digiu
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Inserito il - 03/03/2006 : 19:35:27
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Arrivederci amore, ciao di Michele Soavi
Giorgio Pellegrini, terrorista condannato all'ergastolo, dopo lunga latitanza rientra in Italia e collabora con Anedda, un ufficiale della Digos corrotto; riesce così a sfangare il carcere e a tornare in libertà. Una volta fuori l'imperativo è di far soldi in fretta e grazie ai contatti, all'astuzia e all'esperienza di criminale incallito si infila nei traffici assai redditizi di un night club. Tra droga, prostituzione, rapine e omicidi il suo sogno resta naturalmente la riabilitazione per buona condotta, nella speranza un giorno di poter ricominciare, a quarant'anni, da zero e con la fedina penale pulita.
Tratto dall'omonimo (ottimo) romanzo noir di Massimo Carlotto il film avrebbe dovuto reggersi sui tempi interiori del protagonista: la freddezza, la solitudine, la sessualità e l'arrivismo, propulsori che dominano i capitoli della sua esistenza scanditi ciascuno da una donna diversa. Soavi però ha preferito privilegiare l'azione cercando di mantenere alto il ritmo narrativo: obiettivo comunque centrato dal momento che l'intreccio si dipana senza il minimo segno di cedimento. Tutti bravi gli attori (menzione speciale per Placido nel ruolo di Anedda) e se non fosse per la stilizzazione delle figure femminili e per l'eliminazione pressoché completa dell'esplicita e curatissima (nel libro) sottotraccia sessuale e di quella geografica altrettanto precisa (il favoloso scenario del Nordest locomotiva italiana ovvero terra delle seconde occasioni), si potrebbe definire un gran film. Resta invece un fratello maggiore della fiction televisiva, imprinting che di questi tempi tarpa le ali alla produzione italiana impedendo alle storie di vivere in respiro più ampio, come d'altra parte dovrebbe accadere al cinema.
digiu.
Modificato da - digiu il 04/03/2006 03:22:15
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