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Biuso
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Inserito il - 20/11/2005 : 15:10:47
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Qualcuno forse ricorda che il corso di fdm di quest’anno sarà dedicato al tema della memoria, decisivo per l’identità umana, in particolare ci occuperemo della memoria del corpo.
Su Le Scienze si legge una breve notizia che riguarda il rapporto profondo fra le percezioni sensibili e, appunto, la memoria. =============================
17.11.2005 Sensazioni e percezioni Il senso del tatto è associato all'attività cerebrale nel lobo frontale Secondo una ricerca dei fisiologi cellulari Ranulfo Romo e Victor de Lafuente dell'Università Nazionale Autonoma del Messico e dell'Howard Hughes Medical Institute, percepire un semplice tocco può dipendere tanto dalla memoria, dall'attenzione e dalle aspettative quanto dallo stimolo stesso. Gli scienziati hanno scoperto che il senso del tatto delle scimmie è associato all'attività cerebrale nel lobo frontale, un'area che assimila molti tipi di informazione neurale. Lo studio verrà pubblicato sul numero di dicembre della rivista "Nature Neuroscience" Una delle questioni più difficili delle neuroscienze riguarda come il cervello converte semplici input sensoriali in esperienze percettive complete. Molti ricercatori ritengono che le percezioni nascano nelle cortecce sensoriali, le prime aree del cervello a processare le informazioni provenienti dagli organi di senso. Studi recenti, però, hanno suggerito che anche l'attività in altre parti del cervello possa contribuire alla percezione sensoriale. (…) ==================
L’intera nota si trova qui: www.lescienze.it/index.php3?id=11474
agb «Vorrei togliere al mondo il suo carattere straziante» (Nietzsche)
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Biuso
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Inserito il - 09/11/2007 : 16:11:55
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Sul numero di novembre di National Geographic si può leggere un bell’articolo di Joshua Foer che sintetizza in forma divulgativa ma anche corretta e assai efficace la complessità della memoria, il suo dinamismo, le patologie, la potenza
Vengono descritti alcuni interessanti casi clinici, compreso quello di “AJ”, una quarantenne che ricorda tutto, come l’Ireneo Funes di Borges, che infatti viene citato. All’opposto, il caso di “EP”, colpito da amnesia anterograda e immerso quindi in un immobile presente: «Senza memoria, EP è completamente fuori dal tempo: non ha un flusso di coscienza, ma solo gocce che evaporano all’istante. Se gli si togliesse l’orologio sarebbe completamente perso. Prigioniero nel limbo di un eterno presente, tra un passato che non può ricordare e un futuro che non sa immaginare, conduce una vita tranquilla, libera da ogni preoccupazione» (pag. 7). Per AJ, invece «ricordare tutto è esasperante e deprimente», nonostante questa donna tenga molto alla sua formidabile memoria (21). Si conferma la necessità sia del ricordo che dell’oblio per l’equilibrio della nostra mente, la quale è costituita proprio da tale dinamica.
Nel mondo antico e medioevale «una memoria forte era considerata la massima virtù, poiché rappresentava l’interiorizzazione di un universo di conoscenze esterne» (19), che lo sviluppo della tecnologia ha sempre più appaltato a strumenti fuori di noi. Il “famoso” chip potrebbe costituire un modo per far rientrare nel corpo questa facoltà decisiva del pensare e dell’essere…
Nella pagine centrali dell’articolo (12-13) si trova una rappresentazione figurativa e schematica del cervello e delle sue funzioni mnestiche che mi sembra particolarmente chiara. Insomma, un numero da prendere fosse solo anche per questo testo…oltre che, per chi lo vuole, un bellissimo volume dedicato all’antica Grecia.
agb «È il possesso culturale del mondo che dà la felicità» (Pasolini)
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Stanley
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Biuso
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Inserito il - 16/04/2009 : 19:46:50
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Ireneo Funes sembra esistere veramente e si chiama Jill Price. Il personaggio borgesiano «sapeva le forme delle nubi australi dell'alba del 30 aprile 1882, e poteva confrontarle, nel ricordo, con la copertina marmorizzata d'un libro che aveva visto una sola volta, o con le spume che sollevò un remo, nel Río Negro, la vigilia della battaglia di Quebracho. (...) Ricordava non solo ogni foglia di ogni albero di ogni montagna, ma anche ognuna delle volte che l'aveva percepita o immaginata (...) Funes discerneva continuamente il calmo progredire della corruzione, della carie, della fatica. Notava i progressi della morte, dell'umidità» («Funes o della memoria», in Finzioni, «Tutte le opere», a cura di D. Porzio, Mondadori, 1991, vol. I, pagg. 712-714). E questa signora «se le si chiede cosa successe il 16 agosto 1977 non solo ricorda che quel giorno morì Elvis Presley, ma anche che venne passata una legge sulle tasse in California. Che il 25 maggio dell'anno successivo un aereo cadde a Chicago, o che il 30 agosto 1978 fu la prima volta in assoluto in cui portò l'auto a far lavare».
Questa patologia si chiama sindrome ipertimestica (o ipermnestica) e ne parla oggi "la Repubblica" in questo articolo.
agb «Vivere con immensa e superba imperturbabilità; sempre al di là» (Nietzsche)
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