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 Mente & Cervello 39 – marzo 2008

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Biuso Inserito il - 04/03/2008 : 13:43:42



La vita del cervello è relazione (un Mitsein), «il nostro apprendimento avviene non già modificando i neuroni, bensì rinforzando le sinapsi», e cioè i contatti tra dendriti e assoni, le terminazioni neuroniche (Dobbs su Kandel, pag. 54). Sinapsi la cui continua creazione è necessaria per il consolidarsi della memoria. Anche per questa sua dimensione plastica e dinamica la mente/memoria non è una res ma è un fieri, la cui struttura è il tempo: «la simulazione degli episodi futuri si basa sulla ricombinazione di dettagli recuperati dalla memoria. Secondo Addis, ricordi e fantasie non sarebbero altro che il risultato di uno spostamento "avanti e indietro" lungo la linea del tempo soggettivo» (news, p. 23). Le reti neuronali specializzate nella percezione del tempo sono distribuite lungo il cervello e in particolare nel lobo frontale.
Leggere vuol dire distendere i pensieri in un tempo calmo e anche per questo la lettura può assumere una funzione terapeutica. Le parole possono unire e dividere, costruire e distruggere, come sapeva Gorgia e come conferma il fenomeno dell'insulto, la cui funzione primaria «è proprio quella di sostituire un attacco fisico con un mezzo linguistico» (Barberi, 37); e anche il silenzio -soprattutto il silenzio- può costituire una forma di ingiuria.

Oltre quelli qui sintetizzati, questo numero di Mente & Cervello presenta tematiche piuttosto differenti. Dall'identità discontinua della mente (e dunque della persona) a un efficace test sulla noia (che consiglio di affrontare, a p. 76); dalla presunzione e falsificazione alle quali i freudiani spesso si danno (come nel caso del dott. Brussel e della sua presunta infallibilità come profiler di criminali), alle nuove schiavitù del precariato e delle sue conseguenze psicosociali, talmente gravi che Paul Brand Rauf prevede che «in breve le aziende si renderanno conto che la precarietà non è conveniente dal punto di vista economico, perché rende i lavoratori poco produttivi. Quindi, paradossalmente, saranno proprio le imprese a cercare di arginarla» (32).


agb
««Per lætitiam...intelligam passionem qua mens ad majorem perfectionem transit»
(Spinoza, Ethica, III, XI, Scholium)

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