Biuso
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Inserito il - 30/05/2006 : 14:02:04
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Mente & Cervello va diventando sempre più interessante e varia nei contenuti.
Divertente, ad esempio, è l’ampio Dizionario di calcio per sopravvivere ai mondiali che con precisione ma anche con ironia descrive dal punto di vista neuropsicologico e sociologico il mondo del pallone, anche in vista dei prossimi mondiali in Germania.
Un articolo che interessa particolarmente gli studenti del corso di fdm di quest’anno è quello dedicato a Kim Peek, un savant capace di memorizzare tutto quello che legge e ascolta ma che ha anche «grossi problemi con il pensiero astratto», esattamente come l’Ireneo Funes del racconto di Borges letto a lezione. Sorprendente è che nel cervello di questa persona (cha ha ispirato anche il film Rain Man) sia assente il corpo calloso e cioè il fascio di fibre nervose che collega fra di loro i due emisferi cerebrali.
Altri testi da leggere sono dedicati alle varie forme di fobia (e alla possibilità di guarirne); ai comportamenti violenti indotti dall’appartenenza a gruppi e a istituzioni (con il celebre esperimento svolto da Philip Zimbardo nel 1971 e ripetuto da Haslam e Reicher di recente); alla differenza fra l’imparare a scrivere a mano o sulla tastiera, con i molti vantaggi della prima soluzione; al rapporto fra televisione e istrionismo, che conferma come il piccolo schermo possa «provocare distorsioni della percezione e della realtà, per lo meno in determinati gruppi di spettatori»; alla curiosa (ma anche drammatica) Sindrome della mano aliena (o Doctor Strangelove Syndrome) che comporta la totale autonomia di un arto rispetto al suo…proprietario.
Giofilo sarà contento di una recensione al libro di Rizzolatti e Sinigaglia sui neuroni specchio. Recensione che comincia così: «Siamo esseri incorporati, profondamente radicati nei nostri meccanismi cerebrali. Ne siamo consapevoli, eppure c’è ancora un’istintiva diffidenza a pensare che sentimenti “alti” come l’empatia o la compassione verso il prossimo possano essere qualcosa che ha a che fare con le nostre funzioni corporee basilari».
A.Lavazza, autore della recensione, nota anche che «mentre siamo profondamente “simpatetici” verso le reazioni negative, come appunto il disgusto o il dolore, lo siamo assai meno verso quelle positive come la gioia». Ha ragione quindi Nietzsche: «imparare a meglio gioire è per noi il modo migliore di disimparare a far male agli altri e ad escogitare cose che fanno male» (Così parlò Zarathustra, pagg. 104-105).
agb «Nec ridere, nec lugere, neque detestari, sed intelligere» (Spinoza)
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