Biuso
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Inserito il - 07/06/2006 : 17:05:24
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Mi è stato donato un dvd con alcune opere di Carmelo Bene. Ieri ho visto Quattro diversi modi di morire in versi.
Quattro poeti russi: Blok, Esenin, Majakovskij, Pasternak. Carmelo Bene li fa suoi, li recita, li stravolge e travolge. Rimanendo fedelissimo alla loro potenza. È il 1974 quando con le musiche di Vittorio Gelmetti e le scene di Mario Fiorespino, Bene costruisce uno spettacolo ascetico e potente, nel quale la sua voce si coniuga a suoni ora cupi, ora striduli, ora dolci. Tutto intorno lo circondano delle fiamme.
La Rivoluzione cantata da Blok e negata da Pasternak è solo una delle tante metafore che intessono questo teatro della crudeltà umana, nel quale l’assurdo tocca la pienezza mentre utopia e disincanto si fanno una cosa sola nei versi visionari di Majakovskij. Il canto più lieve e più intimo è forse quello di Esenin, in particolare le sue Confessioni di un teppista/malandrino che sono diventate molto note nell’adattamento di Angelo Branduardi.
Ancora una volta Carmelo, l’uomo-orchestra, restituisce in modo ctonio l’enigma, il miracolo, la potenza della Parola.
agb «Nec ridere, nec lugere, neque detestari, sed intelligere» (Spinoza)
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