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 Il re muore
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Biuso
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Inserito il - 24/05/2008 : 22:59:48  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Piccolo Teatro Studio - Milano
Il re muore
(Le roi se meurt)
di Eugène Ionesco
Traduzione di Edoardo Sanguineti
Scene e costumi Maurizio Balò
Con: Nello Mascia, Alvia Reale, Eva Drammis, Aldo Ralli, Fiorenza Brogi, Sergio Basile
Regia di Pietro Carriglio
Fino al 25 maggio 2008





Rifiuti di ogni genere davanti al palcoscenico, ragnatele dappertutto. Il re, le sue due mogli, il medico-astrologo-boia, la serva e il soldato. Tutti annunciano al sovrano la sua morte imminente, «alla fine dello spettacolo». Ma Re Berénger non prende neppure in considerazione questa notizia, perché morirà soltanto quando lui stesso l'avrà deciso. I segni della fine però avanzano e si proiettano nell'intero regno-cosmo, con lo spegnimento del sole, l'apertura di voragini nella terra, l'invecchiamento dei bambini. E soprattutto con l'impossibilità del Re di comandare e degli altri di obbedirgli. Disperato, il sovrano ordina al mondo intero di rinunciare alla propria vita per donarla a lui, ordina ai sudditi di erigergli statue in ogni pubblica piazza e di ricordarlo per miliardi di secoli, ordina al Tempo di tornare indietro...

Splendida metafora del soggetto che non vuole passare, del delirio narcisistico di ogni vivente, di una comprensibile ma patetica volontà di potenza dell'io. Realistica descrizione del morire, che non è un evento soltanto biologico ma è ciò che intessendo di sé fin dall'inizio la vita la rende intrinsecamente finita. Il ritrarsi, impaurito o infastidito, dalla finitudine colloca gli umani nel ripetuto e sempre fallito tentativo di esorcizzare il proprio declino nelle forme della banalità quotidiana, nella ripetizione dei gesti meccanici della vita, nella dismisura del potere accumulato come se dalla sua crescita materiale potesse derivarne per l'individuo una qualche forma di garanzia dalla furia del dissolvimento. Ogni umano è il Re che muore.


agb
««Per lætitiam...intelligam passionem qua mens ad majorem perfectionem transit»
(Spinoza, Ethica, III, XI, Scholium)
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