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Inserito il - 15/12/2006 : 09:58:16 Teatro Strehler - Milano QUARTETT di Heiner Müller Regia, scene, luci di Robert Wilson Musica originale di Michael Galasso Con Isabelle Huppert, Ariel Garcia Valdès
De Les Liaisons dangereuses di Choderlos de Laclos rimane –come distillata- la pura ferocia. Prigionieri delle memorie e dei desideri, il Visconte di Valmont e la marchesa di Merteuil se ne liberano nel gesto grafico. Perché tutto negli spettacoli di Robert Wilson è immagine/azione: ogni particolare delle scene -essenziali, geometriche ma come dilatate all’infinito; ogni nota che risuona fra le parole e dentro le voci degli attori, diventati anch’essi strumenti musicali; ogni posa statica e ogni più piccolo movimento dei cinque soggetti che occupano lo spazio del teatro e del testo. Si muovono a scatti ma con una fluidità inedita, spesso danzano arie e ballano rock, parlano –o, per meglio dire, cantano- modulando dal sussurrato al ruggito leonino che trasforma i corpi elegantissimi di Isabelle Huppert e Ariel Garcia Valdès nelle forme ancestrali dell’animalità che ancora siamo e sempre rimarremo; si guardano di continuo in specchi invisibili, come narcisi che annegano senza posa nel Sé. E su tutto si stagliano le luci nette e cangianti, dal viola-tenebra al rosso-shining, dal blu notturno al bianco abbagliante.
Non semplice «prosa» ma Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale che fu il teatro greco e che era ancora il sogno di Wagner. Se ne esce impregnati di luce e purificati da una catarsi dell’anima. Quartett è qualcosa che punta al nucleo della natura umana, alle sue incandescenti e gelide passioni. L’«amore -nei suoi mezzi la guerra, nel suo fondo l'odio mortale fra i sessi» (Nietzsche), diventa forma nello spazio. Stupefacente.
agb «Il tempo sembra essere presente in ogni cosa, sulla terra e nel mare e nel cielo» (Aristotele)
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