V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Biuso |
Inserito il - 08/01/2006 : 17:51:46 Antonin Artaud (1896-1948) è una figura-archetipo del male che intesse l’umanità. Autentico genio del teatro, del cinema e del pensiero, dovette subire l’internamento in manicomi e cinquantuno sedute di elettroshock che gli spensero la coscienza e la memoria. Ma la forza della sua persona emerge evidente anche da questa mostra allestita al PAC, Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano, che raccoglie documenti autografi, perizie psichiatriche, fotografie sconvolgenti e immagini dei film da lui interpretati.
Nella prima sezione, Artaud e il Cinema, due installazioni –una a forma di punto di domanda e l’altra del simbolo dell’infinito- sintetizzano l’interrogativo costante e l’infinita interpretazione che Artaud è stato. Nella seconda, Artaud e il Teatro, altre testimonianze fra le quali la registrazione sonora dell’ultima trasmissione radiofonica del febbraio 1948 –Per farla finita col giudizio di dio- censurata dalle autorità. Artaud vi afferma, con preveggenza sulla storia, che «è la guerra che gli americani hanno preparato e preparano senza posa» e vi sostiene, con lucidità gnostica, che «l’uomo è malato perché è mal costruito». Il Teatro della crudeltà si delinea quindi non come strazio e sadismo ma come la capacità di andare al cuore ultimo delle cose e della loro assurdità.
Ma dove il segreto di quest’uomo appare in tutta la sua fisicità è nelle scene da quattro film –due di A. Gance, Napoleon e Lucrèce Borgia, uno di C.T.Dreyer, La passion de Jeanne d’Arc e l’ultimo di R. Bernard, Faubourg Montmartre. Nell’Artaud Savonarola, o monaco medievale, o Marat, splendono uno sguardo e degli occhi che fissano tutto l’orrore del mondo.
agb «ora nasce e infelice non avendo scampo dai mali vagando entra nel labirinto» (Salmo dei Naaseni)
|
1 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Biuso |
Inserito il - 03/12/2006 : 11:06:28 Teatro Arsenale - Milano PER FARLA FINITA COL GIUDIZIO DI DIO di Antonin Artaud Traduzione di Paolo Bignamini Regia di Annig Raimondi Con Riccardo Magherini, Annig Raimondi, Yumi Seto Per la rassegna «Crudeli linguaggi»

Il testo scritto nel 1947 per la Radio francese venne censurato per il suo linguaggio estremo e fecale, per la rappresentazione di uno stupro/incesto e il successivo parricidio, per i sillogismi artaudiani che scandiscono: «dio o è qualcosa o è niente, se è qualcosa è la cacca, non essendo cacca non è» ma soprattutto per la denuncia esplicita della corruzione irredimibile degli Stati Uniti d’America col loro radicato, universale, ideologico bellicismo. Un Paese di guerrafondai che non si fermeranno davanti a nulla…
Il Teatro Arsenale mette in scena Artaud attraverso una recitazione netta e insieme viscerale (eccellenti gli attori), con lo sfondo di un video nel quale scorrono immagini di fisicità quotidiana e seriale, accompagnate da suoni dissonanti e striduli. Uno spettacolo –insomma- lontanissimo dal teatro come gradevole e patinato modo di passare una serata…Un pugno nello stomaco e nella mente, invece, un grido di «rivolta / dell’uomo presente alla sua / fragilità» (Ungaretti).
agb «Il tempo sembra essere presente in ogni cosa, sulla terra e nel mare e nel cielo» (Aristotele)
|
|
|