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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Cateno Inserito il - 18/01/2006 : 09:24:15
L'intervento che segue è inizialmente stato pensato come risposta ad un articolo del prof su Girodivite. Ho pensato di inserirlo anche qui, così ne discutiamo un po'! A presto!



Cosa fonda la repulsione verso la sessualità? Perché da un certo momento in poi, col cristianesimo, la sessualità è stata ravvisata come qualcosa di impuro, di peccaminoso? A rigore, dacché l’uomo è creato da Dio, la sessualità, con tutto il suo carico di piacere, dovrebbe essere bene in sé, essendo l’unico modo per procreare (almeno lo è stato quasi del tutto finora). Allora perché viene vista come un male?
La sessualità nasce, secondo la cultura giudaico-cristiana, solo in seguito alla disobbedienza. In fin dei conti, nel primo libro della bibbia, la sessualità è conseguenza diretta del peccato. Ciò affiora a coscienza già in un esegeta di altissimo livello quale è Agostino. Secondo quest’ultimo, infatti, la riproduzione è qualcosa di buono, ma non l’atto sessuale. Egli ipotizza che la riproduzione è necessaria e sarebbe comunque avvenuta anche senza la cacciata dal paradiso terrestre, ma sarebbe stata scevra da quella “vergognosa libidine” che contraddistingue il rapporto sessuale. Egli infatti dice: “Riteniamo al contrario che [nel paradiso terrestre] gli organi genitali, come le altri parti, ricevevano l’impulso ad arbitrio della volontà e che il marito poteva unirsi alla moglie senza lo stimolo sensuale della vampa lussuriosa nella serenità dell’anima e senza la perdita dell’integrità del corpo. È una esperienza che oggi non si può verificare. Però si deve ritenere che se non un turbolento ardore agitava quegli organi ma li usava come converrebbe, un volontario dominio, anche così il seme virile poté essere calato nell’utero della moglie, salva l’integrità dell’organo femminile” (De civitate Dei 14, 26). Quasi come se la forza della libido fosse vergognosa perché sottraesse all’uomo il potere di dominarsi!
Affiora, tuttavia, una certa morbosità nella considerazione cristiana ed emerge anche un po’ dal passo citato di Agostino: l’organo femminile è visto come in qualche modo “distrutto” dopo il rapporto sessuale, come se la protezione virginea fosse profanata dalla penetrazione; come quando Pascoli nel Gelsomino Notturno descrive che dopo l’avvenuta fecondazione “si chiudono i petali/ un poco gualciti” di quella che è un’“urna molle e segreta”.
Le sessuofobie cristiane derivano un po’ tutte, però, da Saulo di Tarso, meglio noto come San Paolo; il quale nella Lettera ai Corinzi per quasi tutto il capitolo 7 insiste nel dire che sposarsi non è peccato; però, nonostante parli per opinione personale e non secondo dettame divino, sconsiglia tutti dallo sposarsi e soprattutto dall’accoppiarsi. Certo, vorrebbe che tutti fossero come lui, cioè celibi e verginelli, vorrebbe che chi non ha una donna non la vada a cercare, e infine sconsiglia di sposarsi (anche se non è peccato) perché chi si sposa dovrà per forza fare i conti con le tribolazioni della carne.
Ancora una volta cade in taglio un aforisma di Nietzsche: “Il cristianesimo fece bere a Eros il veleno: – in realtà egli non ne morì, ma degenerò in vizio” (Al di là del bene e del male, Parte quarte. Aforismi e intermezzi, aforisma 168). Il cristianesimo ha contribuito in maniera non indifferente ad abbruttire il mondo: alla bellezza del kosmos, di cui anche l’uomo faceva parte, sostituì la decrepitezza del creato che inevitabilmente è abitato da peccatori e che, proprio per questo, non ha alcuna armonia. Il peccato è l’assassino della Grecità arcaica. Il peccato è il carnefice del corpo e perciò della sessualità. Questo è un dato incontrovertibile; hanno un bel da fare i cattolici a cercare sotterfugi per eludere il problema; con le loro ambiguità da semi-osservanti forse davvero meriterebbero le leggi a conclusione de “L’anticristo”. (Scusatemi la radicalità, ma sono solito giustificarla con l’ardore della mia ventiduenne giovinezza).
C’è di più: ogni forza incute paura, specialmente a chi ne ha di meno. L’Eros non è una forza: è La Forza. Forse è un caso che il movimento che ha in germe e fa macabramente germogliare il nichilismo sia anche nemico acerrimo dell’Eros? Forse è un caso che il cristianesimo, il quale, in definitiva, vuole solo “addomesticare” l’animalità dell’uomo, sia contro la sessualità?
Ernst Jünger in Oltre La Linea si chiede se a fronte del nichilismo che pare abbia esaurito ogni sostanza a nostra disposizione esistano ancora ambiti limitati dove sia possibile la libertà. Una delle potenze fondamentali alle quali possiamo appigliarci per resistere al nichilismo è l’eros: “quando due persone si amano, sottraggono terra al Leviatano, creano spazi che egli non controlla. L’eros trionferà sempre, come vero messaggero degli dei, su tutte le creazioni titaniche. Non ci si sbaglierà mai stando dalla sua parte. [...] le pulsioni infatti non fungono da elemento di contrasto se non quando debordano, vuoi nell’amore vuoi nel sacrificio. Questo ci rende liberi” (Oltre la linea, Adelphi, Milano 1998, pagg. 97-98).
Il totalitarismo del cristianesimo, che riduce ogni bontà o intelligenza entro i suoi ranghi, che avvelena l’eros per poterlo scacciare calpestandolo come un serpente tentatore, che declama di etica e politica (noto marginalmente che quando si parla di repressione, anche o sopratutto quella sessuale, è sempre una questione di Potere), tenta di annientare l’alta libertà della persona, nell’eros come nella decisione della propria vita e della propria morte. Fino a quando, però, l’eros pervaderà i nostri corpi saremo liberi; fino a quando l’eros, l’anima erotica che avviluppa il corpo, conserverà almeno un po’ della sua forza, allora forse sarà ancora possibile un qualche barlume di felicità per la nostra misera esistenza.


L'esistenza è un episodio del nulla (Schopenhauer)
2   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
giofilo Inserito il - 17/07/2006 : 23:59:06
Su www.filosofia.it ho visto un articolo di una tale Ilaria Mavilla intitolato "Il cervello erotico": http://www.filosofia.it/pagine/06_07_cervello_erotico.htm
Ancora non l'ho letto, ma guardando tra le righe ho notato autori ed opere notissime ed interessanti. Comunque lo leggerò e ne dirò qualcosa.

www.sitosophia.org
Biuso Inserito il - 17/06/2006 : 12:14:53
Dal notiziario de Le Scienze riporto una notizia che conferma il radicamento biologico della specie e il nostro essere macchine/strutture desideranti.

Un circuito riservato per l'erotismo.
Questa corsia privilegiata è stata identificata in uno studio su sole donne.

Ricercatori della Washington University School of Medicine a St. Louis hanno sottoposto un folto gruppo di volontarie alla visione di diapositive di contenuto vario mentre controllavano la risposta cerebrale con la tecnica dei potenziali evocati.
Quando i soggetti esaminati osservavano immagini di contenuto erotico, la risposta cerebrale era decisamente più forte di quella generata dalla visione di altro materiale, quale che fosse il livello di gradevolezza o di disturbo che quest'ultimo fosse in grado di suscitare. Inoltre la velocità di risposta era molto più rapida; ciò suggerisce l’esistenza di circuiti neuronali dedicati a elaborare questo tipo di immagini. Il cervello è in grado di classificare molto rapidamente le immagini, molto prima che a livello conscio l’immagine venga interpretata come piacevole o disturbante. Nel caso delle immagini a contenuto erotico, ciò avviene in un tempo ancora inferiore, circa 160 millisecondi, il 20 per cento in meno di ogni altro tipo di immagine. Subito dopo, l’elaborazione delle immagini viene smistata a differenti aree del cervello. Un altro aspetto interessante della ricerca è costituito dal fatto che tutti i soggetti esaminati erano donne, che da studi precedenti erano state indicate come meno sensibili allo stimolo erotico visivo. Quali siano i circuiti cerebrali preferenziali sfruttati per l’identificazione rapida e l’elaborazione di questo tipo di immagine richiederà ulteriori studi, dato che la tecnica dei potenziali evocati non permette una risoluzione spaziale sufficiente a questo scopo, simile a quella fornita da risonanza magnetica funzionale e PET; queste ultime tuttavia non dispongono di una risoluzione temporale adeguata: utilizzando fin dall’inizio questi ultimi strumenti, il fenomeno sarebbe sfuggito all’osservazione.

© 1999 - 2006 Le Scienze S.p.A.


agb
«Nec ridere, nec lugere, neque detestari, sed intelligere»
(Spinoza)

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