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digiu
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Inserito il - 23/02/2006 : 16:13:13
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Truman Capote, A sangue freddo di Bennett Miller:
1959: in una sperduta cittadina del Kansas dopo una rapina finita male viene sterminata un'intera famiglia di agricoltori. L'efferatezza dei delitti impone una tempestiva caccia agli assassini, presto catturati e processati. Truman Capote, giornalista e scrittore, decide di raccontare la vicenda e interessatosi alla storia dei due banditi intraprende la stesura di A sangue freddo: un romanzo-inchiesta destinato a consacrarlo come il più famoso scrittore americano.
L'elegante Capote, nonostante la dichiarata omosessualità e la sferzante ironia, si dimostra capace di vincere la ritrosia della provincia americana degli anni sessanta e quella dei due balordi emarginati autori degli omicidi. Soprattutto insinuandosi tra i ricordi e le frustrazioni di uno dei condannati, la cui storia ritiene assai simile alla propria, Capote trova la forza per ripercorrere l'atroce vicenda di sangue e comporre, di pari passo, il suo capolavoro letterario. Tuttavia proprio nell'arco dei quattro anni che portano alla definitiva condanna ed esecuzione degli assassini, il suo coinvolgimento emotivo sarà tale da condurlo all'esaurimento.
Supportato da una straordinaria fotografia che alterna le luci brillanti della società radical chic e i colori saturi del braccio della morte, il film esplora con una intensità drammatica assai profonda il contraddittorio rapporto di cannibalismo che in nome dell'arte e con l'inganno delle parole, la scrittura opera sulla realtà. E' un Philip Seymour Hoffman in stato di grazia ad incarnare questo controverso eppure vivido ritratto di Truman Capote, il genio diviso tra egoismo e fragilità.
digiu.
Modificato da - digiu il 24/02/2006 10:59:03
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Biuso
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Città: Catania/Milano
2900 Messaggi |
Inserito il - 25/03/2006 : 12:19:19
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Sulla trama del film, ha già detto tutto –e con molta precisione- digiu. Vorrei evidenziare anch’io la splendida interpretazione di Hoffman, che dà vita e corpo alla figura dell’artista geniale e narciso, capace di succhiare dalla vita propria e altrui il sangue delle parole per creare –a ogni costo- la bellezza. Un film molto elegante e insieme cupo, la cui disperazione è attutita dalla tensione verso la potenza redentrice della scrittura.
agb «Nec ridere, nec lugere, neque detestari, sed intelligere» (Spinoza) |
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