V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
A.M.E. |
Inserito il - 06/05/2011 : 12:43:27 Associazione Musicale Etnea 2010 XXXVI stagione concertistica in collaborazione con "Il verso presente" e "Zo"
Mercoledì 11 Maggio ore 21,15 Centro Culturale Zo - Catania
quelli che bruciano la frontiera
Monchef Ghachem – voce recitante Biagio Guerrera – voce recitante
Pocket Poetry Orchestra Faisel Taher – voce Vincenzo Gangi – chitarra Giovanni Arena – contrabbasso Stefano Zorzanello – sax, flauto, elettronica Marina Borgo – marimba e percussioni Riccardo Gerbino – percussioni
http://myspace.com/quellichebrucianolafrontiera
Quelli che bruciano la frontiera è la traduzione di harraga, termine che in arabo designa i migranti clandestini, quelli che attraversano il Mediterraneo su scafi vecchi e stracarichi alla ricerca di fortuna sulle coste europee e che troppo spesso ci annegano in quel mare; è anche il titolo scelto per questo nuovo lavoro che unisce altre musiche alle parole poetiche di Moncef Ghachem e mie. Due figure femminili della memoria ci accompagnano, due donne del mare: la madre di Moncef, figlia, moglie, madre di pescatori, custode di una cultura antica e oramai quasi scomparsa; e mia nonna Rosa Viola, che negli anni ’20 viaggiò in mercantile da Odessa a Suez a Gibilterra con mio Nonno Melo, capitano di lungo corso.
Forse perchè questi sono stati anni particolarmente duri per le popolazioni che abitano sulle coste del Mediterraneo, questo lavoro è più duro, più "politico", più compatto rispetto al precedente reading Dalle sponde del mare bianco, presentato con i Dounia in Italia e Tunisia in tempi recenti.
Rimane sempre il canto palestinese di Faisal Taher, il calore acustico delle musiche il respiro alto della poesia di Ghachem, declinata ancora una volta in francese e tunisino, che si incontrano con la musica dolente del siciliano.
Due lingue, due mondi che si guardano attraverso lo specchio del mare, del tentativo di conoscere e della disperazione, dell’amore e del sogno. Testimonianza di un’amicizia e di un dialogo ancor più che possibile necessario, in anni dove le ragioni del cuore e dell’intelligenza cedono quotidianamente il passo all’odio e alle armi.
Biagio Guerrera
PS
Solo pochi giorni fa abbiamo assistiamo sgomenti all’ennesima tragedia: un barcone di migranti cola a picco a largo di Lampedusa, 250 morti, annegati in una delle più gravi stragi della storia del Canale di Sicilia, che dagli anni Novanta ormai si è preso la vita di almeno 4.500 persone.
Intanto un forte vento di libertà e rivolta, partito proprio dalla Tunisia, attraversa con forza il mondo arabo. Siamo contenti, aspettavamo questo momento da anni. Le contraddizioni e le incertezze non mancano, la vecchia Europa fatica a capire, ma i ragazzi della "rivoluzione del gelsomino", di piazza Tahrir, di Benghazi ci restituiscono un’immagine di coraggio e speranza. Il vecchio ordine del Mediterraneo sta cambiando per sempre, speriamo che il nuovo abbia il volto di questi ragazzi.
"Il nostro compito qui è anche quello di riabilitare il Mediterraneo (...) È di scoprire quanto c’è di concreto e vivo in esso, ed è, in ogni occasione, di favorire i diversi aspetti di questa cultura."
Albert Camus
La Pocket Poetry Orchestra nasce nel 2007 da un’idea di Biagio Guerrera, che dà seguito e amplia l’esperienza dell’incontro poetico-musicale tra il poeta tunisino Moncef Ghachem e il gruppo italo-palestinese dei Dounia (esperienza confluita nel reading Dalle sponde del mare bianco, inciso su cd e contenuto nell’omonimo libro pubblicato nel 2003 da Mesogea). La PPO comprende infatti i quattro componenti dei Dounia, il cantante palestinese Faisal Taher, il chitarrista Vincenzo Gangi, il contrabbassista Giovanni Arena e il percussionista Riccardo Gerbino, con l’aggiunta della percussionista Marina Borgo, del polistrumentista e compositore Stefano Zorzanello e dello stesso Biagio Guerrera in qualità di attore. La PPO vuol essere un ensemble che si pone come scopo peculiare quello dell’indagine sonora tra musica e parola, per creare un tessuto musicale e vocale omogeneo: un flusso sonoro che possa porgere all’ascoltatore un unico suono in cui la parola del testo è completata dalla musica, e mai inibita. Oltre a questo primo lavoro, quelli che bruciano la frontiera su testi di Moncef Ghachem e Biagio Guerrera, la Pocket Poetry Orchestra ha già in cantiere due nuovi reading, e la voglia di esplorare altri ambiti quali la sonorizzazione di immagini, la danza e il teatro.
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