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Biuso
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Inserito il - 31/05/2005 : 09:46:57  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sull’ultimo numero della rivista Informatica & Scuola è uscito un mio articolo dal titolo Mente, comunicazione e Semantic Web. La lettura on line è riservata agli abbonati ma posso inserire qui un brano del testo, tanto per capire di che cosa si tratta.
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«Per questo -e non a caso- molte delle ricerche contemporanee nell’ambito della Intelligenza Artificiale riguardano il Semantic Web, che dovrebbe costituire la naturale evoluzione del World Wide Web, capace di risolvere il problema di fondo causato dal moltiplicarsi esponenziale delle pagine in Rete: la difficoltà di trovare l’informazione che serve e di farlo in tempi ragionevoli. Anche i migliori motori di ricerca sono, infatti, limitati da almeno tre fattori: indicizzano solo una parte del Web e fra i loro risultati offrono sia falsi negativi (informazioni che nulla hanno a che fare con quelle chieste) che falsi positivi (l’omissione, invece, di parte dei dati che si cercavano). Questo accade perché i software di ricerca sono puramente sintattici e del tutto incapaci di distinguere i significati semantici delle stringhe che trovano. Non solo: gli agenti di ricerca ignorano anche il contesto pragmatico che dà valenza maggiore o minore rispetto all’obiettivo della ricerca. In altre parole: le macchine e i loro software non pensano.

"Questo significa che il Semantic Web intende recuperare tutta la tradizione della ricerca in Intelligenza Artificiale che va sotto il nome di rappresentazione della conoscenza, focalizzandola tuttavia su un nuovo obiettivo molto ben delimitato e preciso" (Bouquet – Ferrario). L’importanza filosofica del Semantic Web è rilevante se si pensa che con esso ci troviamo finalmente di fronte all’ammissione che bisogna andare oltre la sintassi affinché si dia davvero pensiero. Sinora, infatti, il tentativo di migliorare la ricerca delle informazioni in Rete è spesso fallito proprio perché i programmi non riescono ad accedere al significato dei dati che elaborano e quindi non possono coglierne la più o meno grande rilevanza in un contesto semantico e argomentativo più ampio della parola singola. Poiché gli umani sono già capaci di situare un’informazione nel contesto che le dà significato, il Semantic Web ha come obiettivo soprattutto far dialogare le macchine».

agb
Sono figlio della Terra e del Cielo stellato
(Lamina orfica di Hipponion)
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