V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
ZICHY |
Inserito il - 08/04/2004 : 00:49:57 Salve a tutti raga.........Avevo una curiosità da sfamare...Nell'ultima lezione di fdm Biuso ha introdotto l'argomento post-human.....e ad un certo punto della lezione(verso la fine) il prof. afferma una cosa allo stesso tempo, semplice(concettualmente) ed inquietante(almeno per me).E' cosa aveva affermato il prof???????Semplicemente che se un giorno sarebbe stato possibile poter inserire un microchip nel cervello(che potesse aumentare le sue potenzialita' cerebrali,fargli evitare eccesivi sforzi di memorizzazione e cose del genere)lui sarebbe stato il primo a richiedere l'installazione di tale oggetto elettronico nel proprio cervello........Ora volevo sapere cosa ne pensate voi tutti.....e non dovete dare chissa' che spiegazioni per affermare la vostra personale posizione.....Certo pero' non criticate(in + o in -) in base ad una banale e semplice moralita' che puo' essere di tipo ecclesiastico.............o di stampo perbenista..... Dal mio canto io voglio solo dire al prof.Biuso(nn si offenda)che se un giorno sara' possibile avere un microchip nel cervello,spero che a quel tempo abbia cambiato idea sull'argomento...Ma si immagini prof se tutti avremmo questo microchip.......!!!!Saremmo tutti dei geni(Se non geni tutti avranno grandi potenzialita'),ci dirigeremo verso una squallida omogenizzazione sociale........E che ne sara' degli stupidi dei cretini, dei distratti ,dei smemorati,e perche dovremmo impegnarci tanto per andare bene a scuola,e che piacere devo trovarci ad ascoltare o cantare una canzone quando sentendola una volta,gia la so tutta a memoria e la terza volta mi stuferei anche di ascoltarla.....Insomma prof. che fine fa la razza umana con i suoi limiti, i suoi errori,la sua innata imperfezione????Certo lei mi puo' risp. che un microchip non ci dara' la perfezione(nel senso di realtà fattuale) ne' cerebrale ne' tanto meno umana;e su un dato di fatto cosi'(rivolto ad un possib futuro) io non posso contraddirla;ma se(ovviamente) non saremo perfetti, l'installazione di un microchip sara' il primo passo verso la pretesa di perfezione dell'essere umano.........Insomma qualcosa come il microchip(o qualunque altra cosa che venga introdotta nel nostro corpo e che sia artificiale)sarebbe il primo passo(o cmq il piu' grosso)dell'uomo contro se stesso cioe' contro la sua natura..............................................Grazie a tutti raga per l'attenzione.......Grazie Prof........Ps:Spero che non lo abbia alterato questa mia benevola critica che non era rivolta a lei ma a quell'argomento che aveva suscitato mlt stupore in classe.....
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10 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Biuso |
Inserito il - 02/09/2004 : 16:17:38 quote:
Probabilmente qualche contatto si è allentato – i contatti “flessibili” tra schermo LCD e hardware. Se trovasse qualche tecnico onesto, se la caverebbe con poca spesa.
Se lo trovo, lo faccio riparare di sicuro. Mi sto accorgendo di come sarebbe utile un palmare di riserva...
quote:
Al di là della patologica personalizzazione del suo «fido compagno» - rimarcata da quel pronome personale in corsivo –, un nostalgico ritorno al bloc-notes – benché questo soffrirebbe di amnesia anterograda – no?
Un bloc-notes? E gli indirizzi, i testi dei miei libri e articoli, il planetario, le cartine geografiche, le mappe delle città, i brani musicali che ascolto, le belle foto che guardo, la posta elettronica, i siti scaricati, gli scacchi...e tanto altro che neppure ricordo? Vedo che lei ha senso dell'umorismo.
quote:
Potremmo immaginare un Biuso dalla mente cerebrale incosciente – in coma, o emotivamente menomata – ma dal computante microchip perfettamente funzionante?
Non c'è molto da immaginare. Io sono questo microchip (se "perfettamente funzionante", non saprei...).
agb ...ma è il Desiderio il vero timoniere. (Nonno di Panopoli) |
Biuso |
Inserito il - 02/09/2004 : 14:05:24 L'opportunità e il vantaggio di trasferire dentro di noi quanto abbiamo già prodotto in ambito elettronico e informatico, mi è stata confermata da un piccolo episodio che mi è accaduto la settimana scorsa: un attimo di distrazione e...il mio palmare cade da un metro circa di altezza. Lo accendo subito e lo schermo -pur intatto- mostra un desolato e uniforme colore grigio. Probabilmente la scheda video ha subito dei danni. Nei giorni successivi tento in ogni modo di rianimare questo mio fido compagno di lavoro ma non c'è niente da fare. Sento i suoni, mi accorgo che il resto è intatto ma lui è diventato cieco e io...pure. Mi informo sulle possibilità di ripararlo ma non trovo nessun laboratorio disponibile (a Milano...) e, in ogni caso, mi costerebbe molto. Ne compro uno nuovo, raccomandando a me stesso maggiore attenzione.
Se il chip di questa macchinetta mi fosse stato implementato (per parlare alla grossa...) avrei certo potuto sbattere la testa e rompermela ma capite bene che non è la stessa cosa. Non solo: sono alla prese (nonostante la tecnologia Bluetooth del nuovo palmare) con fili, cavi e cavetti che sarebbero cancellati da una reale ibridazione con i computer.
Approfitto di questa disgraziata notizia per informare dell'aggiornamento del mio sito, nel quale ho inserito una recensione a Cyborgsofia scritta da Elena Piazza e apparsa su Repubblica, nell'edizione di Palermo (che a Catania purtroppo non arriva per accordi col quotidiano La Sicilia). E' una nota breve ma molto puntuale nel render conto dei contenuti del libro. Se volete, la potete trovare qui: http://www.biuso.it/testi.htm
Buona ripresa a tutti.
agb ...ma è il Desiderio il vero timoniere. (Nonno di Panopoli) |
ZICHY |
Inserito il - 05/05/2004 : 01:05:03 Salve a tutti,in particolare saluto il mio collega Tommy che nell'ultima sua critica al mio post non sembra essersela cavata egregiamente,ma le sue critiche di tipo opinionistico non mancano mai(guarda che scherzo e se te la prendi ti do un pugno). Scherzi a parte stavolta la tua vena sarcastica,caro Tommy,non sembra che possa nascondere le difficolta che hai avuto nel rispondere all'argomento piu' scottante e cioe' quello dei ricordi. Quote:
--caro Tommy la tua fiducia nel progresso tecnologico(a tutti i costi) e' l'emblema della societa' odierna -- "Fortunatamente non soltanto della società odierna, altrimenti oggi non saremmo al punto in cui ci troviamo".
Sicuramente non saremo al punto in cui ci troviamo;ma togli il "fortunatamente";su quali basi puoi sapere che dare meno fiducia alla tecnologia(non togliere del tutto la fiducia)non ci avrebbe dato una societa' migliore?? quote: -- possibilita' dataci dal fantomatico microchip di poter cancellare i propri ricordi a proprio piacimento;un ricordo mi da fastidio?Via cancelliamolo!!La ragazza mi ha lasciato?Ma che importa tanto tra dieci minuti cancello questa brutta esperienza e via di nuovo a cercar donzelle!!Mi e' morto un parente caro?Vabe',mi dispiace molto, piango dieci minuti e poi resetto la memoria va'! -- "Sulla questione della cancellazione dei ricordi, mi esprimerò in un altro momento. Non credo comunque che il discorso sia così semplice, così come da te posto. Soprattutto se credi che il microchip possa cancellare anche i “propri” ricordi, quelli “contenuti” nei neuroni."
Io non ho mai detto che il discorso e' semplice;ho semplicemente focalizzato l'attenzione sul problema.Ma,poi non ho capito una cosa;che importa se i ricordi vengano cancellati dal microchip o dai nostri neuroni?Sempre di cancellazione si tratta,sempre contro la nostra natura andiamo;sia che si tratta di ricordi nel microchip o di ricordi nel cerebro non cambia per niente l'essenza del problema.
quote: -- il meno intelligente ci costruisce la casa --
"La tua è proprio una visione alterata della realtà, non c’è che dire. Avevi sonno al momento in cui scrivevi, e si vede. Credi che chi “costruisce le case” sia privo di un ben nutrito background culturale? bah, davvero non ti capisco. Potrei concordare con te, solo se tu fossi già perito sotto il crollo del tetto in cui vivi ;-P"
Innanzitutto grazie per l'augurio implicito nel tuo post;cmq case che crollano,anche senza particolari motivazioni,ce ne sono.
quote: -- non restiamo sospesi nell'etere tra concetti ed idee --
Credo, spero non a torto, che la fase teorica, almeno in questo caso, preceda quella pratica (l’implementazione “reale”). Ed è proprio nella prima sede, per adesso, che si deve discutere degli eventuali problemi. Non c’è niente di reale, ancora: soltanto scorci di possibilità.
Spesso sono proprio i ragionamenti come il tuo che hanno portato l'uomo a fare delle scelte senza delle minime valutazioni di carattere reale e pratico.Ok,il microchip,questo tipo di ibridazione in termini teorici e puramente filosofici sembra possibile;vi sono molte condizioni a suo favore.Ma,vedi,quando parliamo di un microchip,dell'ibridazione potrebbero anche non sorgere grossi problemi;ma quando il prof. un giorno di svariate settimane fa si getto' in un "possibile reale futuro",allora mi venne qualche dubbio:"Che bello un microchip che cancelli i ricordi".E' allora sono li' che i problemi saltano su,sull'immaginarci realmente cosa possa fare il microchip,anche in base a quelli che sono i desideri umani,i bisogni e le esigenze.Ma quando mai gli umani hanno saputo controllare cio' che loro stessi hanno creato??????????????????????????????????????????????????????Ecco cosa voglio dire con il,non restare sospesi tra concetti ed idee;semplicemente il chiederci cosa realmente comporterebbe questo tipo di ibridazione. Per es. se immaginiamo un microchip che possa cancellare anche i ricordi,da un punto di vista filosofico(stando nello stesso tempo in una possibile e reale prospettiva futura),precisamente ontologico potrei risponderti che cambierebbe(almeno in parte)l'essenza della natura umana. Cmq,caro Tommy,se le mie argomentazioni non ti garbano,io non posso obbligarti a rispondere;non sei stato molto gentile l'ultima volta,anzi sei stato proprio un'arrogante,e cio, nonostante le tue confutazioni non sono state efficaci come le precedenti volte.
ORA VADO A NANNA................................................ HALO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Biuso |
Inserito il - 22/04/2004 : 15:08:07 quote:
Ho pensato tanto ai problemi relativi alla nostra eventuale possibilità di cancellare i ricordi. (...) Scusate se sono stato lungo, ma stanotte non ci ho dormito! A presto!!!
Beh…che qualcuno non dorma per problemi come questi, a me non può che far piacere :-) Le domande di Cateno sono importanti e difficili (bellissima la citazione nietzscheana) ma cercherò di essere più sintetico del solito.
Parto dalla fine: la memoria umana è anch’essa un enigma molto complesso perché si pone (esiste) su livelli assai differenti: neurologico (i cosiddetti engrammi), psicologico, fenomenologico, esistenziale. Un eventuale (sottolineo! eventuale) microchip frutto delle nanotecnologie non sostituirebbe nulla ma rafforzerebbe soltanto la memoria naturale, più o meno come gli appunti presi durante una lezione ci consentono di tornare meglio ai contenuti di quella lezione.
Ma la questione decisiva è un’altra. Chi segue le lezioni, spero abbia ormai chiaro che è l’intero corpo a pensare e quindi è l’intero corpo a conservare i ricordi. Di più: ipotizzo che la mente dimentichi (per fortuna!) ma il corpo non dimentica nulla. I ricordi sono il nostro stesso essere fisico e insieme mentale e questo fa la nostra potenza di umani ma anche la nostra estrema debolezza, poiché sono proprio i ricordi di cui il nostro corpo è intessuto a non poter essere cancellati e, alla fine, a dominarci sino allo sfinimento…
Su questo tema consiglio alcuni testi: J.Y. e M. Tadié, Il senso della memoria, Dedalo, Bari, 2000; G. Calligaris, Le catene lineari del corpo e dello spirito, Aquarius, Palermo, 1991; V. Di Spazio, Meridiano del Tempo, Aquarius 2002. Di Spazio (che è un neurologo) ha pubblicato anche in Rete un utile articolo dedicato alle relazioni fra corpo e temporalità: http://www.agopuntura.org/area/rivista/arretrati/settembre%5F2003/decifrazione%5Fcronobiologica.htm
agb È una vela la mia mente, prua verso l'altra gente, vento, magica corrente... (Battisti-Mogol) |
Cateno |
Inserito il - 19/04/2004 : 17:27:16 Ho pensato tanto ai problemi relativi alla nostra eventuale possibilità di cancellare i ricordi. Poi stanotte, prima di addormentarmi, mi è venuto in mente una situazione che molto spesso sarà capitata anche a voi. È banale ma significativa. Vi sarà, dunque, senz’altro accaduto di stare per dire qualcosa, una qualsiasi cosa e che, a causa di qualcuno che vi interrompe o perché invece ne dite un’altra, quello che dovevate dire svanisce repentinamente ed improvvisamente e per quanto vi sforziate di ricordarlo non c’è nulla da fare e quasi uscite fuori di testa nel vano tentativo di ripescare il pensiero sprofondato nel mare dell’oblio. Ebbene, in quei momenti si prova un indicibile senso di vuoto, di mancanza, come se un puzzle fosse incompleto di un pezzo finito chissà dove. Personalmente mi vien quasi da urlare in simili circostanze, salvo poi ripercorre i sentieri del mio pensiero e colmare il vuoto o trovare improvvisamente, magari spolverando sotto una scrivania, il pezzo del puzzle. Questo esempio, detto “banale ma significativo”, ci permette alcune riflessioni sul nostro tema: per esempio, chi mi dice che cancellando un ricordo non vada incontro a frequenti di questi stralunanti vuoti? Oppure, chi mi dice che esista l’effettiva possibilità di cancellare definitivamente qualcosa se poi, come ho detto sopra, posso ritrovarlo o ripercorrendo o per caso? Per l’ultimo quesito, forse il peggiore, che vorrei porre, ho bisogno di una piccola digressione. Ho letto o sentito (o entrambe le cose, boh!) che i ricordi ed i sogni sono praticamente costituiti per qualche parte da nostre ricostruzioni: colmiamo le lacune, ricordiamo ciò che ci conviene ricordare, forse magari inventiamo. C’è un bell’aforisma di Nietzsche che recita così: “Ho fatto questo, dice la mia memoria. Non posso aver fatto questo, dice il mio orgoglio e resta irremovibile. Alla fine è la memoria a cedere.” Dunque chiedo: chi mi dice che con la cancellazione dei miei ricordi, di certi miei ricordi, non ricostruisca io i pezzetti di vita che verrebbero a mancarmi è così stravolga un poco o totalmente la realtà? Certo, mi si potrà obiettare che ciò già in parte avviene e sinceramente questa auto-obiezione mi è venuta adesso e non so rispondervi!!! E ancora un’altra cosa: per tornare a parlare dell’innamoramento, voglio chiedere al prof. Biuso una sorta di chiarimento, cioè: la memoria che ci caratterizza adesso sarà in totale commistione con l’ampliamento di cui beneficeremo grazie al chip o serberà una certa indipendenza? Perché, com’è ovvio, nel primo caso sarà possibile eliminare anche un innamoramento, mentre nel secondo caso continueremo a soffrire per amore. Scusate se sono stato lungo, ma stanotte non ci ho dormito! A presto!!!
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ZICHY |
Inserito il - 15/04/2004 : 01:38:12 Allora eccoci qui dopo le vacanze di pasqua pronto a controbattere(spero di non addormentarmi)alle argomentazioni dell'esimio e stimatissimo collega Tommy e vediamo pure di risp. a Cateno che ha posto un problema che stasera in ogni caso avrei toccato.Bando alle ciance e iniziamo subito:caro Tommy la tua fiducia nel progresso tecnologico(a tutti i costi) e' l'emblema della societa' odierna,ma,effettivamente, non possiamo negare che la tecnologia ci ha aiutato e ci aiuta molto nello svolgimento di ogni nostra attivita.Commentiamo delle tue frasi:1)"Portare la tecnologia dentro di noi. Questo era, in breve, il senso del microchip immerso nel cerebro":Ok,su questo ci siamo, presupposto esatto. 2)"Si è parlato di tecnologia come qualcosa da noi e per noi, e si ipotizzava l’ultimo passo concettuale: una tecnologia finalmente in noi. D’altronde, cosa ci sarebbe di male? Molti di noi usano la tecnologia in modo abbastanza intensivo. Si tratterebbe di fare in modo da “incorporare” questi aggeggi tecnologici: ovvero, essi manterrebbero più o meno le stesse caratteristiche computazionali (nota bene l’attributo) di adesso, con l’unica differenza che sarebbero disponibili dentro di noi, e non fuori":Mi sta bene quando parli di ultimo passo concettuale;poi incorporiamo in termini reali il microchip;ma sei sicuro che l'unica differenza sta nella disponibilita interna del microchip???Io credo,e a buon ragione,che la differenza stia anche nella elaborazione dei dati.Ti spiego in che senso:tu mi hai parlato di piccolo passo concettuale,mi hai detto pure che noi siamo contaminati in qualunque momento dai nostri aggeggi tecnologici(computer,telefonino,etc..),ma ritengo che vi siano diversi gradi di contaminazione ed ora ti spiego in che senso;un computer ha dei dati memorizzati,io lavoro su questi dati e sarai d'accordo con me che i miei dati nel mio cervello lavorano realmente staccati da quelli che stanno nel computer. Ora immagina stesso problema,stessa situazione, stessi dati, ma stavolta questi sono contenuti nel microchip che si trova nel nostro cervello;allora accendo(in qualche assurdo modo)il microchip e cerco di risolvere il problema.Cosa succederà:semplicemente che i dati del microchip viaggeranno in parallelo con i dati nel mio cervello producendo quindi risp.differenti da quelle magari date con un piu' genuino e controllabile computer.E' allora anche questa la piccola differenza che vi e' tra un microchip interno ed un computer esterno. 3)"Quel che però ti è sfuggito, è stata la puntualizzazione del prof. Biuso, riguardo all’utilizzo di queste tecnologie dentro di noi: si è detto che esse sarebbero servite per rafforzare la percezione, l’attenzione, la memoria. Nulla di scandaloso in tutto ciò. Non si è parlato mica di tecnologia che ci farà diventare dei “geni”, egregio (a meno che tu creda che un genio si contraddistingua per la notevole memoria e l’ampia discriminazione percettiva…)". Ma il prof.non ha parlato solo di percez.,memoria,attenzione: ha parlato pure della possibilita' dataci dal fantomatico microchip di poter cancellare i propri ricordi a proprio piacimento;un ricordo mi da fastidio?Via cancelliamolo!!La ragazza mi ha lasciato?Ma che importa tanto tra dieci minuti cancello questa brutta esperienza e via di nuovo a cercar donzelle!!Mi e' morto un parente caro?Vabe',mi dispiace molto, piango dieci minuti e poi resetto la memoria va'! 4)"il primo passo(o cmq il piu' grosso)dell'uomo contro se stesso cioe' contro la sua natura ma la natura dell’uomo non era la sua cultura? No, davvero: adesso mi dici in cosa consiste la natura dell’uomo!" Esatto e' la cultura la natura dell'uomo;ed e' questa la cultura dell'uomo,quella costituita solo dai bei ricordi,dai bei momenti,dalle non esperienze negative(voglio sottolineare proprio l'assenza dei ricordi negativi che in gran parte ci costituiscono)?Mi sembra che se le cose stanno cosi' questo e' il primo vero grande passo dell'uomo contro se stesso,e lo ripeto CONTRO LA SUA NATURA. Allora non solo elaborazione differente dei dati tra un microchip in collegamento col cervello e un computer totalmente staccato dal cerebro, ma addirittura una forma di disumanizzazione. quote: 5)"che ne sara' degli stupidi dei cretini, dei distratti ,dei smemorati Avrebbero qualche opportunità di riscatto in più? chiamali “cretini”" Cosi come esistono gli scienziati,pure le persone meno intelligenti,con meno cultura ci devono essere.Entrambi gli estremi devono coesistere nel genere umano;essi sono complementari. Gli scienziati ci danno il computer o il MICROCHIP,il meno intelligente ci costruisce la casa(nn sto disprezzando nessuno) A questo punto io ho leggermente sonno,tuttavia spero di aver rese chiare e limpide alcune problematiche che sorgono al momento di una reale installazione di un microchip;certo caro Tommy e' bello e semplice dire "facciamo l'ultimo passo concettuale":portiamo la tecnologia in noi.Ma poi caliamoci nel reale Tommy,non restiamo sospesi nell'etere tra concetti ed idee;piuttosto chiediamoci:realmente ed idealmente ci converrebbe scommettere su questo cosi' tanto desiderato microchip????????????????????????????
PS:Nonostante io sia molto diffidente nei confonti di questa prospettiva post-human,tuttavia sono contento di seguire il corso di Biuso su tale problematica:se voglio criticare qualcosa bisogna conoscerla a fondo..................................................
GRAZIE Tommy X l'attenzione che sicuramente avrai prestato all'argomento.Grazie ancora e scusami tu stavolta!!!! HALO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Biuso |
Inserito il - 14/04/2004 : 23:46:47 quote:
Dobbiamo porci, nei confronti della "squallida omogenizzazione sociale", un quesito di fondo: cosa è che omogenizza? Mi pare che sostenere che il possedere un'enciclopedia in testa possa renderci tutti uguali in termini di cultura sia equivalente, per esempio, ad affermare che basta conoscere perfettamente la grammatica, la metrica ed il vocabolario per essere poeta. (...) Ancora: chi ha detto che ognuno metta le medesime cose nel proprio cervello? Pensiamo ai nostri computer: quasi tutti abbiamo enciclopedie multimediali e già diverse tra loro, ma chi le ha mai lette? Pochi. Io posso inserire nel mio chip tutta la storia della filosofia, un mio amico tutta la storia del calcio, un altro foto di belle ragazze... Tutto questo per il semplice fatto che non siamo solo cultura: sì, ognuno ha la sua vita, le sue conoscenze, ma poi ci sono piccole cosine che si chiamano geni che si combinano e mischiano col crossing over dando origine a miliardi di individui diversi.
Queste affermazioni di Cateno mi trovano (ovviamente!) concorde. Non basta, davvero, possedere le stesse informazioni per diventare uguali. Ogni nostra conoscenza si inserisce e prende senso all'interno dell'essere complessivo che siamo e questo rimane -per fortuna- diverso per ciascuno. Inoltre, Cateno sottolinea giustamente la continuità fra l'utilizzo delle potenziali installazioni rese possibili dalla nanotecnologia e l'uso degli attuali computer.
quote:
Ho una sola perplessità: sempre il prof Biuso ha accennato al fatto che potremmo decidere quali ricordi conservare e quali no. Indipendentemente ed oltre al fatto che i ricordi sono un sistema complesso, non isolato e cose del genere, dico questo: l'eliminazione "pilotata" dei ricordi potrebbe farci perdere un po' d'umanità intesa nel senso non biologico. Potremmo smettere, forse, d'innamoraci quando e come vorremmo, potremmo eliminare cose spiacevoli ma a nostra insaputa importanti o per la nostra vita in generale o per un futuro più o meno prossimo. In ultima analisi, forse la peggiore conseguenza sarebbe la cancellazione dei sensi di colpa. Vorrei sapere cosa ne pensate. Non so se sono stato chairo, ma lo spero vivamente. A presto.
Sei stato chiarissimo. La questione è, in effetti, delicata ma rispondo -per quello che mi riguarda ma sarei ben contento di leggere altre opinioni- in modo molto semplice. Che cosa ci succede quando sopravviviamo a un innamoramento non corrisposto? In un modo o nell'altro ci rassegniamo, dimentichiamo, ne usciamo feriti ma (in alcuni casi!) rafforzati. Un qualche strumento che servisse da analgesico in tale campo, non mi dispiacerebbe affatto...(Si soffre troppo, in effetti!).
I sensi di colpa...su questo credo che non sia necessario un microchip, basta seguire l'invito di Nietzsche: "nessun senso di colpa, piuttosto riparare il mal fatto con una buona azione!".
agb È una vela la mia mente, prua verso l'altra gente, vento, magica corrente... (Battisti-Mogol) |
Cateno |
Inserito il - 14/04/2004 : 13:04:56 Intervengo in questa discussione perchè le possibilità aperte dalle prospettive post-umane mi hanno dato davvero molto da pensare. Anticipo le mie (provvisorie) conlcusioni: ho superato l'iniziale "inquietudine" e adesso concordo e mi accodo a quanto affermato del prof., cioè anch'io non esiterei all'innesto del famigerato microchip. Ovviamente è giusto che la questione solevi interrogativi etici ed, oserei dire, antropologici. A lezione il prof Bisuo accenava ad un possibile rischio: potrebbe crearsi un'èlite di microcippati (mamma che parola!) e la massa di "inferiori" normali. Scongiurabile, questo rischio, e, a mio modestissimo avviso, solitario. Dobbiamo porci, nei confronti della "squallida omogenizzazione sociale", un quesito di fondo: cosa è che omogenizza? Mi pare che sostenere che il possedere un'enciclopedia in testa possa renderci tutti uguali in termini di cultura sia equivalente, per esempio, ad affermare che basta conoscere perfettamente la grammatica, la metrica ed il vocabolario per essere poeta. Inoltre, se i microchip cerebrali contribuirebbero a diffondere ed innalzare il livello generale di cultura, non vedo nulla di terribile ed omogenizzante in ciò; perchè la cultura è al contrario ciò che diversifica. è l'ignoranza che omogenizza.(Quanto appena detto potrebbe collegarsi anche all'annosa discussione sulla differenza tra erudizone e cultura. Ma non è luogo da entrare nel merito.) Ancora: chi ha detto che ognuno metta le medesime cose nel proprio cervello? Pensiamo ai nostri computer: quasi tutti abbiamo enciclopedie multimediali e già diverse tra loro, ma chi le ha mai lette? Pochi. Io posso inserire nel mio chip tutta la storia della filosofia, un mio amico tutta la storia del calcio, un altro foto di belle ragazze... Tutto questo per il semplice fatto che non siamo solo cultura: sì, ognuno ha la sua vita, le sue conoscenze, ma poi ci sono piccole cosine che si chiamano geni che si combinano e mischiano col crossing over dando origine a miliardi di individui diversi. Ho una sola perplessità: sempre il prof Biuso ha accennato al fatto che potremmo decidere quali ricordi conservare e quali no. Indipendentemente ed oltre al fatto che i ricordi sono un sistema complesso, non isolato e cose del genere, dico questo: l'eliminazione "pilotata" dei ricordi potrebbe farci perdere un po' d'umanità intesa nel senso non biologico. Potremmo smettere, forse, d'innamoraci quando e come vorremmo, potremmo eliminare cose spiacevoli ma a nostra insaputa importanti o per la nostra vita in generale o per un futuro più o meno prossimo. In ultima analisi, forse la peggiore conseguenza sarebbe la cancellazione dei sensi di colpa. Vorrei sapere cosa ne pensate. Non so se sono stato chairo, ma lo spero vivamente. A presto.
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ZICHY |
Inserito il - 14/04/2004 : 10:24:06 Ciao Tommy io per ora me ne vo' a studiare(e tu penserai:ma che me ne frega a me?),ma non pensare che non ho risposto alla tua critica del post-human per timore di un'altra tua ulteriore critica;spero,se posso,di risponderti stasera;stavolta hai un po' esagerato;hai pensato bene di prendere le mie frasi e confutarle tranquillamente a tuo piacimento con argomenti in apparenza molto convincenti e questo non si fa,lo fanno solo i "bimbi cattivi come te".Cmq vedro' di risp. al piu' presto;arrivederci esimio collega...........HALO!!!!!!!!!!!!!
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Biuso |
Inserito il - 12/04/2004 : 19:10:02 Sono molto soddisfatto degli argomenti che sono stati dibattuti: dagli eruditi e appassionati discorsi su pittura, cinema e Vangeli a Dostoevskij; dall’intervento di Manzotti (spero definitivamente chiarificatore) su fdm e inconscio al…post-human.
Su quest’ultimo punto, Tommy ha risposto con precisione alle curiosità di Zichy e io mi limiterò a poche affermazioni: 1. Sinora abbiamo solo introdotto il tema del post-human, che spero diventerà più chiaro e anche più plausibile nel corso delle prossime lezioni. 2. Dal punto di vista tecnico, mi riferivo in particolare a delle ricerche attualmente in corso presso il Max-Planck-Institut di Monaco, dove è stata già creata «una rete biologico-artificiale in cui i neuroni rispondono ai segnali elettrici degli elettrodi e questi ultimi ai segnali dei neuroni (…) questi risultati indicano che le cellule nervose hanno la proprietà di interconnettersi, di interfacciarsi con materiali non biologici, e soprattutto di estrarre informazioni dall’ambiente e imparare: ci danno da pensare, questi cyborg» (A. Oliverio, «Sulla strada del cyborg», in Mente & cervello ,numero 3, maggio-giugno 2003, pag. 95). 3. Chi coglie in tali ricerche una possibilità da perseguire –e non solo un rischio da correre, rischio che comunque esiste e non è da poco…- lo fa perché ritiene che l’identità dell’essere umano, la sua natura, sia costituita essenzialmente dall’apertura alle innumerevoli possibilità di contaminazione col mondo nel quale la nostra specie è immersa, che contribuisce grandemente a plasmare e dai cui limiti è condizionata. Se ricordate, anche a lezione abbiamo accennato alla interconnessione profonda che vige tra l’antroposfera, la teriosfera (gli altri animali), la tecnosfera, la teosfera… 4. In questo senso, trasferire nei nostri corpi ciò che è nato da noi e per noi, mi sembra la naturale prosecuzione di un cammino iniziato da molto, molto tempo (vi rammentate la scena dell’osso che diventa astronave all’inizio di 2001. Odissea nello spazio?) 5. In realtà, tutto il nostro vivere è GIÀ ORA intessuto di tecnologia e di contaminazione con le macchine, che ci circondano in modo talmente pervasivo da non accorgercene neppure. Questo non significa che la strumentazione tecnica debba diventare un idolo, un feticcio, la nostra padrona ma che la tecnologia è davvero, in qualche modo, «il nostro destino», come intuì a fondo Heidegger. 6. Credo di essere stato abbastanza chiaro e duro a proposito dei movimenti transumanistici ed estropiani che prevedono un futuro di immortalità per la nostra specie, un futuro al quale io non credo per nulla. 7. I pericoli della disumanità stanno, secondo me, altrove (e ne parleremo anche a proposito di temi come la clonazione). Ciò che, invece e per fortuna, ci salvaguarda è la finitudine che ci costituisce, è il tempo che siamo, è la percezione della provvisorietà inoltrepassabile del singolo essere umano, è il corpo, che non a caso abbiamo definito come l’insuperabile bastione dell’essere per la morte.
Spero che queste poche righe siano abbastanza chiare. Riprenderemo presto il discorso sia in presenza che, se volete, qui. Ciao,
agb È una vela la mia mente, prua verso l'altra gente, vento, magica corrente... (Battisti-Mogol) |
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