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Biuso |
Inserito il - 31/05/2008 : 12:43:02 Peter Greenaway. L'Ultima Cena di Leonardo Milano - Sala delle Cariatidi Fino al 9 giugno 2008
Non si può descrivere. Solo guardando, solo immergendosi nello spazio di quella sala è possibile capire quanto è stato progettato da Greenaway, da Adam Lowe -che ha realizzato non una copia ma un clone perfetto dell'affresco di Leonardo-, da Renier van Brummelen -che ha diretto la fotografia e curato gli effetti luministici. Come già era successo per la Ronda di notte al Rijksmuseum e per Le nozze di Cana di Veronese, per miracolo riportato dal Louvre al luogo per il quale il dipinto era stato pensato, il refettorio palladiano di Venezia...così affresco e pareti del cenacolo vinciano hanno a Milano un doppio assoluto, riprodotto in ogni particolare.
Perché? Per restituire all'opera di Leonardo la sua potenza tecnica, artistica, spirituale. Con delle luci che disegnano le diverse prospettive che si creano al variare dell'ora del giorno, con la luce che proviene dal dipinto stesso -il Sole appena tramontato, il volto del Cristo-, con le masse degli apostoli a tre a tre nella loro struttura rigorosamente matematica, con la tridimensionalità che a un certo punto trasforma l'affresco in un altorilevo, con la dinamica delle 26 mani nel loro ripetuto gioco orizzontale e verticale... Un'opera che diventa film perché fu già concepita come movimento di corpi nello spazio. Leonardo ne sarebbe rimasto davvero estasiato, poiché «se vivesse nel nostro tempo, impavido, temerario e sperimentatore infaticabile, senza alcun dubbio utilizzerebbe le tecnologie visuali più evolute, cercando di spingerne i confini sempre oltre il conosciuto» (Greenaway). Stupefacente.
agb ««Per lætitiam...intelligam passionem qua mens ad majorem perfectionem transit» (Spinoza, Ethica, III, XI, Scholium) |
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