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 I miei bimbi

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Cateno Inserito il - 21/02/2006 : 11:28:44
Di solito mi trovo meglio coi bimbi che con gli adulti. Sì, lo so che potrebbe considerarsi un fatto normale oppure un residuo cristiano, per cui dovremmo renderci simili ai piccoli. Ma credo che nel mio caso non sia nulla di tutto questo.
Forse una prova del fatto che sto bene coi bimbi è la constatazione che essi stiano meglio con me rispetto ad altri “adulti” (lo metto tra virgolette perché non mi considero adulto). Per esempio, per chi non lo sapesse, io sono Akela, cioè il capo-branco dei lupetti. Già, nonostante il mio anticristianesimo sono una capo scout! Ad ogni modo, i lupetti (dai 7 ai 10 anni) debbono scegliere un Vecchio Lupo (cioè un capo) col quale cacciare (cioè proseguire, crescere. Funziona così: il capo assegna al lupetto delle “prede”, cioè dei compiti che impegnino il bambino: ad es., fare il letto la mattina, sapersi allacciare le scarpe, fare un disegno, lavarsi i denti, compiere delle buone azioni... Dipende dal bambino, dalla sua età, dal suo carattere). Ebbene, sono i lupetti che scelgono il capo. Nel nostro branco abbiamo 24 bimbi e i capi siamo 7. Hanno deciso di cacciare con me 12 lupetti! Gli altri sei capi ne hanno uno, due o al massimo tre ciascuno.
Non lo dico come vanto, ma semplicemente come prova del fatto che mi trovo bene coi bimbi ed essi si trovano bene con me.
Ora, vi chiederete perché sto scrivendo queste frasi. Ebbene, voglio mostrarvi come sia importante stare coi bambini, capirli, insegnare loro quel poco che sappiamo. Io credo di avere l’insegnamento nel sangue, come si usa dire. Forse è dovuto al fatto che mia mamma è un’insegnante alle elementari (o scuola primaria, come è detta adesso); forse perché quand’ero piccolo ho tanto desiderato un Maestro e non l’ho trovato; ad ogni modo, poter far crescere i bimbi spingendoli a pensare, a divertirsi, a vivere d’affetti è forse una delle poche cose che ancora mi lasciano speranza. I bimbi cere cose le capiscono. Un paio di anni fa ero particolarmente affezionato ad una bambina di 10 anni, la mia piccola Giada. Ogni tanto la incontravo fuori, le regalavo dei libri (Zanna Bianca, Incompreso e cose del genere) e poi ne parlavamo; ogni tanto le offrivo il gelato e sedevamo al bar assieme anche alla sua sorellina più piccola (6 anni) che sedeva sulle mie ginocchia. Una volta Giada mi disse: “Parlare con te è bello perché diciamo cose intelligenti. Le altre persone dicono solo: non fare questo, non vestirti così... e parlano solo di cose stupide”. Quella bimba aveva capito a 10 anni cose che delle persone non capiscono in tutta la vita. Un anno fa Giada è emigrata in Germania con la mamma. Avevano pochi soldi, i figli erano ben 9! Non so che fine abbia fatto ma spero che le nostre discussioni le servano in futuro.
Samuele invece ha 5 anni, Rebecca ne ha 9, e sono i figli di una mia amica di Ragusa. Una volta, a dicembre, sono stato ospite a casa loro; alcuni dei più bei momenti della mia vita sono quelli trascorsi a leggere la fiaba della buona notte al piccolo Samuele, oppure a mettere i puntini sulle “i” dei compiti di Rebecca che non li metteva mai! Rebecca è straordinaria! A soli 9 anni scrive racconti comico-horror che sono fantastici! Samuele, quando dovevo andare via mi disse: “Vabbè, tanto torni domani!” Ed io: “No, piccolo, domani non posso tornare”. E lui mi fece: “Ah, va bene, allora... dopodomani!”.
Nei bambini vedo tante potenzialità: una mente avida di esperienza, pronta alla meraviglia che, come sappiamo, dovrebbe spingere a filosofare. L’unica speranza che nutro è quella che i bimbi, specialmente quelli coi quali ho avuto l’occasione di parlare, possano essere meglio di tante persone insignificanti il cui unico scopo è quello di guardare il Grande Fratello.
Come dice un capo scout del mio gruppo, i ragazzi, i bimbi, sono come degli aquiloni. Tu non puoi tenerli a terra solo perché tu stesso non riesci a volare; devi dare loro la spinta giusta per farli alzare in volo; certo, li tieni con un filo trasparente, che a stento si vede, ma devi farli volare!
A conclusione di questa mia pagina forse un po’ troppo affettata, voglio citare il buon Kierkegaard che nei Diapsalmata di Aut-aut dice: “Preferisco parlare coi bambini: con essi si può almeno sperare che possano divenire in seguito esseri ragionevoli; mentre quelli che lo sono già divenuti – Dio mio!”


L'esistenza è un episodio del nulla (Schopenhauer)
1   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Stanley Inserito il - 21/02/2006 : 17:31:26
"Ogni bambino è una speranza.Io ho tante speranze.È bello sperare,ma è ancora più eccezionale quando una speranza si realizza.Io ci provo,perché fa bene a me e sopratutto a loro."Me lo ha detto recentemente la mia maestra di scuola elementare che puntualmente vado a visitare due volte l'anno.Perché sento di doverle molto,e come me tanti altri lo fanno.Non è facile seguire un bambino,aiutarlo,guidarlo senza cadere nell'infame accusa di averlo plagiato.È quindi al già difficile impiego si aggiungono le critiche spietate mosse da qualche invidioso conservatore.Senza contare le riforme che mirano a creare una scuola pubblica di stupidi.Nonostante questo c'è ancora gente(ed è tanta)ke non si arrende e che continua a credere nei bambini.Sarà per la loro incredibile capacità empatica o forse per quell'incredibile intelligenza con cui capiscono molte cose prima degli adulti.Guidare una personalità a diventare tale oggi più di prima è quanto mai difficile.Onore al merito,Cateno.Semplicemente perché non hai perso la fiducia negli uomini.O meglio in quelli che lo diverranno. "La maggior parte degli uomini sono scontenti,perché pochissimi sanno che la differenza tra uno e zero è più grande che la differenza tra uno e mille"(L.Börne)

Stanley

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