Biuso
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Inserito il - 01/11/2006 : 10:28:19
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Nel deserto del Marocco, una famiglia di pastori berberi. A Tokyo, una ragazza sordomuta. A San Diego, una tata messicana e i due bambini che le sono affidati dai genitori in viaggio in Marocco. Accade qualcosa di drammatico e di assolutamente casuale, un evento che incrocia queste vite e che mostra in tutta la sua concretezza (Husserl direbbe nella sua «struttura precategoriale») la potenza della necessità.
Alejandro Gonzáles Iñárritu costruisce ancora un altro film emotivo ed epico, nel quale la cinepresa sta addosso ai corpi degli attori e alle anime dei personaggi. Emergono anche la difficoltà della comunicazione (la metonimia della sordità; la Babele del titolo) e l’arroganza dei poteri (qualunque fatto colpisca degli statunitensi diventa subito “terrorismo”…) ma al centro di tutto sta il sottile, costante, insensato dolore degli umani.
agb «Il tempo sembra essere presente in ogni cosa, sulla terra e nel mare e nel cielo» (Aristotele)
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