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 Il Tempo e la Luna
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Cateno
2° Livello

Città: Regalbuto


169 Messaggi

Inserito il - 03/05/2005 : 10:42:20  Mostra Profilo Invia a Cateno un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Salve a tutti! La mia lunga assenza è dovuta a vari motivi (i miei piccoli lupetti, un esame, diversi giorni di stupore alcolico che mi hanno fatto inventare, quando mi trovai con una chitarra in braccio, una canzone dal successo paesano!!!) e mi dispiace di non aver potuto scrivere.

Tuttavia, leggendo gli interventi, ho notato una cosa strana ma per certi versi prevedibile. E’ una differenza rispetto allo scorso anno. Ebbene, il tema delle lezioni dell’anno scorso ha ampiamente nutrito questo forum. Forse perché abbiamo anche parlato di argomenti più generali che ormai, una volta discussi, sono rimasti quest’anno sullo sfondo, oppure perché la più palese ricaduta etica di quegli argomenti dava maggior appiglio e sicurezza a chi volesse scrivere, il fatto però è che sul tempo non abbiamo scritto nulla o quasi. Capisco che la prospettiva fenomenologico-esistenziale di Heidegger sia ardua e forse quella husserliana lo è ancora di più (mi sono perso la prima lezione su Husserl, mannaggia agli esami!), però, tralasciando l’importante considerazione che le analisi heideggeriane svelano (utilizzo apposta il termine) il Tempo e, se non vogliamo allargarci al senso dell’essere in generale, schiudono il senso dell’essere dell’Esserci (scusate se è poco), dunque tralasciando questo, il Tempo non può sfuggirci. Lo dico in tutti i sensi: non può sfuggirci come argomento di discussione su questo forum e non può, anzi non deve (dobbiamo assumerlo come compito ontologico) sfuggirci nell’esistenza anche quotidiana. Riflettiamo anche sul fatto che esistono a nostro favore, perché mediamente più comprensibili, delle caratterizzazioni del Tempo che Heidegger definirebbe pre-ontologiche. Il Tempo non è, e, aggiungerei, non dev’essere, solo ambito d’indagine ontologica; il Tempo è stato una continua ricerca di senso e fonte di mito e poesia. Certo, qualcuno potrebbe dire che questo è stato possibile solo sul fondamento dell’originaria Temporalità dell’Esserci e ne sono d’accordo. Però adesso volevo solo avviare la discussione raccontando un episodio ariostesco. Astolfo è sulla Luna e c’è arrivato con l’ippogrifo che è stato oggetto di qualche minuto di una lezione di quest’anno. Sulla luna scorge tante cose, tutte le cose che vengono perse sulla terra tranne che di “pazzia non v’è poco né assai;/ che sta qua giù, né se ne parte mai”. Come sapete, è lassù poiché Orlando innamorato ha perso il senno ed Astolfo vuol recuperarlo e s’avvede che sono tanti i motivi per cui si perde anche un po’ di senno tant’è che tutti sembriamo averne perso un po’. Tuttavia, Astolfo, prima di scendere dalla Luna, viene portato in un palazzo e qui vede all’opera due vecchie, delle quali l’una fila indistintamente e l’altra invece distingue i fili belli dai brutti; sono le Parche che tessono le vite umane e sanno quanto debbono durare. Sui fili vengono messe delle piastre con dei nomi impressi; sono i nomi d’ognuno di noi che vengono accumulati fino a quando un Vecchio, senza riposo, “espedito e snello”, “che per correr parea che fosse nato”, prende le piastre ad una ad una e giunto al fiume Lete, il fiume dell’oblio, “scarcava, anzi perdea la ricca soma”. Quel vecchio e il Tempo, o meglio, egli fa sulla Luna quello che il Tempo fa sulla Terra. E’ come se noi, coi nostri nomi, caricassimo il Tempo, per questo egli “scarcava” (non sembrano gli elenchi telefonici della mostra che ci ha descritto il prof?), oppure come si corregge il poeta “perdea”, cioè il Tempo ci perde. Ma, d’altro canto, è giusto così: il Tempo, le Parche e quindi le nostre esistenze hanno origine e senso nel mondo della Luna, tra le cose che si perdono e che tentano in tutti i modi di restare ed ecco gli elenchi telefonici, i poeti cioè i cigni di cui parla qualche ottava più avanti Ariosto, le lapidi… E qui tornano in mente Cèline, Foscolo, Anassimandro… Già, ci perderemo nello spietato torrente delle cose…
Chiudo con un consiglio: chi non l’ha ancora fatto, legga “Essere e Tempo”; chi l’ha fatto, lo rifaccia!
A presto!


L'esistenza è un episodio del nulla (Schopenhauer)
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