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Biuso
Amministratore
Città: Catania/Milano
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Inserito il - 13/01/2005 : 15:25:19
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Con la sua consueta lucidità, Schopenhauer afferma che «per quello che riguarda gli animali il cristianesimo ci pianta vergognosamente in asso» (Parerga e Paralipomena tomo II, Adelphi, p. 488). Le ragioni della indifferenza e del vero e proprio accanimento morale e pratico del cristianesimo –che certo ha altri meriti ma non questo- e della sua teologia contro la Natura e in particolare contro il mondo animale sono assai chiare. Esse affondano nell’antropocentrismo biblico, in una cosmologia che fa dell’essere umano il cuore dell’universo, in una teologia convinta che persino il Dio si sia fatto uomo e sia morto per la nostra specie, in una escatologia che riserva –a tutto ciò che non è umano- un solo destino: la nientificazione. Il dogma dell’Incarnazione e quello della Resurrezione hanno separato definitivamente l’umano dall’alterità animale.
La convinzione che l’anima umana sia immortale è, dal punto di vista logico e filosofico, del tutto indimostrabile, tanto quanto quella dell’immortalità delle anime non umane, ma sulla seconda il problema non sembra neppure porsi –o almeno, i teologi non se lo pongono-, sulla prima, invece, la bibliografia è sterminata. Quando l’armonia del vivente viene spezzata in questo modo, è assai facile che ne scaturiscano i comportamenti più sanguinari e più sadici, la pratica quotidiana dello sterminio verso l’animalità non umana. Una pratica che poi, inevitabilmente, favorisce l’estendersi della violenza anche al mondo umano, come confermano gli studi che vedono nel grande mattatoio di Chicago uno dei modelli dei Lager: entrambi hanno lo scopo di produrre il maggior numero di cadaveri nel minor tempo e con il minore dispendio possibile.
Lo sguardo dell’animale rappresenta invece un’alterità che è parte della nostra stessa identità di umani. Una piccola ma straordinaria conferma sta in un fatto di cronaca che ho letto sulla Repubblica e del quale qui non mi interessa l’aspetto commovente ma quello –appunto- della inseparabilità fra l’umano e l’animalità. Il titolo dell’articolo suona Cagnetta e padrone si ammalano e muoiono lo stesso giorno e racconta di una totale condivisione fra una mente umana e una mente animale. Dato che in pratica tutte le malattie sono psicosomatiche, la mente di questa cagna ha indotto il proprio corpo a seguire lo stesso andamento del corpo del padrone umano ammalato.
Quando mi chiedono e mi chiedete se gli altri animali abbiano una mente, rispondo che non lo so, che la mente è un processo a molti livelli e che è assai probabile che molti mammiferi siano dotati di questa facoltà. Forse una delle differenze sta nel fatto che il linguaggio e la mente degli altri animali sono comunicativi, quelli umani sono anche costitutivi: non una funzione ma la stessa struttura di ciò che definiamo «Io». Gli altri animali sono dotati di coscienza poiché sono capaci di reagire in modo selettivo agli stimoli ambientali, l’essere umano sarebbe dotato di autocoscienza e cioè della capacità di accedere ai propri stati interni (sulla questione si può leggere La scimmia che si parla di Felice Cimatti, Bollati Boringhieri; sulle dimensioni animali dell’umano, il testo più completo è lo splendido Etologia umana. Le basi biologiche e culturali del comportamento di Ireneus Eibl-Eibesfeldt, il più importante allievo di Konrad Lorenz; il testo è tradotto in italiano da Bollati Boringhieri).
Ma la storia di questa cagna e del suo umano mi fa pensare che se la mente è anche emozione, sentimento, corpo vissuto, non siamo gli unici a possederla.
agb Sono figlio della Terra e del Cielo stellato (Lamina orfica di Hipponion)
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psyche
Nuovo Utente
Regione: Egypt
3 Messaggi |
Inserito il - 13/01/2005 : 18:34:22
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gli animali sono la parte più vera di questo mondo..perchè non sanno mentire..
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brumy
Nuovo Utente
1 Messaggi |
Inserito il - 13/01/2005 : 21:17:58
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mi scusi professore ma anche essendoci questa specie di collegamento tra uomo e animale(cane in questo caso specifico)come ha fatto il cane a morire?non abbiamo nessun bottone volontario(oltre il suicidio)che ci permette di morire quando vogliamo!è come se io che amo profondamente una persona sono talmente collegata al suo animo da morire lo stesso giorno!...non trovo un senso! |
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Antonicco
Nuovo Utente
13 Messaggi |
Inserito il - 13/01/2005 : 22:40:31
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So solo che quando vedo soffrire un animale provo un grande senso di dispiacere e di angoscia, quando vedo un animale squartato e corcifisso in una macelleria, sento lo stesso sinistro e grottesco sentimento che provo quando entro in chiesa. Ma pensare ad una vita senza carne io non riesco; è come se volessi rimuovere questo problema perché lo ritengo irrisolvibile dal momento che da sempre il progresso e il benessere di qualcuno ha richiesto e richiederà la sottomissione dei più deboli.
L'affetto che può dare un animale, solitamente i mammiferi, è qualcosa di tanto puro e spiazzante da far paura. La cosa che tutt'ora pensandoci mi fa intenerire è lo scodinzolare dei cani alla vista del padrone. E' una cosa tenerissima e di una limpidezza impressionante. Negli occhi e nelle movenze non traspare altro che gioia, felicità schietta e sincera perché poco altro forse sono in grado di elaborare.
Che sentano qualcosa è scontato, ma capire cosa sia a me risulta molto difficile; basta quello che riescono a trasmettermi dall'esterno.
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Biuso
Amministratore
Città: Catania/Milano
2900 Messaggi |
Inserito il - 14/01/2005 : 19:57:16
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quote:
mi scusi professore ma anche essendoci questa specie di collegamento tra uomo e animale(cane in questo caso specifico)come ha fatto il cane a morire?non abbiamo nessun bottone volontario(oltre il suicidio)che ci permette di morire quando vogliamo!è come se io che amo profondamente una persona sono talmente collegata al suo animo da morire lo stesso giorno!...non trovo un senso!
Grazie dell’osservazione, che mi serve anche a chiarire. Naturalmente la cagna non ha deciso di morire lo stesso giorno del suo umano. Il fatto può essere interpretato come una singolare coincidenza oppure come un evento inspiegabile, una sorta di mistero. Io credo, più semplicemente, che il corpo di quest’animale abbia percepito le forme e i tempi della malattia del suo compagno umano e abbia cominciato a pulsare con gli stessi ritmi.
Perché la mente non è limitata all’encefalo; a pensare è l’intera corporeità vivente. Il nostro corpo non è soltanto organismo ma rappresenta uno spazio-tempo incarnato (letteralmente!) nella materia. E quindi, se quella cagna ha avuto una mente, essa è coincisa con l’intera sua corporeità, che ha seguito sino all’epilogo lo stesso andamento di salute e di malattia del compagno umano.
agb Sono figlio della Terra e del Cielo stellato (Lamina orfica di Hipponion)
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Katherine
1° Livello
Regione: Italia
Città: Giarre/Catania
84 Messaggi |
Inserito il - 19/01/2005 : 21:36:07
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quote:
Grazie dell’osservazione, che mi serve anche a chiarire. Naturalmente la cagna non ha deciso di morire lo stesso giorno del suo umano. Il fatto può essere interpretato come una singolare coincidenza oppure come un evento inspiegabile, una sorta di mistero. Io credo, più semplicemente, che il corpo di quest’animale abbia percepito le forme e i tempi della malattia del suo compagno umano e abbia cominciato a pulsare con gli stessi ritmi.
Perché la mente non è limitata all’encefalo; a pensare è l’intera corporeità vivente. Il nostro corpo non è soltanto organismo ma rappresenta uno spazio-tempo incarnato (letteralmente!) nella materia. E quindi, se quella cagna ha avuto una mente, essa è coincisa con l’intera sua corporeità, che ha seguito sino all’epilogo lo stesso andamento di salute e di malattia del compagno umano.
Sembra più che altro una coincidenza.Sì,credo che un animale,riesca ad entrare in una sorta di empatia con un essere umano,a percepire che il proprio padrone stia male,ma non riesco ancora a capire come questo cane si sia ammalato pure lui della stessa malattia e sia morto lo stesso giorno del padrone...
Il mio pensiero ti verrà a cercare tutte le volte che ti sentirà distante,per dirti ancora che sei solo tu la cosa che per me è importante...(Tiromancino) |
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grillo_pensante
Nuovo Utente
Regione: Italia
Città: Macerata
21 Messaggi |
Inserito il - 20/04/2005 : 04:17:27
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"gli animali sono la parte più vera di questo mondo..perchè non sanno mentire.."
Anche gli animali sanno mentire. Addirittura si mimetizzano. Prendono l'aspetto corporeo, se innocui, di altri animali velenosi. Oppure si fingono foglie o rametti vegetali, per fuggire i predatori. O assumono i colori dei sostegni che li ospitano e diventano invisibili. O si nascondono, si truccano o fingono di essere feriti per farsi inseguire e portare i predatori lontani dalla prole indifesa. Anche gli animali hanno problemi gravi che li inducono a mentire. Oppure devono adottare strategie indispensabili a procurarsi il cibo. Non è il caso di sottovalutarci troppo, noi animali. Siamo attrezzati a difenderci da ogni altro animale eccetto voi uomini. Per questo la responsabilità degli uomini, verso tutti gli altri animali, è essenziale per la sopravvivenza di molte specie. In tutti i casi, il fatto che gli animali sappiano mentire all'occorrenza dimostra che mente e sentimenti non sono loro estranei. Il mimetismo non è altro che una bugia "somatizzata", alla quale si ricorre perchè si prova paura. Un sentimento animale e umano.
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grillo_pensante
Nuovo Utente
Regione: Italia
Città: Macerata
21 Messaggi |
Inserito il - 22/04/2005 : 22:16:55
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Non credo di saper rispondere. Non so se tutto è menzogna. Affermare che tutto è menzogna è come dire che abbiamo in zampa, scusate, voi umani dite "in mano" la verità. Se io ho in mano la verità distinguo bene, Altrimenti come faccio a dire che "tutto" è menzogna? Poi se davvero non si potesse risalire a delle verità i filosofi sarebbero inutili. Ma sono inutili i filosofi? Possibile che l'amore per il sapere sia in fondo l'amore per le menzogne? Non lo so. Ci vorrebbe un filosofo...a dire la sua...
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