V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Biuso |
Inserito il - 19/11/2006 : 11:53:36
Piccolo Teatro Grassi di Milano FINALE DI PARTITA di Samuel Beckett Regia di Franco Branciaroli Con Franco Branciaroli, Tommaso Caldarelli, Alessandro Albertin, Lucia Ragni
Il finale di partita è, nel gioco degli scacchi, la terza parte della sfida, dopo l’apertura e il mediogioco. Sulla scacchiera rimangono pochi pezzi. Il campo è vuoto. Le prime parole del testo suonano: «Finita è finita, sta per finire, sta forse per finire». Le pronuncia Clov, continuamente chiamato e richiamato da Hamm, cieco e sulla carrozzina. Nagg e Nell, genitori di Hamm, sono rinchiusi in due bidoni della spazzatura. Le parole e i gesti sono frammenti di un’umanità ormai postumana, residui moncherini della speranza che fu. Quando Clov vede dalla finestra una qualche forma di vita, Hamm gli ordina: «Sopprimila» e tuttavia è sempre Hamm a chiedersi –seppur esitante- «non può darsi che noi…che noi…si abbia un qualche significato?».
Sembra che in Beckett rimanga un’infinita nostalgia dell’animale semantico che siamo, o forse che eravamo. In ogni caso, dai suoi testi pulsa –come luce insopprimibile- la pienezza del Sacro, perché sacra è per l’umano la parola, perché il linguaggio si è finalmente riscattato da ciò che Heidegger chiama «la chiacchiera» ed è stato restituito alla sua potenza.
In questa messinscena, Branciaroli privilegia il tasto comico, facendo parlare Hamm con l’accento dell’Ispettore Clouseau - Peter Sellers. L’effetto è ancora più straniante e colmo di pietà.
agb «Il tempo sembra essere presente in ogni cosa, sulla terra e nel mare e nel cielo» (Aristotele)
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