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domenica 20 aprile 2025 ore 09:03:13
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 Rossi e Turigliatto
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bisca
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Regione: Italia
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Inserito il - 26/02/2007 : 23:09:30  Mostra Profilo Invia a bisca un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tutti noi siamo a conoscenza di quello che è avvenuto al governo italiano negli ultimi giorni, con la crisi del governo di Romano Prodi, le sue dimissioni e tutto ciò che è avvenuto in seguito alla sconfitta della sinistra in senato sul tema della politica estera.
Lasciando perdere qualsiasi discorso sulle mie preferenze politiche o il mio esser contrario a qualunque guerra, vorrei riflettere su alcune questioni e dubbi di carattere etico che mi sono sorti in mente al proposito.
Mi domando per prima cosa com'è possibile che i rappresentanti al governo di una buona metà degli italiani(mi riferisco alla destra senatoriale) abbiano potuto votare in assoluta compattezza contro il rifinanziamento di una guerra iniziata da un loro governo e che, nel caso si ritornasse ad una situazione di destra al potere, riconfermerebbero senza indugi.
Anche il signor Casini che ha avuto sempre un bel dire sul fatto di non attuare un politica d'opposizione d'ostruzione ma di tendere sempre all'essere 'costruttivi' non ha avuto problema alcuno a votare cotro questa mozione per alcuna ragione se non quella di fare dichiaratamente del vile ostruzionismo.
Credo cha quando chi è al potere compie il contrario di quello che ritiene giusto solo per conservare o aumentare il proprio potere la situazione sia veramente ad un punto di desolazione totale.
Niente è ora di più auspicabile da parte loro del niente.
L'altra domanda che mi pongo riguarda i due dissidenti dell'Unione: Rossi e Turigliatto.
I due sono stati gravemente insultati, e nel caso di rossi pare anche percossi, dai loro stessi compagni di coalizione e partito per non aver votato a favore di un provvedimento che urtava fortemente la loro sensibilità morale. I due che si professano contrari ad ogni tipo di guerra, e più volte hanno confermato di esserlo, dopo aver per amor di causa(quella dell'antagonismo verso i propri avversari, non del bene diretto del paese) più volte accettato e sostenuto provvedimenti ai quali erano ostili, questa volta non se la sono sentita di confermare tale condotta riguardo una questione che tocca il profondo della loro coscienza: si tratta infatti di dare il proprio appoggio all'uccisione di esseri umani, non solo terroristi o militari ma anche civili: uomini, vecchi, donne e bambini.
Non voglio discutere il problema della legittimità di una guerra che non considero tale per ragioni ontologiche(riguardanti non me ma la mia concezione di 'guerra'), quindi prego chiunque sia in disaccordo o abbia qualcosa da dire a proposito di non farlo in risposta al mio contributo, ma leggendo questo testo di riflettere su un altro problema: è giusto criticare per le loro azioni, eticamente per la prima volta coerenti da qualche tempo a questa parte, i due senatori in questione, insultarli ed addirittura percuoterli per aver agito secondo coscienza esercitando un proprio diritto senza limitare la libertà di nessuno?
Non so, forse un atteggiamento come quello della signora Rame, di Bertinotti e di molti altri della sinistra radicale allonta la 'minaccia' di un crollo del governo, ma fino a che punto è lecito subordinare la propria coscienza etica e morale a questo politico ideale di giochi di potere?
Di una cosa sono certa: il problema nella politica italiana(e quindi anche nella fazione che auspicherei essere la migliore, o almeno migliore) non è certo l'astinenza dei senatori Rossi e Turigliatto, nè(ma qui mi indigno e faccio una smorfia) del comportamento tenuto in quest'occasione da Andreotti o Pinin Farina, bensi' è da ricercare nel comportamento di chi i due dissidenti radicali li ha volgarmente insultati e di chi compie del turpe ostruzionismo per gettare il paese
in un caos maggiore ancora di quello in cui si trova già.


"In questo era un genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente." _da "Novecento" di ALessandro Baricco_

bisca
Nuovo Utente


Regione: Italia
Città: Milano


20 Messaggi

Inserito il - 26/02/2007 : 23:13:50  Mostra Profilo Invia a bisca un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
quote:
Di una cosa sono certa:


Un'altra cosa di cui sono assolutamente certo è di essere un uomo...pardon..la stanchezza..

"In questo era un genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente." _da "Novecento" di ALessandro Baricco_
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digiu
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Inserito il - 27/02/2007 : 13:00:32  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di digiu  Invia a digiu un messaggio Yahoo! Invia a digiu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
quote:

Mi domando per prima cosa com'è possibile che i rappresentanti al governo di una buona metà degli italiani(mi riferisco alla destra senatoriale) abbiano potuto votare in assoluta compattezza contro il rifinanziamento di una guerra iniziata da un loro governo e che, nel caso si ritornasse ad una situazione di destra al potere, riconfermerebbero senza indugi.



Si chiama balletto del potere. Da sempre in Parlamento si gioca su equilibri che nulla hanno di ideologico, tranne che il pervicace attaccamento al potere.



quote:

L'altra domanda che mi pongo riguarda i due dissidenti dell'Unione: Rossi e Turigliatto.
(...)
è giusto criticare per le loro azioni, eticamente per la prima volta coerenti da qualche tempo a questa parte, i due senatori in questione, insultarli ed addirittura percuoterli per aver agito secondo coscienza esercitando un proprio diritto senza limitare la libertà di nessuno?



Qui si aprono mille prospettive. Una di queste la trovi perfettamente sintetizzata nelle righe dell'Amaca di Serra, il giorno ch'e' caduto il Governo.
In soldoni vi si sostiene l'esistenza di gradi di coerenza configurati alla volta di altrettanti obiettivi: il primo obiettivo per un massimalista sarebbe non veder tornare B. a Palazzo Chigi, poi tutti gli altri punti secondo gli spazi e le possibilità.
Si comprende bene che in questa prospettiva far cadere il governo sarebbe una mancanza di coerenza ancora piu' forte rispetto alla contraddizione sulle basi di Vicenza.

Queste posizioni in realtà sia chiaro, sebbene vengano amplificate da opinionisti come Michele Serra e Gad Lerner, sono in realta' posizioni ideologiche universalmente ritenute di buon senso, ma innanzitutto posizioni di elettori della sinistra moderata che naturalmente non sposano neppure per sbaglio le lotte di piazza dei rifondaroli.


Ulteriori linee di "giudizio" possono essere individuate in alcune testate come il CdS o Il Sole24Ore che hanno squadernato una bella schiera di "fondi", per l'occasione in obbedienza alle richieste degli editori.
Ebbene per costoro, ovviamente, la caduta del Governo rappresenta un momento che trascende l'opinione personale, era qualcosa di atteso e sul quale si possedevano gia' alcuni argomenti pronti, tesi a salvaguardare ideologie d'interesse.

Senza volermi dilungare in cosette eccessivamente tecniche, diciamo che politicamente vi e' stato un sostegno perfino comico per la figura di Massimo D'Alema.
La caduta del Governo e' passata in secondo piano: per chi da destra guarda a sinistra aleggia sempre il sospetto di "estremismo" incollato sulla posizione di quanti scendano in piazza per manifestare anti-TAV o contro l'incostituzionalità delle basi di Vicenza.
Sicche', infine, il risultato scade nelle simpatie personali per chi debba battersi contro le anime dissidenti, in questo caso per l'ex presidente della bicamerale: evidentemente si ha qualcosa per cui ringraziarlo, o vecchi conti in sospeso (cfr. Galli della Loggia)

Infine due righe secondo il mio punto di vista.
Diliberto (mica Casini, eh!) il giorno precedente alla manifestazione di Vicenza, intervistato in radio, ha sostenuto testualmente: "l'Italia non e' un paese neutrale e necessita di un esercito. Se d'un tratto in barba a tutti i patti negassimo a Bush l'appoggio di Vicenza, a quel punto decadrebbe la loro protezione e dovremmo correre ad armarci e non abbiamo né fondi né risorse umane per farlo."

Una volta ancora si puo' comprendere quanto le politiche internazionali perlopiu' siano precostituite indipendentemente dai Governi (o quasi) e le variazioni possibili negli equilibri politici mondiali siano minime, specie per un paese come l'Italia fortemente indebitato.
Detto cio', ne scaturisce una profonda indifferenziazione partitica, almeno all'atto pratico, che rende il sistema maggioritario ancora piu' bugiardo quando applicato in un paese elettoralmente frazionato in correnti e sottocorrenti come il nostro.

Oggi, infine, siamo giunti alla palese ammissione da parte di tutti gli attori (e da qualche anno anche gli elettori) sul vero fulcro della politica: il compromesso.
Si capisce di dover governare CON gli altri, ovvero agitando l'alibi che permetta di venir meno -in qualsiasi momento e su qualsiasi tema- al patto con i propri diretti elettori.

Questo, allo stato dei fatti, e' il vero fallimento della politica.
Turigliatto, Rossi, Prodi e B. sono solo il contorno...


digiu.

________________________
gli articoli citati:

M. Serra, I cavalieri dell'ideale



E.Galli della Loggia, Lezione di serietà


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bisca
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Inserito il - 01/03/2007 : 18:59:07  Mostra Profilo Invia a bisca un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sono ovviamente daccordo per quel che riguarda le tristi motivazioni additate come cause del comportamento dei politici italiani durante l'intera vicenda(il termine 'tristi' implica un giudizio negativo sulla validità etica di tali motivazioni, sottolineo per rafforzare il mio dissenso assoluto) e apprezzo molto la definizione di gradi di coerenza, termine che rende benissimo l'idea e che colpisce subito nel segno.
Ma tralasciando la ricerca delle motivazioni 'strategiche' di alcune linee politiche(perchè alcune?ahimè..tutte) non possiamo limitarci a definire il tutto come un balletto politico!lo è, su questo non ci sono dubbi, ma il solo accettarne la definizione, pur se con tono amaro ed accento critico, toglie dignità al concetto di concezione politica del cittadino italiano; far entrare nel nostro dizionario politico questo termine(o meglio lasciarlo) sotto la voce 'verità dominanti della politica italiana' senza aggiungere un 'contro le quali combattere fino all'ultima parola o articolo o voto' porta irrimediabilmente al non avere parole ed al rassegnarsi al contemplare tristemente il tutto., e questo è tristemente certo, perchè non
credo potranno più esserci rivoluzioni di sistema o compromessi storici in grado di migliorare la situazione; come evidentemente non ce ne sono stati dagli effetti duraturi in passato.

quote:
Da sempre in Parlamento si gioca su equilibri che nulla hanno di ideologico, tranne che il pervicace attaccamento al potere.


Questa mestamente vera realtà ci segnala che il problema è un qualcosa di radificato da sempre nel sistema, nulla di nuovo quindi, ma se il continuare a ripeterlo sempre e comunque puo' da un lato togliergli valore, l'aprire gli occhi e il diffonderlo il più possibile può aiutare a sradificarlo e a salvare il salvabile.

"In questo era un genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente." _da "Novecento" di ALessandro Baricco_
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