V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Biuso |
Inserito il - 29/11/2007 : 18:57:44 Fatih Akin Ai confini del paradiso (Turco: Yasamin Kiyisinda; Tedesco: Auf der anderen Seite) Germania/Turchia, 2007 Con: Tuncel Kurtiz (Ali Aksu), Nurgul Yesilcay, (Ayten Ozturk), Baki Davrak (Nejat Aksu), Hanna Schygulla (Susanne Staub), Patrycia Ziolkowska (Lotte Staub), Nursel Koese (Yeter Ozturk)
Sei personaggi –un padre col figlio, due madri e le rispettive figlie- incrociano le loro vite tra Amburgo, Brema, Istanbul, Trebisonda. Storie private e politiche, affetti e incomprensioni, amori e morte. Ali è vedovo e chiede la compagnia della prostituta Yeter, la quale lavora anche per sostenere gli studi della figlia Ayten, che -attivista di una organizzazione fuorilegge in Turchia- fugge in Germania senza che la madre lo sappia. Qui la ragazza incontra la coetanea Lotte con cui inizia una relazione osteggiata dalla madre di lei. Nejat, figlio di Ali, entrerà in un modo o nell’altro nella vita di tutti. A lui è dedicato il piano sequenza sul Mar Nero che chiude i titoli di coda.
Ai confini del paradiso è in realtà il titolo del terzo soltanto dei tre momenti che scandiscono un film circolare, volto a far saltare i riferimenti spaziali. Omogeneità dei luoghi e però difficoltà da parte dei personaggi di trovare il proprio spazio esistenziale ed etico. Akin preferisce narrare queste vite senza giudicarle, formulando solo alcune critiche al sistema politico turco e alle illusioni dell’ingresso nella Unione europea. Anche rispetto al suo precedente e davvero interessante La sposa turca del 2003, questo mi è parso un film sfilacciato e lento, nel quale l’apparente (neo)realismo non riesce a coniugarsi con gli intenti simbolici che lo pervadono.
agb «Piante e bestie recano i segni della salvezza come l'uomo quelli della perdizione» (Cioran)
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