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 L' alba del giorno dopo

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
alice Inserito il - 31/05/2004 : 05:03:51
L' ho visto ieri sera e l' ho trovato molto bello e soprattutto illuminante (spero non solo per me). Per chi non lo conoscesse, si tratta dell' ultimo esempio di cinema catastrofico di Emmerich. In breve vi dirò che la trama è incentrata sulle conseguenze future del surriscaldamento attuale dell' atmosfera, che porterebbe allo scioglimento dei ghiacci polari che a sua volta provocherebbe uno squilibrio delle correnti degli oceani causando tornado e tempeste da era glaciale. Il protagonista del film, un climatologo, fa prensente tali teorie al vicepresidente degli Sati Uniti che però ritiene poco sensate. Si scatena la catastrofe in pochi giorni, l' America è in ginocchio e città come New York e Los Angeles vengono travolte completamente da cataclismi.I pochi sopravvissuti, compreso il vicepresidente, sono costretti a fuggire e a rifugiarsi nei paesi poveri del sud. Da lì il vicepresidente chiede scusa per non aver preso in considerazione le previsioni. Parecchi sono i momenti del film che fanno riflettere. Scena davvero suggestiva è quella in cui gli americani, per sfuggire alle catastrofi climatiche, scappano per rifugiarsi in Messico, i messicani chiudono le frontiere perchè gli americani che vogliono entrare sono in troppi, e questi ultimi cercano di penetrare clandestinamente attraversando il fiume. Vien da sorridere davvero pensando che potrebbe succedere esattamente l'opposto di quel che accade oggi. E la vita fa di questi scherzi....

La cosa interessante di questo film è proprio questa prospettiva futura, molto accreditata nella realtà,di un cambiamento climatico così rilevante da provocare enormi catastrofi. Molti paesi del mondo (84 mi pare) hanno firmato un trattato a Kyoto per cercare di risolvere o comunque tamponare il problema riducendo sensibilmente le emissioni globali di gas ad effetto serra causa appunto di questi cambiamenti climatici. Gli Usa si sono rifiutati di firmare tali protocolli adducendo motivazioni diplomatiche che in realtà mascherano soltanto grossi interessi economici di altrettanto grossi personaggi.

Ovviamente il film è stato oggetto di enormi critiche da parte del governo Bush.Mi hanno molto colpito due affermazioni fatte dal regista in una recente intervista. Durante il montaggio del film, i tempi andavano per le lunghe e nel frattempo si verificavano nel mondo eventi meteorologici inquietanti molto simili a quelli del film. Il regista suggerisce allora di spicciarsi, visto che il suo scopo era quello di fare un film di fantascienza, non un documentario. Ma è veramente fantascienza?
(Lo stesso regista ammette che l'unico momento di pura fantascienza del film, è il discorso del vicepresidente che chiede scusa.)

L' essenza della Bruttura si trova nella faccia della gente.
5   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
alice Inserito il - 14/07/2004 : 02:22:46
Io penso che questa sia l' unica forma grazie alla quale c' è qualche speranza che un americano qualunque possa afferrare certi contenuti.


ps certo che tu sei una che riflette a lungo prima di dar risposte ...

L' essenza della Bruttura si trova nella faccia della gente.
utente non registrato Inserito il - 13/07/2004 : 22:22:43
Non ho fantasia?
Vero: ce ne vuole tanta di fantasia per districare tutti gli episodi che si intrecciano, nel capolavoro di cui sopra. E io non ci sono riuscita. ad esempio, che fine fanno quei tre bloccati in una stazione metereologica? (era una stazione metereologica?).
Non mi va di dire: "E' un capolavoro per metà". Dirò piuttosto che è una terribile americanata che ha il buono di porre l'accento su un problema scottante. penso che tu sia d'accordo.
Ma chissà se una cattiva forma riesce effettivamente a veicolare buoni contenuti?




______
azalais@supereva.it
alice Inserito il - 02/07/2004 : 21:44:06
Tu non hai fantasia. Tutto qua:)

E' un' americanata lo so, però ribadisco i miei apprezzamenti.


L' essenza della Bruttura si trova nella faccia della gente.
utente non registrato Inserito il - 30/06/2004 : 11:41:38
Spiegatemi perché quando guardo questo genere di film mi viene immancabilmente da ridere e faccio figuracce memorabili con le persone sedute di fronte a me? Sarà la troppa tensione? L'alba del giorno dopo mostra uno scenario credibile, le immagini sono di forte impatto, ma, spiegatemi perché, con tutti i grattacieli che ci sono a New York i protagonisti si vanno a rifugiare giusto giusto nell'unico edificio a due piani...fortuna che la marea si è assestata prima di raggiungere il secondo....

______
azalais@supereva.it
Biuso Inserito il - 18/06/2004 : 20:10:57
In effetti, il film ha il grande merito di richiamare l’attenzione sulla fragilità del clima terrestre, dall’equilibrio del quale dipende –ovviamente- la vita sul pianeta. Oltre a condividere gran parte delle osservazioni di Mischa, ho trovato molto interessanti e realistici gli effetti speciali. Peccato che non manchi una dose massiccia di sentimentalismo e un rispetto forse eccessivo per i cliché del genere catastrofista.

agb
...le isole lontane, macchie verdi e il mare, i canti delle genti nuove all'imbrunire... (Battisti-Mogol)

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