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Rosario
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5 Messaggi |
Inserito il - 09/09/2008 : 14:54:43
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Con questo nuovo topic desidero presentare all'attenzione di chi volesse una mia lettura del celebre testo di Benjamin.
Cercando di capirci qualcosa () ho scoperto che è una delle opere più seducenti, misteriose, stimolanti, genialoidi del pensiero del Novecento.
Anche se parla di teatro, in realtà, si ritrovano squarci poderosi e avvincenti di filosofia della storia, filosofia del linguaggio, teoria delle idee, filosofia teoretica, filosofia dell'arte, filosofia della teologia, filosofia della psicologia e ancora.....
Poi si scopre pure che molti termini passati al linguaggio delle avanguardie (frammento, rovina, costellazione, allegoria, storia naturale dello spirito e vari altri)hanno avuto qui il loro ambiente di coltura.
Dunque i motivi per cercare di capirci qualcosa ci sono
Ero partito con l'intenzione di scrivere qualcosa su la Premessa gnoseologica di questa opera, ma, affrontando i due capitoli che costituiscono la trattazione, mentre mi sono reso conto che era impossibile affrontare separatamente dal resto la Premessa gnoseologica mi sono ritrovato tra le mani una serie di riflessioni a cui ho voluto lasciare un certo spazio.
Cosa mi interessa di questo libro? Soprattutto la metodologia teoretica.
Nel discutere di un genere teatrale particolare Benjamin adopera una modalità di scrittura intensamente dialettica ed eidetica. Non solo, ma nella Premessa gnoseologica si mostra consapevole di questo suo stile "audace".
Questo trovavo quindi interessante: pur rivendicando alle sue argomentazioni il peso di affermazioni valutabili in termini di criteri di "verità",affermazioni su cui la controversia non era bandita e su cui era possibile giugere a conclusioni condivise e oggettive, Benjamin non fa uso di una metodologia induttiva ne ipotetico-deduttiva.
Apparentemente il suo modo di procedere appare "allusivo" ed "oracolare", dunque psicotico() o dogmatico.
In realtà, Benjamin afferma di credere ad una oggettività eidetica degli argomenti, e il suo procedere potrebbe essere più affine alla dialettica dissolvente socratico-platonica-hegeliana-adorniana.
Evidenziando un particolarissimo nesso tra scetticismo-libera invenzione linguistica-ragionamento comunicativo, la scrittura di Benjamin ci mostra che se anche non esistesse realmente alcuno degli oggetti di cui parla (quei drammi di cui cita i passi)ciò che egli dice risulta essere lo stesso interessante, produttivo, sensato, coerente, vitale.
Qui non è tanto il caso di dimostrare una tesi da presupposti o di applicare a dei fenomeni alcuni schemi. Si tratta di percorrere un cammino mentale che ci dà l'occasione di guardare alle cose diversamente e con maggiore libertà.
In qualche modo ho pensato di trovare in Benjamin la possibilità per il discorso razionale di non venire schiacciato su una base empirica precostituita e allo stesso tempo di non presentarsi come una struttura assiomatica e deduttiva, puramente formale.
Bene, ora dico qualcosa del primo articoletto della mia lettura.
Nel primo degli interventi che presento (§1), introduco la tematica, e propongo il filo conduttore: scoprire la possibilità di una "critica eminente".
Con questa espressione intendo dire che la riflessione sul già detto o già pensato o già fatto (la critica), è elaborazione del pensiero capace di libera creatività e non mero epigonismo o manierismo o ecclettismo o erudizione o accademia; quindi la "critica eminente" non si basa sulle opere ed i pensieri perchè possa poggiarsi sull'autorevolezza di ciò che è già dato e scontato, ma perchè approfondisce, di quella base,l'elemento "eidetico", l'elemento che si presta più di ogni altro, rimanendo oggettivo, ad una rielaborazione mentalmente libera e creativa(per questo essa è eminente).
Sperando di non aver spaventato nessuno invito chi volesse a cliccare sotto per leggere questa prima puntata del mio viaggio all'interno di quest'opera meravigliosa di Walter Benjamin.
Fornirò la Bibliografia alla fine degli interventi. Non uso il testo tedesco direttamente, mi riservo di farlo, se ne avrò voglia, in futuro. Mi servirò della traduzione edita da Einaudi
§ 1. Per chi esiste la serie A e la serie B? www.etempodiscrivere.it/?p=342#more-342
Rosario Gianino
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Rosario
Nuovo Utente
Città: Catania
5 Messaggi |
Inserito il - 12/09/2008 : 17:27:18
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Nel secondo articolo dò qualche informazione generale sul testo di Benjamin e poi discuto: a) sulla sua trasformazione di un genere letterario in una Idea b)su una prima specificazione di questa Idea come visione della Storia
§ 2. Una certa idea della storia http://www.etempodiscrivere.it/?p=437#more-437
Intanto ho trovato sul web una ottima, universitaria, introduzione letteraria a questo teatro. Breve, informativa ed esaustiva. http://users.unimi.it/lettted/sub/teatro/Barock_def.html#
Non avendo io citato neanche un autore o raccontato una trama, la lettura di questa presentazione, in italiano (in tedesco ce ne sono altre), è molto utile per chi sia interessato alla cosa.
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