai smesso di abitare il grande scherno come se fossero a casa. Anzi, il cinema, come arte, è cresciuto insieme a loro. La prima decisiva apparizione di uno di loro è al cuore di una delle mitologie visionarie più fiammeggianti e imitate (Metropolis), due celeberrimi robot (C3 e D3) sono coprotagonisti di Guerre stellari, la saga più fortunata del grande schermo contemporaneo.
(...)
In ogni caso, basta pensare a Matrix per capire che nel nostro interesse per le macchine dalla forma umana c'è qualcosa di morboso. Da una parte vogliamo che le macchine somiglino sempre più ai corpi (la sensualità del morbido design dell'high tech), dall'altra lottiamo come ossessi perché i nostri corpi diventino efficienti come macchine: il cinema ci costringe a fare i conti con la confusione abissale in cui versiamo costantemente a causa dell'intreccio di questi desideri profondi. E spesso l'alimenta. Per quale ragione, altrimenti, ci sarebbero così tanti film con l'immagine di corpi umani trasformati in macchine? E' una ossessione del cinema, strettamente legata a quella dei Robot.
(...)
E' un fatto, bisogna accettarlo: ci affascinano e impressionano le macchine che hanno apparenza di corpi e i corpi trasformati in macchine. Uno dei più grandi registi di tutti i tempi, non ha fatto che parlarcene. Kubrick. Insieme a 2001, non c'è suo film in cui non ci mostri come gli esseri umani sappiano trasformarsi in automi letali, a causa della guerra (da Orizzonti di gloria a Full Metal Jacket), del Potere (Arancia meccanica) o della famiglia (Shining). E proprio Kubrick, ha ispirato il film che, grazie a Spielberg, si è trasformato nella domanda più insidiosa di tutte: non è che questo pianeta sarebbe molto migliore se fosse popolato di automi invece che di uomini? La questione viene provocatoriamente e malinconicamente avanzata da A. I., un film che non a caso ha respinto parte del pubblico e della critica: meglio dipingere i robot come minacciosi e malefici Terminator che accettarne la competizione sul piano della civiltà.
agb verso la luce -l'ultimo tuo movimento un giubilo di conoscenza -l'ultimo tuo accento (Nietzsche)
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dval
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43 Messaggi |
Inserito il - 03/08/2004 : 14:40:22
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quote:
E proprio Kubrick, ha ispirato il film che, grazie a Spielberg, si è trasformato nella domanda più insidiosa di tutte: non è che questo pianeta sarebbe molto migliore se fosse popolato di automi invece che di uomini? La questione viene provocatoriamente e malinconicamente avanzata da A. I., un film che non a caso ha respinto parte del pubblico e della critica: meglio dipingere i robot come minacciosi e malefici Terminator che accettarne la competizione sul piano della civiltà.
In fondo in A.I. cosa restava di tutto ciò che l'umanità aveva prodotto? Un automa come massima espressione delle capacità dell'uomo, capacità tecniche per ciò che concerne la sua costruzione, ma non solo, anche i sentimenti, l'amore del bambino per la madre. Ironia della sorte(!) l'automa era stato rinnegato. Nell'uomo bicentenario chi era a ad aiutare l'uomo con le ricerche scienifiche in campo medico? Certo poi in questo caso il tutto era finalizzato ad una umanizzazione della macchina, un finale per certi versi rassicurante.
Homo sum: nihil humani a me alienum puto Terenzio
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