V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Azzurra |
Inserito il - 13/06/2004 : 21:58:37 Leggendo uno degli ultimi numeri di "Mente e cervello" sono venuta a conoscenza di qualcosa di...inquietante. Sembra infatti che oggi non solo gli attori, ma perfino i registi rischino di essere scalzati da...un software. La strada più radicale in questo senso la stanno percorrendo due matematici cinesi il cui obiettivo è una produzione totalmente automatizzata. Il loro programma, chiamato Swan, non soltanto si occupa della scrittura del copione, quindi della sceneggiatura, partendo da brevi favole scritte in un linuaggio elementare (da cui ricava i caratteri dei personaggi e i dialoghi), ma riesce anche a costruire scene concrete, curandone tutto l'insieme, inclusi colori e posizione degli arredi di scena; e infine si occupa della regia, definendo le luci, la collocazione delle cineprese e i movimenti degli attori (virtuali naturalmente). Perfino il problema della mimica facciale è stato risolto: un etologo dell'università di Vienna, Karl Grammer, ha costruito infatti con l'ausilio di uno psicologo, un software in cui una creatura virtuale, una donna, è costruita con delle unità mimiche fondamentali attraverso le quali si riproducono tutte le sfumature emotive, ognuna delle quali attiva uno specifico repertorio muscolare del viso. E questa, a quanto pare, è solo una piccola parte di quello che è possibile fare attraverso l'importazione dell'AI nel cinema. Tutto ciò mi lascia piuttosto perplessa...
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7 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Lazarus Long |
Inserito il - 13/07/2004 : 09:37:44 >Ma allora sei d'accordo con me nel ritenere che un autore, sia esso >il caso o un dio o un essere umano, sia comunque necessario?
La mente umana non puo' concepire un effetto senza causa, perché dovrebbe pensare il nulla. Ma questo non vuol dire che non sia possibile un effetto senza causa. Quando diciamo "caso", tentiamo di "dire" il nulla; ed ovviamente commettiamo un errore logico. Quindi, dire che l'autore puo' essere il caso è necessariamente un'espressione ambigua, ma quel che vorrei dire è che puo' esserci un'opera senza creatore, anche se la mente umana non riesce a pensare una situazione simile.
Uhmm... ok: non sono molto chiaro :-)
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Azzurra |
Inserito il - 10/07/2004 : 15:26:56 quote: Da un punto di vista fenomenico, un film è questo: quali poi siano le cause di quelle immagini, è un'altra questione.
A parte il fatto che io mi riferivo alla tua affermazione sull'arte in generale (>Per i film, e l'arte in generale tenderei più alla prima ipotesi.) siamo d'accordo sul fatto che un film da un punto di vista fenomenico altro non è che un insieme d'immagini in movimento, anche se credo che non si possa considerare il solo piano fenomenico quando ci si trova a vedere o a parlare di un film. Come dici bene tu infatti >un'opera diventa arte quando entra in sintonia con il "mondo emozionale" del lettore, che ha così modo di riempirla di senso. Era esattamente questo che intendevo dire quando ho scritto che il fruitore dà senso all'opera e che l'opera ha una "riserva di senso", intesa come la possibilità di un'opera d'arte di avere una molteplicità potenzialmente infinita di sensi (e di interpretazioni) a seconda dei suoi lettori e dunque anche dei secoli e dei contesti nei quali viene considerata. Le nostre strade perciò non divergono poi così tanto...Solo che, se ho ben capito, tu ritieni possibile che l'autore della bellezza del mondo e dunque anche dei prodotti di questo, sia il caso. Ma allora sei d'accordo con me nel ritenere che un autore, sia esso il caso o un dio o un essere umano, sia comunque necessario?
Il vero viaggio di scoperta non consiste nello scoprire nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi (M.Proust) |
Lazarus Long |
Inserito il - 05/07/2004 : 09:31:07 quote:
Vedi caro Lazarus, sinceramente trovo che sia piuttosto riduttivo definire l'arte in generale come "qualcosa che racconta una storia attraverso immagini in movimento" e credo anche che un film non possa ridursi alla sua storia o trama e che, tantomeno, il valore di un film sia determinato esclusivamente dal suo essere o meno originale. Una macchina capace di creare originalità sarebbe solo in grado di manipolare una serie (seppur lunga) di variabili causali:a questo si limiterebbe la sua "originalità". Una macchina infatti non sarà mai in grado di avere idee, intuizioni e soprattutto EMOZIONI. Un film può, a mio parere, assurgere ad opera d'arte se, aldilà della capacità tecnica o stilistica, l'autore è in grado di "plasmare la materia" (ossia la storia, il materiale di cui dispone) per mezzo dei suoi vissuti emozionali e culturali. Se è vero dunque che il fruitore dà senso all'opera (e che l'opera ha una "riserva di senso"...)credo sia vero anche che la necessità dell'autore non sia tanto una questione di "fascino", nè penso che sia dettata dalla paura di sentirsi "abbandonati" in seguito all'impossibilità di pensare un oggetto senza causa: credo piuttosto che un'opera come l'Odissea non sarebbe cio che è se un autore, singolo o popolare che sia, non avesse dato quella forma a quella materia attraverso il "suo interiore caos" (per essere nietzschiana). Naturalmente mi sto riferendo a quello che, almeno per me, è arte (anche se oggi questo termine si usa un po'troppo indiscriminatamente); sicuramente una macchina da sé sarebbe perfettamente in grado di elaborare film come quelli dei celeberrimi fratelli Vanzina (anche se in questo caso mancherebbe la "necessaria" stupidità degli autori che rende tali i loro film -quindi anche qui c'è bisogno di un autore) o, come dici tu Lazarus, film come Titanic, o, ancora, per essere chiari, come quelli della serie di Jean Claude Van Damme!
Il vero viaggio di scoperta non consiste nello scoprire nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi (M.Proust)
Edited by - annie on 03/07/2004 12:35:19
>Vedi caro Lazarus, sinceramente trovo che sia piuttosto riduttivo definire l'arte in generale come "qualcosa che racconta una storia attraverso immagini in movimento"
Da un punto di vista fenomenico, un film è questo: quali poi siano le cause di quelle immagini, è un'altra questione. La tua teoria, se non ho capito male, è che vi siano (nel caso dell'essere umano) cause di tipo migliore, fornite dalle emozioni e dal vissuto personale dell'autore (>Una macchina infatti non sarà mai in grado di avere idee, intuizioni e soprattutto EMOZIONI. Un film può, a mio parere, assurgere ad opera d'arte se, aldilà della capacità tecnica o stilistica, l'autore è in grado di "plasmare la materia" (ossia la storia, il materiale di cui dispone) per mezzo dei suoi vissuti emozionali e culturali.) Questo è possibile, perché un'opera diventa arte (secondo me, ovviamente :-)) quando entra in sintonia con il "mondo emozionale" del lettore, che ha così modo di riempirla di senso. Non necessariamente il senso dell'autore. Ecco: qui le nostre strade si dividono un po'. Io non sarei così definitivo nell'affermare che il vissuto dell'autore sia l'unica causa capace di creare questa sintonia. Di certo penso che sia più probabile, visto che si parte da due cause simili (due esseri umani, per quanto diversi). Ma credo che anche il caso possa creare arte. Il mondo è di una bellezza incredibile (è quindi in piena sintonia con l'essere umano...almeno in alcune sue manifestazioni), ma potrebbe essere stato creato dal caso. Ed una delle argomentazioni più usate per "dimostrare" un dio è che tanta bellezza non può essere priva d'autore. Io credo che sia un'ipotesi possibile. E se è possibile che la bellezza e complessità di un tramonto sia figlia del caso (e non del vissuto emozionale di un grande pittore), allora è possibile che lo sia anche l'Odissea.
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Azzurra |
Inserito il - 03/07/2004 : 12:33:28 Vedi caro Lazarus, sinceramente trovo che sia piuttosto riduttivo definire l'arte in generale come "qualcosa che racconta una storia attraverso immagini in movimento" e credo anche che un film non possa ridursi alla sua storia o trama e che, tantomeno, il valore di un film sia determinato esclusivamente dal suo essere o meno originale. Una macchina capace di creare originalità sarebbe solo in grado di manipolare una serie (seppur lunga) di variabili causali:a questo si limiterebbe la sua "originalità". Una macchina infatti non sarà mai in grado di avere idee, intuizioni e soprattutto EMOZIONI. Un film può, a mio parere, assurgere ad opera d'arte se, aldilà della capacità tecnica o stilistica, l'autore è in grado di "plasmare la materia" (ossia la storia, il materiale di cui dispone) per mezzo dei suoi vissuti emozionali e culturali. Se è vero dunque che il fruitore dà senso all'opera (e che l'opera ha una "riserva di senso"...)credo sia vero anche che la necessità dell'autore non sia tanto una questione di "fascino", nè penso che sia dettata dalla paura di sentirsi "abbandonati" in seguito all'impossibilità di pensare un oggetto senza causa: credo piuttosto che un'opera come l'Odissea non sarebbe cio che è se un autore, singolo o popolare che sia, non avesse dato quella forma a quella materia attraverso il "suo interiore caos" (per essere nietzschiana). Naturalmente mi sto riferendo a quello che, almeno per me, è arte (anche se oggi questo termine si usa un po'troppo indiscriminatamente); sicuramente una macchina da sé sarebbe perfettamente in grado di elaborare film come quelli dei celeberrimi fratelli Vanzina (anche se in questo caso mancherebbe la "necessaria" stupidità degli autori che rende tali i loro film -quindi anche qui c'è bisogno di un autore) o, come dici tu Lazarus, film come Titanic, o, ancora, per essere chiari, come quelli della serie di Jean Claude Van Damme!
Il vero viaggio di scoperta non consiste nello scoprire nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi (M.Proust)
Edited by - annie on 03/07/2004 12:35:19 |
Lazarus Long |
Inserito il - 15/06/2004 : 08:57:20 quote:
Tutto dipende da cosa intendiamo per film: "una cosa che racconta una storia attraverso immagini in movimento" o "un'espressione della personalità creativa di chi lo fa"?
Per i film, e l'arte in generale tenderei di più alla prima ipotesi. Se oggi scoprissi che l'Odissea non ha autore (nè autori), sarebbe meno bella? L'essere umano non può pensare un oggetto senza causa, da qui la necessità dell'autore. E si sente "abbandonato" nel pensare che l'autore può essere il caos, o una sua stessa, successiva riorganizzazione del senso di una storia. Ed in gran parte è sempre il caos l'autore di una storia o, più semplicemente, il lettore che la riempie di senso. Da qui alla teologia la distanza è minima. "Cantami Dea...": lo scrittore come medium di una causa sconosciuta; i greci sentivano di non avere in mano le redini. Io sono piuttosto d'accordo con loro.
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Cugino Neoclassico |
Inserito il - 14/06/2004 : 14:08:39 Tutto dipende da cosa intendiamo per film: "una cosa che racconta una storia attraverso immagini in movimento" o "un'espressione della personalità creativa di chi lo fa"?
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Lazarus Long |
Inserito il - 14/06/2004 : 09:16:27 Uhmm: se faccio morire un personaggio (o faccio qualche altra scelta) o dipende da una causa o è casuale. Nella prima ipotesi, che causa può avere una macchina? Forse un set preinstallato, ma a loro volta scelte casualmente. Questo renderebbe la trama piuttosto banale. Nella seconda ipotesi, invece, sarebbe interessante verificare la capacità del lettore di fornire senso a narrazioni casuali. Sarebbe veramente affascinante. Si potrebbe usare un set preinstallato con una variabile casuale singola. Questo permetterebbe una coerenza di fondo ed eviterebbe la banalità. Ad ogni modo, una bella storia è una bella storia. Se esseri umani elaborano trame come quella di Titanic, allora una macchina capace di creare l'originalità sarebbe benvenuta. Una macchina che crea banalità, invece, non cambierebbe molto la situazione: costerebbe soltanto meno di certi sceneggiatori. Si perderebbe il fascino dell'autore, questo si. Questo sarebbe un peccato. Ma non sarebbe una perdita necessaria: potrebbero convivere (sempre che il mercato non si metta di mezzo...) (se non ricordo male, tutto questo ricorda un episodio di 1984, ma li le cause erano un set preinstallato e piuttosto limitato: più o meno quello montato nel cervello di Nek...)
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