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 A History of Violence

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Biuso Inserito il - 20/12/2005 : 22:15:50
Tom Stall gestisce un locale in una tranquilla cittadina dell’Indiana. Ha moglie e figli coi quali va perfettamente d’accordo. Fin quando nel suo locale arrivano due tizi pronti a compiere una strage. Tom li affronta con destrezza e determinazione, eliminandoli. Diventato una specie di eroe nazionale, riceve la visita di un gangster di Philadelphia, che si dice convinto del fatto che Tom sia in realtà Joey Cusack, un criminale che gli tranciò un occhio con del filo spinato. Qualcosa comincia a incrinarsi nel mondo fino allora sereno di Tom.

Il tema del doppio, uno dei più costanti in Cronenberg, si installa qui dentro il corpo stesso dell’in-dividuo, del non-diviso, che si rivela invece un’illusione. Risultano quindi del tutto coerenti le due scene di sesso nella loro speculare, appunto, duplicità.
Cronenberg riflette ancora una volta anche sulla violenza che intesse i corpi, che si trasmette per via genetica (l’imprevedibile reazione del figlio di Tom a scuola) e che non può essere cancellata ma solo accettata e controllata dal legame sociale. Ecco quindi i due finali del gesto catartico del bagno di Tom e del suo rientro a casa, dove sarà la bambina –la prima ad aver sognato “i mostri”- a reintrodurlo nello spazio degli affetti.


agb
«Vorrei togliere al mondo il suo carattere straziante»
(Nietzsche)
1   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
nuit Inserito il - 28/12/2005 : 20:49:25
A History Of Violence
(Anno di uscita 2005)
Regia: David Cronenberg Attori: Viggo Mortensen (Tom Stall), Maria Bello (Edie Stall), Ed Harris (Carl Fogarty), William Hurt (Richie Cusack), Ashton Holmes (Jack Stall)
L'idea parte della omonima graphic novel di John Wagner, illustrata dal talentuoso disegnatore Vincent Locke, disegnatore delle copertine del gruppo Death Metal Cannibal Corpse. David Cronenberg fa sua l'opera di Wagner, sottolineando due tematiche principali: il transfert e l'identità. L'attore protagonista Viggo Mortensen si trasforma in un perfetto Straniero camusiano. Lo Straniero in casa. Cronenberg sviscera con occhio lucido l'assurdità dello scacco sempre presente tra noi e gli altri, e ancora più assurdo, tra noi stessi e noi stessi, nel tempo. In una visione sull'uomo che non permette giustificazioni intellettuali dell' identità e dell'esistenza umana. Il non senso dell'identità acquista significato solo nello sguardo finale tra i due (che sono, emblematicamente, icone sociali: marito e moglie). Sguardo preparato dalle due uniche scene di sesso/amore tra i protagonisti: la prima, ingenua; la seconda, man mano che la trama scorre, disincantata. Una terza scena (lo sguardo finale, quindi comprensione profonda tra i due, indipendentemente dallo scambio fisico), chiarifica il testo filmico come una sorta di redenzione dell'uomo. Redenzione, impossibile attraverso lo slittamento delle identità, possibile solo attraverso la comprensione dello sguardo di chi ci ama, e quindi ci comprende interamente. Precedono questo sguardo finale, alcuni gesti che reitroducono l'anti-eroe nella propria famiglia (e quindi nella propria identità come scelta, confermata anche da altri, e quindi non più sola): il gesto della bambina bionda che porge il piatto al padre, e il gesto del figlio che porge il cibo al padre. Dal piatto al cibo, dal cibo allo sguardo, e l'uomo è redento.


ciao,
nuit


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