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 La Medea di Pasolini

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Biuso Inserito il - 29/01/2005 : 00:04:16
Come qualcosa di ancestrale, radicato nella Terra e pulsante nella Luce. Così Pasolini coglie il mito e così lo restituisce per immagini attraverso un ritmo narrativo in cui le scene si susseguono al modo del canto degli antichi aedi. Il film è ambientato nelle montagne dell’Anatolia per la lontana Colchide e negli spazi sacri di Pisa per la Corinto di Creso. I costumi di Piero Tosi sono affascinanti nella loro selvatica raffinatezza, nel barocco primordiale dei loro colori. Lo sguardo di Medea è quello di una splendida Maria Callas, che sa essere furiosa e insieme dolce.

La proiezione di questo film ai Benedettini nell’ambito della rassegna L’Antico Oggi è stato un momento emozionante, come lo svelarsi di un frammento di ciò che doveva essere davvero l’atavico racconto con il quale i Greci cercavano di spiegare a se stessi l’esistenza.


agb
Sono figlio della Terra e del Cielo stellato
(Lamina orfica di Hipponion)
4   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
utente non registrato Inserito il - 07/02/2005 : 10:02:58
"...dato che siamo in vena di consigli pasoliniani",prendo a prestito la frase per suggerire un film notato da blockbusters(spero sia corretto)(assurdo vero?)pero' visto grazie al mitico enrico ghezzi (fuori orario per intenderci )che e' "il fiore delle mille e una notte" . Spassosissima la scena in cui la ragazzina fa finta di essere maschio e poi si svela al suo ragazzino.

______
p_106_1999@yahoo.com
JoeSerpe Inserito il - 31/01/2005 : 20:00:01
...dato che siamo in vena di consigli pasoliniani, io consiglio anche da vedere assolutamente il mediometraggio La ricotta contenuto nel film RoGoPaG, scritto insieme a Rossellini, Godard e Gregoretti.
E' una rilettura in chiave moderna della passione di Cristo: è un film nel film e a morire in croce è un poveraccio che fa la parte del ladrone in un film sulla vita di Cristo diretto da Orson Welles.
BeccaBenny Inserito il - 31/01/2005 : 14:15:57
Di Pasolini consiglio anche la passione secondo Matteo, che è pura poesia.
Da vedere.

"La cultura è complessità"
Prof.ssa Medi Guerrera

"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi."
(Il Gattopardo)

"Ma era tutta la vita ad essere colpevole, non questo o quel singolo fatto"
(Il Gattopardo)
JoeSerpe Inserito il - 30/01/2005 : 23:34:24
Quando questo film arrivò nelle sale, nel '69, credo, venne giudicato negativamente dalla gran parte della critica: un cedimento di Pasolini verso il cinema commerciale.

Invece, a mio parere, ma non solo mio (per fortuna!), è uno dei risultati migliori del cinema di Pasolini.

All'inizio forse sembra un po' "lento", caratteristica comune, del resto, di quasi tutto il cinema dei '60 visto con occhi abituati alle produzioni più recenti. Ma dopo essere "entrati" nell'opera diventa ipnotico. Il finale, poi, lo definirei esplosivo: tutto l'odio, la gelosia, la collera dell'ancestrale Medea sembra quasi che si riversino sugli spettatori, spettatori moderni, razionali, e in questo senso più vicini al mondo di Giasone che a quello di Medea.

Il dualismo e il contrasto tra istinto e ragione, tra mondo primitivo e mondo moderno, tra infanzia ed età adulta, è forse il "protagonista" principale del film. Incarnato in particolar modo nel centauro educatore di Giasone, che, quando Giasone entra nell'età adulta, diventa doppio: da una parte il centauro, che Giasone adulto non riesce più ad udire, e dall'altra l'uomo, con le stesse sembianze del centauro ma con due gambe al posto del corpo equino.

Comunque, in tre parole: un bellissimo film.


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