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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Biuso Inserito il - 05/10/2008 : 13:10:31


ADI, ADU, ANDU, APU, CISAL Universita', CNRU,CNU, CISL Universita',
FLC CGIL, RNRP, SUN, UDU, UIL P.A.-U.R.AFAM

APPELLO

a tutti i Docenti delle Universita' italiane


Il sistema universitario è oggetto di provvedimenti che rischiano di
cancellare l'Universita' che abbiamo conosciuto. Il D.L. 112/08 è stato
convertito in legge (n°. 133/08), ed è dunque pienamente operativo,
confermando i contenuti sui quali abbiamo gia' a luglio espresso un
giudizio durissimo e avviato prime iniziative di informazione e di
contrasto. Ne ricordiamo punti salienti:
- limitazione al 20% del turn-over, per gli anni 2009-2011 e al 50% per
l'anno 2012 del personale docente e tecnico-amministrativo, dopo due anni
di blocco dei concorsi;
- ulteriori drammatici tagli al Fondo di Finanziamento ordinario, che viene
decurtato di circa il 25% in termini reali entro il 2012; (ma per
quest'anno il finanziamento dei PRIN scende da 160 a 98 milioni di euro):
- la possibilita' di trasformazione degli Atenei in Fondazioni private, con
la privatizzazione dei rapporti di lavoro, il conferimento dei beni
dell'Universita' al nuovo soggetto privato e l'indeterminatezza degli
organi di gestione degli atenei la cui composizione e funzione non viene
per nulla chiarita.
- il taglio delle retribuzioni del personale
Tali provvedimenti vanno ben oltre la congiuntura e una pura manovra di
risparmio, ma determinano invece uno scenario in cui sparisce l'Universita'
italiana come sistema nazionale tutelato dalla Costituzione, in cui il
ruolo pubblico è elemento decisivo di garanzia per la liberta' di ricerca e
d'insegnamento e degli interessi generali del Paese.
Saranno in primo luogo gli studenti ad essere danneggiati, perche' non
sara' piu' garantita un'offerta formativa di qualita' legata
all'inscindibilita' di didattica e ricerca, perche' il taglio dei
finanziamenti condurra' all'aumento senza limiti delle tasse universitarie
e perche' la possibilita' di assumere sempre meno docenti condurra' ad un
ampliamento massiccio dei corsi di laurea a numero chiuso e alla
soppressione di corsi di laurea non gia' sulla base di un'attenta
valutazione della loro efficacia, bensi' per via dell'impossibilita' di
garantire la presenza del personale docente necessario.
Insieme con gli studenti, i primi danneggiati sono i giovani studiosi: il
blocco del turn-over, riducendo drasticamente il numero dei docenti in
ruolo a fronte delle uscite per pensionamento gia' note, impedira' il
ricambio generazionale, aggravando il problema gia' insopportabile del
precariato, e chiudendo le porte dell'Universita' ad intere generazioni. Ma
è l'intero sistema che si ripiega su se stesso, negando ai docenti le
opportunita' di ricerca e di didattica di qualita', appaltando al privato
le scelte fondamentali (un privato che, giova ricordarlo, è tra gli ultimi
al mondo per finanziamento della ricerca). Chi presidiera' le aree piu'
delicate e meno immediatamente redditizie della ricerca? Si vuole importare
un modello che mutua, dal mondo anglosassone, gli aspetti di disuguaglianza
sociale, di sistema di poche Universita' di eccellenza, di riduzione di
diritti ed opportunita', mentre non esistono neppure lontanamente le
condizioni per mutuarne gli aspetti di alta produttivita' scientifica. E a
fronte di una riduzione del 25% dei finanziamenti, anche le Universita' che
oggi si autodefiniscono "virtuose" saranno trascinate nel gorgo dello
squilibrio finanziario strutturale, strette nella forbice dei costi
crescenti e della riduzione delle entrate.
Noi crediamo fermamente che occorra mobilitarsi da subito in modo forte e
convinto per chiedere la cancellazione dei provvedimenti ed arrestare una
deriva che si annuncia completa su tutti gli aspetti del funzionamento
dell'Universita'. Non sfugge a nessuno che all'orizzonte si profilano nuovi
interventi tra cui, verosimilmente, la revisione dello stato giuridico e
l'abolizione del valore legale del titolo di studio. Il nostro giudizio
negativo e' fortemente ancorato ad elementi di merito.
Conosciamo bene le tante falle e difetti del sistema universitario, e
certo non intendiamo difendere l'esistente; ma è proprio dai difetti che
occorre partire, in modo non ideologico, come abbiamo costantemente fatto:
affrontare i nodi del merito e della valutazione, della qualita'
dell'offerta didattica e di ricerca, del reclutamento dei giovani e della
carriera, e correlatamente del precariato, dei meccanismi di finanziamento,
del diritto allo studio, del dottorato, di un rapporto aperto e trasparente
tra Universita' e societa'. E discuterne con la comunita' universitaria:
fino ad oggi le decisioni adottate sono state prese in modo del tutto
unilaterale, al di fuori di qualsiasi confronto.
Noi non intendiamo accettare questo stato di cose: vi chiediamo,
individualmente e collettivamente di mobilitarvi, ed in questo senso vi
proponiamo un percorso che unifichi ed estenda a tutte le componenti
dell'Universita' le tante iniziative sorte in queste settimane. Nel mese di
ottobre occorre produrre iniziative di informazione e socializzazione in
tutti gli Atenei, in forma di assemblee e momenti di discussione. Ancora
troppi non hanno compreso la portata devastante dei provvedimenti, o
confidano in un "io speriamo che me la cavo". Non sara' cosi': chiunque
operi nell'Universita' sara' esposto a cambiamenti radicali delle sue
condizioni di vita, di lavoro e di reddito.
Vi chiediamo di proseguire con la moltiplicazione delle prese di posizione
in tutti gli organi accademici e di farcele pervenire in modo da
pubblicizzarle sui nostri siti e diffonderle ulteriormente.
Vi chiediamo di riprendere la positiva esperienza delle "lezioni in
piazza": dobbiamo parlare alla cittadinanza, spiegare che questi
provvedimenti non sono un problema dell'Universita', ma disegnano un
modello che riduce diritti e opportunita' sociali, facendo del reddito il
solo discrimine tra chi puo' e chi non puo'; un modello che divide sempre
piu' il Paese tra poveri e ricchi.
Vi chiediamo di rifiutare ogni prestazione non dovuta e attenersi
strettamente ai compiti istituzionali; di utilizzare parte delle lezioni
per spiegare e condividere le ragioni della nostra opposizione.
Per parte nostra parleremo a tutti gli attori istituzionali interessati,
CRUI e CUN, per sollecitare condivisione e prese di posizione. Studieremo
anche forme di comunicazione che ci portino a contatto del piu' grande
numero possibile di persone, a partire dalle famiglie degli studenti
universitari e dalle associazioni dei genitori degli studenti medi, i
possibili universitari del futuro, poiche' ci è chiaro, come gia' detto,
che queste posizioni abbisognano del piu' vasto sostegno degli utenti e
dell'opinione pubblica.
Riteniamo necessario che questa fase di mobilitazione sfoci in una
manifestazione nazionale, indicativamente a fine ottobre, nella quale
tirare le fila delle azioni intraprese e accrescere la pressione sul Governo.
Ognuno di noi in questa difficile fase è chiamato ad una responsabilita'
individuale che non puo' essere ignorata o delegata. Fate circolare questo
messaggio, discutetene con i colleghi che non l'hanno ricevuto,
diffondetelo nelle Facolta' e nei Dipartimenti. Questa volta ci battiamo
per la sopravvivenza stessa dell'istituzione in cui crediamo.

Roma, 2 ottobre 2008


= per ricevere notizie dall'ANDU: inviare una e-mail ad anduesec@tin.it con
oggetto "notizie ANDU"
= per non ricevere piu' notizie dall'ANDU: inviare una e-mail ad
anduesec@tin.it con oggetto "rimuovi"
= per leggere i documenti dell'ANDU: www.bur.it/sezioni/sez_andu.php
oppure
http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/modules.php?name=News&file=categorie
s&op=newindex&catid=66
= per iscriversi all'ANDU: http://www.bur.it/sezioni/moduliandu.rtf
== I documenti dell'ANDU sono inviati a circa 15.000 Professori,
Ricercatori, Dottori e Dottorandi di ricerca, Studenti, ai Presidi, ai
Rettori, al Ministero, ai Parlamentari e agli Organi di informazione.

=================

Condivido.
Quella che si prospetta è una tragedia, la fine dell'istruzione superiore in Italia.
Un evento che, è chiaro, non riguarda la sola Università ma tutti.


agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
«La filosofia è la musica più grande» (Platone)
15   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Biuso Inserito il - 06/11/2009 : 20:21:48
"Mozione dell'Assemblea di Studenti, Docenti e Personale Tecnico-Amministrativo della Facolta' di Lingue dell'Universita' di Catania"
- Giovedì 5 novembre 2009.

L'assemblea di studenti, docenti, personale tecnico-amministrativo della Facolta' di Lingue e Letterature Straniere dell'Universita' di Catania denuncia con forza gli incoerenti e scomposti disegni di riforma del sistema universitario proposti dal Governo. Ritiene che tali provvedimenti
- aldila' degli annunci mediatici e miracolistici - comportino un'inaccettabile riduzione del finanziamento per l'Universita' e siano destinati a generare uno stato - in parte gia' presente - di dissesto della cultura e di morte di quell'alta formazione pubblica che costituiscono il futuro del nostro paese, ma anche i piu' forti antidoti contro la crisi
economica e sociale globale da cui siamo investiti.

L'assemblea promuove la costituzione di un Comitato per l'Istruzione e la
Ricerca che nei prossimi mesi:
- diffonda nel mondo universitario e nella societa' civile il documento del 30 ottobre, promovendo la raccolta di firme su www.step1.it.
- proponga - anche chiedendo solidarieta' e collaborazione al Rettore ed agli organi universitari di rappresentanza - iniziative con le forze politiche, economiche e sociali atte a diffondere la consapevolezza dello stato d'emergenza del mondo universitario;
- proponga lezioni in piazza dei corsi di laurea destinati a chiudere secondo le recenti disposizioni governative o nei quali il numero chiuso o programmato sara' fortemente discriminatorio;
- segua l'iter della riforma e informi nelle aule anche con momenti di sospensione delle attivita';
- aderisca a tutte le iniziative che fanno emergere l'ipocrisia che copre il precariato del mondo universitario;
- chieda a tutte le componenti del mondo della ricerca e dell'istruzione di organizzarsi e fare uscire questa crisi (come quella della scuola) da una irresponsabile censura mediatica.

Aderisce al documento il Coordinamento dei Ricercatori Precari dell'Universita' di Catania


agb
«Vivere con immensa e superba imperturbabilità; sempre al di là» (Nietzsche)
aletheia Inserito il - 02/11/2009 : 15:26:56
http://www.unict.it/Public/Uploads/links/Aquis%20Documento%2029%20ottobre%202009.pdf
Biuso Inserito il - 29/10/2009 : 14:40:32
I colleghi della Facoltà di Lingue hanno proposto un documento sulla riforma appena approvata dal Consiglio dei Ministri. Il testo si conclude con le seguenti parole:

==============

Gli studenti e le famiglie devono sapere che a partire da quest’anno aumenterà la contrazione dei servizi universitari, si chiuderanno moltissimi corsi di laurea triennale e magistrale, molti docenti a contratto rimarranno a spasso (come accade già nella scuola) e il nostro sistema sarà sempre meno capace di competere con gli altri sistemi di formazione europei ed extra-europei.
Un paese ignorante e senza futuro, insomma.
E’ questa l’Italia che vogliamo?


Per queste ragioni, studenti, personale amministrativo e docenti della Facoltà di Lingue convocano un’assemblea aperta GIORNO 30 OTTOBRE ALLE ORE 10,00 PRESSO L’AULA A8 DEL MONASTERO DEI BENEDETTINI.

==============

L'intero documento si può leggere anche su girodivite.it: Finti meriti e veri tagli


agb
«Vivere con immensa e superba imperturbabilità; sempre al di là» (Nietzsche)
Biuso Inserito il - 24/11/2008 : 15:55:19
Trascrivo e segnalo un articolo di Augusto Cavadi che mi sembra fare chiarezza sulla dimensione intrinsecamente politica delle scelte dell'attuale governo e di chi vi si oppone.

=================

"Centonove"
21.11.08
SCUOLA, SE LA PROTESTA E' POLITICA

Lo si sente ripetere in televisione, alla radio, sui giornali e anche nei cortei di protesta: il movimento studentesco di queste settimane "non è politico". E lo si afferma con tono rassicurante, irenico, soddisfatto. Che cosa vogliano dire la casalinga per la prima volta per strada a manifestare o il sindacalista 'moderato', che hanno votato centro-destra, lo capiamo benissimo: non siamo in piazza strumentalmente per far cadere questo governo. Non siamo pregiudizialmente e programmaticamente contro Berlusconi e i suoi ministri: vogliamo esprimere un dissenso circoscritto, limitatamente a questi provvedimenti di Tremonti che usa Gelmini come controfigura, giacché - come recitava uno dei cartelli partoriti dalla creatività individuale - "la scuola non ha colori: né di destra né di sinistra". A questi elettori ("Può darsi che siamo pentiti...non ci puoi inchiodare alle nostre scelte elettorali" mi sosteneva una collega il cui fratello è un esponente pubblico della Cdl) bisogna spiegare, con rispetto ma con chiarezza, che il loro - eventuale - disappunto è sintomo di ingenuità politica. Non si può votare per un governo di centro-destra e poi, se per caso comincia ad attuare (con una coerenza interna che il centro-sinistra non ha saputo dimostrare) una politica scolastica conservatrice e liberista, stupirsene e lamentarsene. In cinque anni un governo di centro-destra non può trascurare d'intervenire su un settore vitale quale il sistema scolastico ed universitario: proprio come non potrebbe evitarlo un governo di centro-sinistra o di estrema destra o di estrema sinistra. Nel lungo periodo, insomma, chi fa politica con un minimo di incisività deve ripensare le idee forti che strutturano l'organizzazione militare, i rapporti internazionali, l'amministrazione della giustizia, i servizi socio-sanitari...E se fa politica con un minimo di coerenza, le decisioni che si assumono in un settore devono essere armonizzate con le decisioni operanti in tutti gli altri ambiti. Per esempio: se deve rinforzare il protagonismo militare in Afghanistan o in Iraq, deve tagliare le spese da qualche altro capitolo di bilancio (la sanità o l'istruzione); se deve ridurre la tassazione sui grandi patrimoni privati o evitare una seria lotta all'evasione fiscale, deve chiedere ai cittadini un maggiore esborso di denaro o una rinunzia ad alcune prestazioni statali gratuite.
Ma non sono solo elettori di centro-destra (come la casalinga o il sindacalista di cui sopra) a sostenere, con compiacimento, che le agitazioni studentesche attuali "non sono politiche". Lo sostengono, con non minore compiacimento, anche elettori di centro-sinistra. Ora la questione è presto sintetizzabile in due interrogativi: è vero che questo movimento è 'apolitico' ? E, se è vero, c'è da rallegrarsene se si è all'opposizione del governo che si è intestato la riforma Gelmini?
Alla prima domanda non so rispondere. Probabilmente in larga parte è davvero una protesta settoriale, se non addirittura corporativa: molti non sarebbero in piazza se - come insegnanti, come studenti e come genitori - non vedessero minacciati i loro (sacrosanti) interessi. Ma per la parte migliore dei manifestanti (insegnanti, studenti e genitori) non è così: convinti che la politica non è - o non è soltanto né principalmente il salottino televisivo di Vespa - scendono in piazza perché per loro la politica riguarda il diritto allo studio, alla salute, a un lavoro dignitoso, ad una giustizia uguale per tutti, alla libertà di opinione e di critica. Che ci sia una consistente percentuale di manifestanti che vogliono fare politica lo hanno capito benissimo anche le squadracce neo-fasciste di piazza Navona che attaccano i cortei dei giovani disarmati: se non fiutassero la portata 'politica' di questi eventi, perché dovrebbero infiltrarsi fra i coetanei e provocare incidenti? Se davvero si trattasse di lamentele settoriali, destinate a restare tali, perché non lasciare ai cittadini 'apolitici' gli spazi di protesta?

***
Ma laddove non sono in grado di rispondere alla domanda su quale sia - di fatto - il tasso di politicità di queste agitazioni, sono molto più certo della risposta al secondo interrogativo: che cosa pensare della - più o meno diffusa - assenza di consapevolezza politica dei manifestanti? Veltroni, intervistato da un tg nazionale della RAI, ha assicurato che i partiti di opposizione rispetteranno la natura spontanea ed a-ideologica di queste proteste. A me pare una risposta davvero stupefacente per un politico di professione. Lo so: voleva dire che gli apparati partitici non tenteranno di cavalcare dall'esterno questi moti, di metterci - come usava dire anni fa - il cappello sopra. E ha detto una verità istruttiva. Ma uno dei leader dell'opposizione democratica non può dimenticare di dire l'altra metà della verità: che chi vuole una scuola ed una università migliori delle attuali (e Dio solo sa di quante riforme normative e morali ci sarebbe bisogno!) non può accontentarsi di piccoli lifting, più o meno tattici, che il governo potrà apportare ai propri decreti sotto la pressione contingente della piazza (e dei sondaggi), magari in attesa che la marea si abbassi e la gente si stanchi. Uno statista, un dirigente, deve spiegare ai cittadini - di destra e di sinistra e soprattutto ai qualunquisti - che chi vuole una scuola migliore non può limitarsi a lottare per una scuola migliore: deve iniziare a fare politica. Cioè: a lavorare per un sistema sociale complessivo (una polis, appunto) migliore. E con continuità testarda: non per un giorno ogni trecentosessantacinque. Deve aggregarsi con qualcuno che già lavora in un partito politico, in un sindacato, in un'associazione, in un movimento...O, per lo meno, deve cominciare a leggere il quotidiano e magari qualche libro intelligente. Deve capire che in politica tutto si tiene: scuola, sanità, magistratura, politica estera, finanza. Gli si deve spiegare che in democrazia si possono fare tutte le manifestazioni di piazza che si vogliono, ma queste o hanno valenza 'politica' perché sono l'anticamera di un nuovo modo di concepire la società oppure si condannano a non esercitare nessuna seria incidenza storica.

Non stimo Berlusconi né la sua corte, ma ne apprezzo sinceramente la coerenza con cui si sforza di tenere fede agli impegni assunti pubblicamente in campagna elettorale. Ha avuto la franchezza di dire che riteneva una follia l'idea 'comunista' che il figlio di un operaio debba avere le stesse possibilità di ascesa sociale del figlio di un professionista: chi ha votato per lui e per la sua coalizione, deve sapere che o cambia schieramento o è più dignitoso che se ne resti a casa. Non si può applaudire uno Stato violento con gli immigrati e lassista con gli speculatori di borsa; esigente quando fissa le tariffe per i ticket sanitari e tollerante verso chi si arricchisce con il lavoro in nero degli operai; pronto a rinnovare i finanziamenti per i contingenti militari in "missioni di pace" dove Bush puntava l'indice e restio a sostenere la cooperazione internazionale... e poi dissentire, di punto in bianco, su una questione determinata, particolare, come il sistema scolastico. Non si può, insomma, eleggere un capo del governo perché mostra i muscoli e si offre a strenuo difensore degli abbienti e, però, pretendere che muti codice genetico e diventi attento ai bisogni della gente quando si occupa di istruzione. Sarebbe come chiedergli di trasformarsi prodigiosamente in una sorta di Dottor Jeckil e di Mr. Hide. Vero è che Berlusconi è stato reso quasi onnipotente da un consenso elettorale plebiscitario (che continua ad avere proprio in Sicilia una straordinaria riserva di voti), ma non ci si può attendere un miracolo al giorno. Il 30 ottobre ne ha già fatto uno, riuscendo a rimettere a fianco Pd, Italia dei valori, sinistra extra-parlamentare, cittadini apartitici di vario orientamento e persino alcuni elettori ed eletti di centro-destra (trasformando, per dirla col mio amico Alberto Biuso, l'intera Italia in "un’aula scolastica invece che il solito passivo studio di Mediaset"). Avrà diritto anche lui a qualche giorno di riposo? Il disastro è che - del tutto illusoriamente - pensano di averne diritto gli altri, i suoi avversari.

Augusto Cavadi

=================

agb
«Solo l'amare, solo il conoscere / conta» (P.P. Pasolini)
Biuso Inserito il - 19/11/2008 : 08:50:55
Un mio breve intervento di risposta a delle associazioni di genitori che avrebbero approvato i tagli tremontan-gelmineschi: Genitori e muli.



agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
«La filosofia è la musica più grande» (Platone)
Biuso Inserito il - 17/11/2008 : 19:22:56
Sabato 22 novembre terrò, insieme ad altri colleghi, una lezione pubblica in Piazza della Scala a Milano. L'iniziativa si inserisce nell'ambito della mobilitazione contro i tagli finanziari alla Scuola e all'Università pubbliche.
Maggiori notizie si possono leggere in questo volantino (formato pdf).

agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
«La filosofia è la musica più grande» (Platone)
Biuso Inserito il - 15/11/2008 : 13:33:19
Grazie a JoeSerpe per queste FAQ assolutamente esatte e necessarie.
Basti pensare alla prima risposta ma invito a leggere per intero il breve documento.

===========

L’università è marcia, piena di sprechi e baronie, facoltà, corsi di laurea e cattedre che stanno in piedi solo per tenere occupate poltrone. Reclutamenti in cui si tiene conto solo del grado di parentela, amicizia e/o propensione alla tresca. Concorsi truccati ad hoc per far vincere un candidato prestabilito. Va urgentemente riformata. Chi si schiera contro la riforma Gelmini si schiera con l’attuale università: con i baroni, con gli imbrogli e con gli sprechi.

La cosiddetta riforma Gelmini non prevede in alcun modo l’eliminazione degli attuali sprechi, né impone alcuna modifica all’attuale meccanismo di valutazione per il reclutamento universitario. La riforma Gelmini si limita esclusivamente a fare ingenti tagli di spesa a sfavore dell’università e della ricerca, oltre ad altri interventi quale la possibilità per gli atenei pubblici di trasformarsi in fondazioni private.
I tagli di spesa colpiranno tutti allo stesso modo: sia i settori che funzionano bene, sia quelli che funzionano male, non è stato studiato alcun criterio di valutazione sul merito


===========


Riporto qui una lettera molto bella scritta da Marcella De Carli:


Non c'ero a Genova il 20 luglio 2001. Nemmeno il 21. Non c'ero, non
potevo, anche se il dubbio rispetto al fatto di andarci o meno mi era
venuto. Provavo invidia per chi c'era, volevo fare parte anch'io di
quel movimento bellissimo di persone diverse tra loro, giovani e
anziani, laici e cattolici, tutti in strada per dire "vogliamo un
mondo più giusto". Ero incinta del mio primo bambino che sarebbe poi
nato il 7 agosto. Però mi ricordo tutto bene, benissimo. Ricordo che
all'inizio sembrava che il massimo della trasgressione fosse esporre
le mutande dai balconi. Poi, a un certo punto, tutto è cambiato.
Ricordo la notizia della morte di Carlo Giuliani, mentre ancora non
si sapeva bene e si parlava di un ragazzo spagnolo, le interviste ai
suoi genitori i giorni dopo. Ricordo il massacro alla scuola Diaz.
Ricordo la mia frustrazione e la rabbia e la voglia di esserci. E
ricordo la manifestazione a Milano: c'era un'aria pesante, davvero
tesa, non mi era mai capitato di sentirmi così...in pericolo.

Oggi la sentenza su quella che è stata definita una "macelleria
messicana" mi ha ributtato di colpo a quei giorni, alla sensazione di
impotenza e di ingiustizia . Di vergogna per loro.

In questi giorni un nuovo movimento sta nascendo in Italia, è forte,
intelligente e mobile: un'onda. Anche oggi persone "normali" che non
hanno paura di chiedere di essere ascoltate: genitori, bambini,
docenti, ricercatori, studenti, bidelli, segretari, dirigenti...tutto
il mondo della scuola si sta muovendo e lo fa con allegria e
creatività.

Purtroppo qualche giorno fa mi è riapparso un fantasma: il vecchio
intoccabile Cossiga che incita al massacro. Mi sono arrabbiata ma ho
provato anche un po' di pena per quest'uomo, ormai anziano, che ha
dentro di sè tanto odio. Oggi, che di figli ne ho tre e che sono una
di quelle maestre (anche se non una ragazzina) che Cossiga vorrebbe
picchiata dalle forze dell'ordine, pur rendendomi conto che l'Italia
non è mai stata così lontana dal concetto di democrazia,
incredibilmente sento di non avere più paura. Io non ho paura. Sono
preoccupata, triste, arrabbiata ancora, ma non ho paura. Non ce
l'hanno fatta con me.

marcella


===========

e, infine, un link alla
MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO E DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL'UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PARMA - 28/10/08 E 29/10/08 nella quale -tra le altre cose- si rileva giustamente che "Il fenomeno potrebbe produrre nel medio- lungo termine 'buchi generazionali' nel corpo docente col rischio della scomparsa di scuole di pensiero e di ricerca".


agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
«La filosofia è la musica più grande» (Platone)
JoeSerpe Inserito il - 14/11/2008 : 22:18:59
io non ho ben compreso una cosa: il nostro Ateneo si dice ufficialmente contrario alla riforma Gelmini e soprattutto ai tagli di spesa. Ma, nel concreto, a parte questo documento di dissenso, si è pensato a qualche protesta ufficiale un po' più energica? O si crede che il governo sia disposto a cambiare rotta a seguito di qualche lettera di dissenso?

Non è una domanda retorica.

Segnalo un documento che avevo già annunciato nel precedente intervento: FAQ Gelmini
Biuso Inserito il - 14/11/2008 : 22:01:07

Anna Adamolo: www.ministeroistruzione.net/

www.pubblica.distruzione.org/




agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
«La filosofia è la musica più grande» (Platone)
Biuso Inserito il - 07/11/2008 : 17:02:58
Questa è la voce ufficiale del nostro Ateneo

===============

Documento del Rettore dell'Università di Catania relativo alla discussione assembleare del 6 novembre 2008

07 novembre 2008


Il Rettore dell'Università di Catania, prof. Antonino Recca, a conclusione del dibattito svoltosi nell'Assemblea di docenti, personale tecnico amministrativo, ricercatori precari e studenti dell'Ateneo, riunitasi il 6 novembre 2008 nell'aula di Scienze chimiche della Cittadella universitaria, ribadisce il contenuto delle mozioni approvate dall'Assemblea generale della CRUI, già fatte proprie dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione, fa proprie le preoccupazioni che sono state già espresse da Facoltà e Corsi di laurea dell'Ateneo, riafferma la propria contrarietà alla riduzione dei finanziamenti all'Università, così come emerge dai vari provvedimenti governativi degli ultimi mesi (Leggi 126/2008 e 133/2008), che configurano un definanziamento della formazione universitaria e della ricerca nel nostro Paese, e il ridimensionamento del loro carattere pubblico.

Esprime, altresì, la contrarietà alla norma che limita pesantemente il turn-over del personale. Auspica, pertanto, interventi legislativi che ripristinino un adeguato livello di finanziamento, in considerazione del fatto che, già prima delle previste riduzioni, si attestava allo 0,6% del PIL, un valore ben lontano dagli obiettivi di Lisbona e da quello di molti Paesi industrializzati, ed eliminino le limitazioni alle assunzioni. In assenza di tali interventi, si avrebbero, infatti, ripercussioni negative sull'offerta formativa, sul diritto allo studio, sullo sviluppo della ricerca scientifica, compromettendo in modo irreversibile il futuro di tanti giovani, impegnati nella loro formazione e nella ricerca, nonché le prospettive di sviluppo economico e sociale del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno d'Italia.

Il Rettore riafferma il valore della politica di attenta e scrupolosa vigilanza sugli equilibri di bilancio, adottata dagli Organi di governo dell'Ateneo e, con riferimento alle possibili, e auspicabili, modifiche ai provvedimenti normativi fin qui assunti in materia di finanziamento del sistema universitario, chiederà agli Organi di governo dell'Ateneo la sospensione dell'attuazione delle pesanti misure di contenimento della spesa, che si renderebbero eventualmente necessarie per fronteggiare la prevista riduzione del finanziamento ordinario dell'Università, pari a circa 17 milioni di euro, per il 2010.

Il Rettore fa appello al Governo, affinché, nel garantire un finanziamento adeguato al sistema universitario, proceda, allo stesso tempo, con determinazione, nella direzione dell'attribuzione delle risorse sulla base di una valutazione dei risultati formativi e di ricerca degli Atenei, nonché dell'efficienza e dell'equilibrio della loro gestione.

Ritiene che i risultati dell'Ateneo di Catania, nel campo della ricerca, che lo vede al 14° posto per numero di PRIN finanziati nel 2008, e della capacità di attrazione degli studenti e di formazione d'eccellenza, anche attraverso la Scuola Superiore, e in quello della gestione del proprio bilancio, con il pieno rispetto dei limiti di spesa per il personale (86% del FFO) e di indebitamento (0,4% del FFO), debbano essere premiati con risorse che consentano di mantenere e sviluppare tali risultati, garantendo una prospettiva ai tanti docenti e ai ricercatori precari che si sono, in questi anni, impegnati per il loro conseguimento.
Il Rettore, infine, fa appello alle Istituzioni locali e alla Regione Siciliana, affinché, nella delicata condizione della realtà meridionale del Paese e della Sicilia e nel contesto delle riforme federaliste, si individuino forme di collaborazione e di investimento - anche attraverso la sinergia con le altre università siciliane - che facciano della formazione e della ricerca, una leva per l'innovazione e lo sviluppo economico e sociale della nostra regione.

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agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
«La filosofia è la musica più grande» (Platone)
Biuso Inserito il - 02/11/2008 : 10:54:13
Ringrazio JoeSerpe per questo chiarimento puntuale e utilissimo.
Intanto, ci sono novità positive: Università, stop del governo
Come si vede, la protesta argomentata, condivisa e forte serve. Non si possono governare Scuola e Università contro la Scuola e l'Università. È un primo risultato, molto importante. Non bisogna fermarsi.

agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
«La filosofia è la musica più grande» (Platone)
JoeSerpe Inserito il - 02/11/2008 : 04:48:55
Aggiungo un piccolo chiarimento a proposito dell'approvazione della legge Gelmini e dei decreti legge in generale (è un estratto da un documento che sto redigendo in questi giorni che si intitolerà "FAQ Gelmini" e sarà una serie di risposte alle questioni sollevate più di frequente dai sostenitori della legge Gelmini o dagli indecisi):



Chi pensa che la "legge Gelmini" sia nata come nascono normalmente le leggi democratiche si sbaglia, la legge Gelmini NON è nata in parlamento e la sua approvazione NON ha seguito un'ordinaria procedura parlamentare. E' nata dal governo, come decreto-legge proposto dal Presidente del Consiglio (Berlusconi) e dal Ministro della Pubblica Istrzuione (Gelmini) in concerto con il Ministro delle finanze (Tremonti), non c'è stato dibattito democratico dunque o, se c'è stato, vi hanno partecipato soltanto queste tre persone. Il parlamento si è solo limitato ad approvare il "decreto governativo" dandogli valore di legge.
Va notato, inoltre, che nel caso in cui il parlamento avesse bocciato un "decreto governativo" promosso da tre ministri così importanti, si sarebbe creata una crisi di governo con possibilità di elezioni anticipate.
E' ovvio, pertanto, capire che i parlamentari della maggioranza, in qualsiasi parlamento, sono sempre piuttosto restii a bocciare un "decreto governativo"...
Questa del "decreto governativo" è una procedura viziata, dunque, e non esattamente democratica che esiste solo per essere utilizzata in casi straordinari di effettiva emergenza. In Italia invece c'è un notevole abuso di decreti, sia dai governi di destra che da quelli di sinistra, e già questo fatto non consente di parlare di democrazia pulita.

Ma una legge che investe un ambito così importante come quello della formazione, in una democrazia avanzata, deve nascere prima di tutto da un confronto prolungato con le associazioni di settore e, successivamente, sulla base delle proposte nate da quel primo e necessario confronto, vanno stesi poi uno o più progetti di legge da discutere, emendare e votare in parlamento.

Tutto ciò con la "legge Gelmini" non è accaduto: la democrazia dunque è venuta a mancare.



PS
andrebbe notato inoltre che attualmente in Italia c'è una situazione di confluenza tra potere governativo e mezzi di informazione. L'attuale potere governativo, di fatto, comanda anche sugli organi di informazione influenzando l'opinione pubblica che poi "democraticamente" vota i parlamentari in carica. Come sappiamo, questa confluenza è stata sempre uno degli elementi peculiari di qualunque sistema totalitario del passato.
Biuso Inserito il - 31/10/2008 : 20:04:52
Da Repubblica

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Roma, 19:23

"Il Governo ha sempre comunicato benissimo su tutti i temi: dall'Ici ai rifiuti di Napoli. Sulla scuola abbiamo avuto una defaillance. Questo e' il motivo di tante proteste. Ad esempio quelle degli studenti universitari che non sono minimamente toccati dalla riforma". Lo afferma il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in una intervista al Tg3.

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Il paternese va oltre ogni decenza, oltre ogni menzogna.



agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
«La filosofia è la musica più grande» (Platone)
Biuso Inserito il - 31/10/2008 : 13:07:12
Su girodivite ho scritto un breve commento a quanto accaduto ieri in tutta Italia.
Si intitola Realtà.




agb
«Senza la musica la vita sarebbe un errore» (Nietzsche)
«La filosofia è la musica più grande» (Platone)
Stanley Inserito il - 29/10/2008 : 20:40:45
Oggi in Facoltà circolava già il nome di chi avrebbe interesse a sponsorizzare il nostro ateneo; neanche a dirlo: è il buon vecchio Ciancio Sanfilippo. Mi auguro che restino solo pettegolezzi, ma mi dicono che è molto più che un'ipotesi. Spero per domani e per giorno 14 che non ci manchi la voce.


"Chi ha il coraggio di ridere è padrone degli altri,come chi ha il coraggio di morire" (G. Leopardi)

Stanley

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