V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Biuso |
Inserito il - 25/03/2004 : 19:25:26 In un altro luogo del forum Dissonanza scrive che « Kubrick è uno di quelli che non ti stanca mai se lo ami, ogni volta che rivedi un suo film ti sembra di cogliere un particolare, un fotogramma che aggiunge qualcosa di nuovo o di essenziale ma, chissà come mai, anche dopo innumerevoli visioni finora ti era sfuggito». Vero, tutto profondamente vero. Enrico Ghezzi ha dedicato al regista una monografia uscita nel 1995. Ho scritto qualcosa su questo libro nel mio sito personale. Per i “kubrickiani” (spero numerosi!) del forum riporto il testo (con qualche taglio).
La lettura di Kubrick offerta da Enrico Ghezzi è straordinaria nella sua mescolanza di competenza tecnica e filosofica, nella sgargiante erudizione attraverso la quale si solcano le immagini. Da Aristotele a Hegel, da Cartesio e Nietzsche a Wittgenstein e Adorno emerge la sostanza filosofica del cinema realizzato nella sua assolutezza di specchio non del mondo ma della mente. Shining è "il rarefatto e allucinato remake" di 2001: Odissea nello spazio (134), il film-enigma, la chiave di volta, il capolavoro intorno al quale ruota la sconfinata ambizione estetica ed ermeneutica di Kubrick. Il monolito che attraversa 2001 è stato letto nei modi più diversi e anche questo è segno della natura filosofica del cinema di Kubrick. La pietra levigata e perfetta, "significante senza significato" (22), è in ogni caso il simbolo più denso e più chiaro dell’opera complessiva di Kubrick e del cinema in quanto sostanza nera e lucida sulla quale si formano le immagini-movimento. Il film avrebbe anche potuto aprirsi da dentro il monolite, sgorgare -fiat lux!- dal nero di quella pietra sulla quale, di fatto, si chiude. Il nulla da cui si proviene, il niente al quale si va. Il cerchio scandisce anch’esso l’opera: l’occhio di HAL; l’Alex di Arancia meccanica, "immobilità circolare (...) del male e del piacere assoluto" (100); il labirinto di Shining al centro del quale alla fine lo spettatore ha l’illusione che sia conficcato il cadavere ghiacciato e ghignante di Jack Nicholson. In quel labirinto di gelo l’ossessione e la morte si uniscono in una sola incredibile immagine, dopo aver riempito di sé ogni film kubrickiano. Il bellissimo, struggente, cerebrale Barry Lindon trasforma la stessa luce in morte e la bellezza in ossessione. Nel suo Settecento Kubrick esplora la storia e la decostruisce destituendola di qualunque senso assoluto tanto che Kubrick può apparire ed è di volta in volta romantico e classico, ottimista e pessimista, cinico e utopico, razionalista e irrazionalista, metafisico e prospettivistico, hegeliano e nietzscheano. HAL è l’espressione e il frutto più raffinato della ragione umana ma è anche il Ciclope dall’unico occhio che scruta ogni spazio/tempo e uccide dentro l’astronave/caverna. La duplicità costitutiva della tecnica e della cultura, della cultura come tecnica di sopravvivenza e di morte, germina da una antropologia negativa perché fin troppo illuminata. La storia è tutta racchiusa in quella sterminata eppure brevissima parentesi fra l’osso lanciato in aria dalla scimmia e l’astronave che solca il nero dello spazio/tempo. Da esso esplodono non solo le luci del viaggio verso Giove e oltre l’infinito ma anche le stanze dell’Overlook Hotel abitate da uomini di tempi diversi perché nell’albergo/ astronave il tempo si è dissolto, moltiplicato, piegato dalla più potente contrazione, quella di un’intelligenza visionaria. Il cinema senza parole di Kubrick restituisce ai pensieri tutta la loro forza di indagine, disincanto, di penetrazione nel male e nell’uomo. Esso ci comunica "un entusiasmo freddo"(132).
agb La filosofia è la musica più grande. (Platone) |
13 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Biuso |
Inserito il - 30/11/2009 : 14:47:29 Il catalogo della mostra è il libro del mese
agb «Vivere con immensa e superba imperturbabilità; sempre al di là» (Nietzsche)
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Biuso |
Inserito il - 17/10/2007 : 18:08:11 Stanley Kubrick Roma - Palazzo delle Esposizioni Fino al 6 gennaio 2008
È incredibile che un solo uomo abbia potuto immaginare tanto. Che uno sguardo senza confini di genere e di tempo abbia creato forme, visioni, miti contemporanei che hanno la stessa forza di quelli omerici. Da una «multiforme intelligenza» come quella di Odisseo, Kubrick ha tratto ogni volta la perfezione.
Roma dedica al regista una rassegna bellissima e completa che percorre vita, opere, tecnica, pensieri di questo artista. Gli esordi da fotografo mostrano già il talento in grado di fermare in una immagine un intero mondo, come sospendendo il tempo e dandogli insieme senso. I primi film confermano la capacità di dare significati nuovi a un genere abusato come il noir degli anni Cinquanta. Il tema della violenza ritorna nei tre film di guerra, dove però –dichiara Kubrick- Orizzonti di gloria si poneva contro la guerra, Dr. Strangelove ne costituisce la parodia erotica e Full Metal Jacket intende essere della guerra una vera e propria «fenomenologia». E, più in generale, secondo l’esatta definizione di alcuni suoi collaboratori, il punto di vista di Kubrick diventa sempre più quello «di dio», uno sguardo che tutto controlla fino al perfezionismo, lasciando che in questo modo l’opera scaturisca per una necessità interna e porti alla fine il sigillo dell’inevitabile.
Così è stato per opere che hanno attraversato i temi della passione –Lolita-, del libero arbitrio –Arancia meccanica-, dell’orrore che sta al fondo di ogni evento –Shining-, della bellezza come pura forma –Barry Lindon-, del confine sottile tra salute e malattia, un confine che l’Eros fa saltare –Eyes Wide Shut. Al centro della creazione kubrickiana, e dunque anche al centro di questa mostra, sta quel vero e proprio monolito della storia del cinema che è 2001. A Space Odyssey. Qui si riesce a entrare negli ambienti del film: ci si osserva camminare nella Terra preistorica e penetrare nel cervello di Hal 9000, la celebre stanza rossa disattivata da David. Si possono inoltre vedere molti oggetti e costumi originali utilizzati nei set, dalle asce di Jack Nicholson ai vestiti delle due gemelle massacrate, dalle divise dei drughi alle tute spaziali, dalle stoffe settecentesche alle maschere dell’orgia dell’ultimo film…
Ma al di là di tali ricostruzioni d’ambiente, la mostra permette di farsi un’idea molto precisa sia della preparazione e gestione assolutamente meticolose che Kubrick dedicava a ogni suo film sia dell’enorme competenza tecnica che possedeva, tale da consentirgli di trovare soluzioni inedite di ripresa e di illuminazione, fino a regalare uno sguardo nuovo al cinema e, con esso, allo spettatore.
Tanto più rimane il rimpianto per non aver potuto vedere portato a compimento Napoleon, un film che Kubrick preparò leggendo centinaia di testi sull’Imperatore, predisponendo un tabulato dettagliatissimo delle riprese, prevedendo tempi fino al secondo e costi fino al centesimo. Furono questi ultimi, i costi, a impedire la realizzazione di quello che al regista e ai suoi collaboratori si presentava già come il più grande progetto cinematografico mai pensato. In ogni caso, dal percorso di questa mostra risulta del tutto evidente quanto affermato dall’architetto e scenografo Ken Adams: «Quando Stanley cambiava idea, era sempre per il meglio», come –per fare un solo esempio- la prima conclusione del Dott. Stranamore, fatta di un epico scambio di torte in faccia tra russi e americani, costata un mucchio di dollari ma poi scartata dal regista nel timore che il tono sarcastico del film si riducesse a una semplice farsa…
Alla fine di questo percorso dentro l’opera e la mente di Kubrick, è come se le immagini cinematografiche fossero divenute tridimensionali, reali, fisiche e vere. Ed è come se la filosofia fosse diventata immagine, vita, tempo che scorre. Kubrick affermò che «se è cosa di cui si può scrivere o pensare, se ne può fare un film».
agb ««…e questo rimbalzo della nostra stessa tenerezza noi lo chiamiamo i sentimenti dell’altro, lo troviamo tanto più dolce di quanto fosse all’andata, perché non sappiamo che proviene da noi» (Proust) |
DonBudgetBozzo |
Inserito il - 11/12/2006 : 15:22:03 quote:
Davvero ottima, Stanley, questa ennesima segnalazione. La grafica è sobria ma l'interpretazione che viene data di A space Odyssey è suggestiva e pure plausibile.
In effetti, l'osso utilizzato dalla scimmia e poi scagliato fra le stelle a diventare astronave che solca gli spazi è forse la rappresentazione più chiara della arcaicità delle protesi, della loro natura consustanziale rispetto a quella del corpo, dell’essere fin dall’inizio la corporeità umana un insieme inseparabile di natura, cultura e tecnica.
Io invece interpreto in maniera diversa quella sequenza, vale a dire non nei termini della compresenza di natura, cultura e tecnica ma nei termini del civilizzarsi dell'uomo che da organismo naturale diventa individuo etico. Ma qual è il preludio e la costante della civiltà? La violenza. L'uomo nella sua aspirazione a trasformarsi in un essere-per scopre allo stesso tempo la fungibilità dello strumento per l'esaltazione del proprio ego e l'annientamento del prossimo attraverso l'individualizzazione del mondo. Non i bisogni naturali, l'appetito, l'eros ecc ecc...sovraintendono al parto del civile ma la cruda violenza. In fondo cos'è il monolito? Un permutatore. Il logos che offre coscienza della cosa, trasformandola in ente. Ecco che l'espediente narrativo del lancio dell'osso che si trasforma in astronave lega idealmente epoche lontanissime accomunate da un'unica costante: l'uso della violenza. E' un espediente che si trova spesso in Kubrick. Prendere Barry Lyndon. Non ricordo precisamente la frase ma in chiusa del film deve esserci qualcosa del tipo «I fatti narrati sono accaduti...ecc ecc». Ironia. Come a dire: sono accaduti allora ma sono costanti (l'invidia, la meschinità, la corruzione, la violenza) estendibili all'intera storia umana. E' qui forse che si celebra tutto il pessimismo kubrickiano. Moralista senza morale, geometra senza geometria. Almeno così la vedo io...
Ciao
«Non è peccato essere omosessuali, è peccato l'atto omosessuale» (DonGianniBudgetBozzo) |
Stanley |
Inserito il - 02/10/2006 : 13:33:28 Il sito più completo sul Maestro.
http://www.archiviokubrick.it/
Stanley |
Stanley |
Inserito il - 08/06/2006 : 19:42:05 Ne approfitto per segnalare il sito italiano ufficiale di 2001 dove si possono trovare molti approfondimenti ed anche(singh!!!)alcuni errori.Sito ben fatto e curato ,con qualche carenza che viene xò colmata da un'ottima serie di link.In particolare consiglio al Prof la sezione "Suoni"(che xò conoscerà a memoria).Buon divertimento http://www.look.it/2001/
Stanley
Edited by - Stanley on 08/06/2006 19:48:19 |
Stanley |
Inserito il - 08/06/2006 : 19:28:59 Caro Prof,è un dovere che sentivo nei confronti di chi ama davvero quest'opera sublime e che si diverte ogni volta a trovarvici qualcosa di nuovo e(perchè no?)anche di personale.Una pellicola pura,forgiata dalla sorgente della filosofia stessa.Contento che l'abbia apprezzato,ringrazio x l'inserimento nell'hp.
P.S. Gliel'avevo detto che ci addestrano x questo...
Stanley |
Biuso |
Inserito il - 08/06/2006 : 17:07:37 Davvero ottima, Stanley, questa ennesima segnalazione. La grafica è sobria ma l'interpretazione che viene data di A space Odyssey è suggestiva e pure plausibile.
In effetti, l'osso utilizzato dalla scimmia e poi scagliato fra le stelle a diventare astronave che solca gli spazi è forse la rappresentazione più chiara della arcaicità delle protesi, della loro natura consustanziale rispetto a quella del corpo, dell’essere fin dall’inizio la corporeità umana un insieme inseparabile di natura, cultura e tecnica.
Ho inserito il link come sito da visitare sulla mia hp. Grazie
agb «Nec ridere, nec lugere, neque detestari, sed intelligere» (Spinoza)
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Stanley |
Inserito il - 05/06/2006 : 19:52:52 Ecco un sito davvero interessante per chiarirsi le idee su quel meraviglioso capolavoro che è "2001:Odissea nello spazio".A mio parere ha xò ragione Kubrick nella frase che introduce queste utili(anke se nn eccelse dal punto di vista grafico)animazioni.Buon divertimento
http://www.kubrick2001.com/
Stanley |
utente non registrato |
Inserito il - 11/12/2005 : 16:24:23 Il migliore.Insuperato artista di quell'arte che ha reso meravigliosa.2001 è la summa di una personalità in cui celluloide e realtà si fondono.Così lontane eppure così simili.Egli come il suo monolite osserva e condiziona,la sua luccicanza ci raggiunge ogni volta che guardiamo un suo film.Kubrick ha colto l'essenza del cinema e ce l'ha mostrata.X non dimenticare quanto questo può offrirci sotto un'accurata mano che lo guidi.E l'occhio del Bambino delle stelle che dall'alto del mio letto mi osserva,non fa altro ke confermarlo.
______ giuseppe.capuano0@alice.it |
utente non registrato |
Inserito il - 07/04/2005 : 23:44:18 chi cerca trova... Ho visitato alcuni siti di kubrick: credo proprio, da quello che ho letto, che il Nostro fosse perfettamente consapovole di toccare con le sue dita le parti oscure della nostra anima... sentite che dice:
-2001 è un’esperienza non verbale. Su due ore e diciannove minuti di non ci sono neppure quaranta minuti di dialoghi. Ho cercato di creare un’esperienza visiva che aggira la comprensione e le sue costruzioni verbali, per penetrare direttamente l’inconscio con il suo contenuto emozionale e filosofico… Ho voluto che il film fosse un’esperienza intensamente soggettiva che colpisce lo spettatore a livello profondo della coscienza, proprio come la musica.-
Penso che non sia una novità venire a sapere che un regista di tale portata, fosse consapovole delle reazioni che il suo film provoca, ma mi ha fatto un certo effetto leggere queste parole: è solo una piccola chicca che poteva essere interessante per qualcuno... Baci
______ cicciasono@tiscali.it |
utente non registrato |
Inserito il - 07/04/2005 : 18:28:01 Kubrick, mamma mia!!! é incredibile come questo regista abbia la capacità di sconvolgermi ogni volta che vedo un suo film... 2001: odissea nello spazio, mi ha completamente stordito, mi ha portato per un pò di giorni fuori dalla "realtà", mi ha stravolto!!! L'ho visto una sola volta e non vedo l'ora di rifarlo... Kubrick ha la capacità di toccare dei piccoli buchi neri dell'anima che ti fanno sprofondare e battere anche troppo forte il cuore... Aiutoooo!!! Certo che però è molto strano alzarsi dalla sedia dopo uno dei suoi capolavori ed essere consapevole che qualcosa è cambiato, la visione delle cose non è più la stessa... Io ho la sensazione che le dita di Kubrick tocchino zone oscure della mente in modo che da farcele percepire: luoghi che sconoscevamo...
...sei precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abbisso! (dalla Bibbia)
______ cicciasono@tiscali.it |
Lazarus Long |
Inserito il - 31/03/2004 : 12:07:19 Kubrick è anche il mio regista preferito: trovo che chi lo apprezza dovrebbe guardare anche Truffaut. Hanno lo stesso stile sobrio e rigoroso, e la stessa "precisione narrativa", anche se, ovviamente, gli argomenti sono molto differenti. Lo stile di K. si "spezza" nello "sguardo del pazzo", nel limite cognitivo; quello di T. in un grottesco divertito e irriverente, nell'incapacità del ragazzo di rassegnarsi completamente alla vita adulta. Se vi capita, guardate "I 400 colpi" e "Baci rubati".
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alice |
Inserito il - 25/03/2004 : 20:51:30 Kubrick è in assoluto il regista che preferisco. Appena finisco di starnutire e gli occhi smetteranno di lacrimarmi ne parlerò in maniera più approfondita. Mi piacerebbe sapere se ci sono altri kubrickiani accaniti, e soprattutto se qualcuno di voi ha idea di dove si possano trovare i primi cortometraggi. Che la salute sia con voi!:( MISCHA.
L' essenza della Bruttura si trova nella faccia della gente. |
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