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Antonicco
Nuovo Utente



13 Messaggi

Inserito il - 26/08/2004 : 23:45:57  Mostra Profilo Invia a Antonicco un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Salve a tutti! Sto qui per postare la parte finale della tesina che ho fatto qualche mese fa, durante le lezioni del prof. Camardi, senza però che il suo programma trattasse direttamente questi argomenti. Ho letto solamente "the computer and the brain" di J. Von Neumann, quindi le conoscenze sono molto ridotte; inoltre avrei dovuto forse prima leggere tutto quello che avete scritto voi sull'argomento, ma...sono veramente curioso di vedere le vostre reazioni!
Per favore siate clementi, non distruggetemi subito, apprezzate almeno l'ingenuità con cui ho scritto cose che già adesso rileggendo mi sembrano un pò...boh! Fate voi!
Le conclusioni mie
Diamo per certa la mia scarsissima preparazione sull’argomento e la ridotta scientificità di quello che sto per scrivere; si apprezzi invece la passione e la possibilità che ci sia una intuizione degna di essere presa in considerazione.

Innanzitutto ammetto, se non si fosse capito, che dopo questi studi ho pienamente abbracciato la corrente computazionista, tanto che tutto per un po’ mi appariva come una serie di combinazioni di numeri e stringhe di codice; mi sono spinto molto in là col pensiero fino a dare per probabile la costruzione di un software che riuscisse ad emulare molte manifestazioni del pensiero umano.
Le critiche mossemi dai colleghi durante l’esposizione mi hanno dato una mano ulteriore, sicché penso che di certo un sistema formale capace di comprendere tutto il funzionamento sia goedelianamente non producibile, ma che invece la riproduzione dei singoli atteggiamenti e sentimenti, con le giuste conoscenze, sia possibile. Certo a rigor di logica essendo vera la prima affermazione anche la seconda lo dovrebbe essere visto che l’intero sistema è l’unione di tutti i sottosistemi, ma forse lo scoglio è proprio il collegamento e l’interfacciamento di caratteristiche molto varie e dissimili tra loro.
Passiamo punti che ho analizzato:

● La responsabilità è un sentimento tipico degli uomini, ma prima di tutto della maggior parte degli esseri viventi i quali agiscono e pensano, nel caso dell’uomo, in base al istinto di conservazione e quindi da un punto di vista etico, agiscono per preservare la vita. Questa è una componente che non è presente nell’elaboratore, ma che potrebbe essere inserita come discriminante nel caso si debbano prendere delle decisioni in cui il valore esistenziale acquisisce una quantificazione la quale poi influenzerà i calcoli successivi. Come se un politico decidesse di fare la guerra inserendo in una serie di calcoli il valore numerico degli interessi economici, della pubblicità, della politica estera, della pericolosità del paese nemico etc…per infine inserire il valore della vita; non immagino assolutamente il risultato, ma penso che in linea di principio il sentimento di responsabilità sarebbe riprodotto, nelle maniere edite dal codice ovviamente, dando al programma una relatività che comunque rispecchierebbe fedelmente la realtà…non nelle mie facoltà pensare a come tradurre queste componenti.
● L’amore è adorazione, desiderio, possesso, gelosia, odio nei confronti di un altro; di certo non si riuscirà a creare un programma in grado di scrivere lettere appassionate, ma una catalogazione dei comportamenti standard degli innamorati e una casistica appropriata retta da criteri affidati a volte al caso (l’umore per dirne una), e altre volte a precisi input, potrebbe riprodurre il sentimento superando la prova di Turing. Non è una follia perché ricordo che qui si sta parlando di una simulazione che non prende assolutamente in considerazione il significato di quello che poi noi andremmo a leggere, infatti in linea di principio ci sarebbero semplicemente catalogati su un database i comportamenti usuali, le parole, gli atteggiamenti etc, processati poi con criteri che rispecchiano sia il normale dialogare tra amanti, sia quello assolutamente privo di logica, altrettanto classico dei fidanzatini arrabbiati.
● La creatività è una scelta motivata, anche se a volte non sembra, tra una serie di ipotesi risolutive fuori dallo stretto campo specifico in cui nasce il problema, fuori dalla prevedibilità che un elaboratore non ha dal momento che viene programmato in maniera tale da poter fare qualsiasi cosa. La possibilità di farlo scegliere tra le opzioni migliori in base ad un calcolo casuale potrebbe renderlo creativo, il problema non da poco sarebbe fargli trovare da solo dalle ipotesi risolutive ad un problema, facendolo poi scegliere; probabilmente per problemi matematici potrebbe anche essere possibile, ma per quanto riguarda la trasposizione della realtà penso sia molto più difficoltoso. Per rispondere a chi parla dell’innata e romantica natura della creatività, rispondo che poche sono state le cose veramente originali create da un singolo uomo; capita spessissimo di pensare di aver creato chissà che, per poi accorgersi che già era presente da tempo quella stessa cosa inventata magari da qualche altro genio. Questo a parer mio è un tipo di creazione che potrebbe definirsi come frutto dei tempi e che quindi, potrebbe essere riprodotta se fosse codificata con database e comandi dalla portata maestosa. A conferma di questa mia ipotesi poi, penso possa venire in aiuto la scienza con tutti i suoi modelli matematici per l’evoluzione delle proteine o delle condizioni climatiche; se non ci fosse infatti un riscontro, questi dati potrebbero essere interpretati come lo studio creato da uno studioso che ha messo insieme tutti i dati a sua disposizione. In termini artistici diciamo che potrebbe aver rielaborato il reale…?!?
● La mimica facciale è un problema già trattato e indagato approfonditamente, quindi è possibile che le mie intuizioni siano frutto di informazioni rubate qua e la, ma ne parlerò lo stesso. Bisognerebbe a parer mio suddividere la superficie facciale in svariate parti, dotate tutte di movimento e governo indipendente; valori numerici gestiranno lo spostamento corrispondente ad uno stato d’animo, ma che sarà però suddiviso per tutte le singole parti del viso, sicché ogni parte si possa contrarre in base alla sensazione che sta provando e non quella generale che si vuole dimostrare perché una riproduzione reale deve prendere in considerazione la similitudine delle contrazioni durante espressioni del tutto diverse. Per fare un esempio si può notare la somiglianza nella zona mandibolare tra il masticare una gomma e digrignare i denti, oppure nelle guance tra lo sbadigliare e il gridare. Questi sono esempi che potrebbero dimostrare come una visione d’insieme gestita dall’alto, con una suddivisione di quel tipo e un adeguato database, possa riportare con fedeltà tutte le espressioni.

Una considerazione finale è poi quella riguardante l’affermazione fatta da Neumann a proposito della costruzione di un codice che in fondo non è neanche quello realmente usato dal cervello e che quindi io, facendo un bel volo, paragonerei ad una sorta di nuova vita, inventata dall’uomo sulla scorta dell’imitazione dei suoi stessi comportamenti visto che li riproduce non riportandone la reale struttura. Se fosse possibile ricreare per intero movimenti e pensieri ci si ritroverebbe davanti non ad una clonazione, quanto ad una nuova creatura, un nuovo essere pensante, ma questa è fantascienza…

Antonio Patti
23/06/04


Antonicco
Nuovo Utente



13 Messaggi

Inserito il - 27/08/2004 : 17:13:58  Mostra Profilo Invia a Antonicco un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Sono qui...con voi...ci divertiremo!!

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Cateno
2° Livello

Città: Regalbuto


169 Messaggi

Inserito il - 27/08/2004 : 20:53:37  Mostra Profilo Invia a Cateno un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mamma mia! Certo che devi aver speso un bel po’ di tempo per pensare a tali possibili(?) conversioni umane in macchina! Mi è piaciuto soprattutto l’ultimo punto, quello riguardante la mimica facciale. Sai cos’ho pensato? Che in questo modo una faccia umanoide di questo tipo può dire una bugia facendo la faccia di chi dice la verità! Quanto vorrei essere una faccia di quel tipo! Beh, lasciando da parte gli scherzi, procediamo con ordine.

La responsabilità. A parte che non ho capito bene cosa intendi dire quando scrivi “in base all’istinto di conservazione e quindi da un punto di vista etico”, credi, poi, davvero che si possa quantificare ciò che definisci “valore esistenziale”? Facciamo un esempio col valore esistenziale maggiore: la vita. Mettiamo che io veda un tipo che sta annegando. Che faccio? Considero che, dato che sono giovane, non devo mantenere nessun figlio e non sto producendo nulla per la società mentre colui che annega ha moglie e figli, è un medico e addirittura devolve parte dello stipendio in beneficenza. Dunque la mia vita vale 6 mentre la sua vale 9 ed allora decido di rischiare di morire per salvare la sua vita da 9. Se invece ad annegare era uno la cui vita valeva, per dire, 4 allora gli voltavo le spalle e me ne andavo. Giusto?
Tra l’altro, non esistono solo questi casi estremi di responsabilità; esistono le milioni di responsabilità quotidiane: i professori sono responsabili di ciò che insegnano ai propri allievi, i genitori sono responsabili, nei limiti del possibile, della crescita e dell’educazione dei figli, noi studenti siamo o dovremmo essere responsabili dei nostri studi e del nostro rendimento e così via. Come quantificare tutto ciò?
Dove voglio arrivare? Responsabile deriva da “responsare” a sua volta verbo denominale da “responso” che vuol dire “ricambiare o rispondere a un impegno” e tali impegni (certo non sempre doveri) sono il frutto del nostro, per dirla heideggerianamente, essere-nel-mondo. La responsabilità è forse più che altro un’aspettativa: ci si aspetta che qualcuno si comporti in un certo modo e quando non lo fa e ne consegue qualcosa di sgradevole allora diciamo che costui è un irresponsabile. La responsabilità è qualcosa che ha a che fare sia con la componente strettamente emotiva (nel caso che un padre vede, ad esempio, il proprio figlio giocare col fuoco e lo rimprovera) sia sociale (da determinate professioni, ad esempio, ci si aspetta un determinato responsabile comportamento: certo un professore di liceo non può lasciare da sola una classe di ragazzini, tanto per andare sul banale). Come quantificare tutto ciò?

Sull’amore abbiamo discusso a lungo su questo forum. Troverai, anche se non ricordo esattamente dove, le nostre “speculazioni” su come l’amore non possa prescindere dalla corporeità con tutto quello che ne segue.

Per quanto riguarda la creatività è vero quel che dici, cioè che è una scelta motivata e che poche sono state le cose veramente originali create da un singolo uomo. Però con delle eccezioni: pensa a Leonardo da Vinci! Tuttavia non ho capito se ti riferisci alla creatività squisitamente tecnica o anche alla creatività artistica. Io, in un certo senso, non le distinguerei. Devi considerare però questo: le invenzioni in qualche modo riguardano tutte l’ampliamento, il prolungamento, la supplenza, il potenziamento di qualche caratteristica del nostro corpo-mente o la simulazione di qualche prerogativa di qualche altro animale. Inoltre molte invenzioni hanno a che fare coi “sogni”: prendi il volare! Dovresti dunque dotare una macchina prima di tutto delle necessarie informazioni sul nostro corpo, poi sui limiti del nostro corpo, poi ancora sulle aspirazioni del nostro corpo, perfino sui bisogni del nostro corpo: insomma dovresti dotarla di un corpo!

Per adesso basta. Credo di aver fatto capire come la penso. A presto Antonio, spero di esserti stato utile.


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