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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Biuso Inserito il - 19/03/2004 : 20:30:09
Lettere che guizzano davanti ai miei occhi a formare parole…libri. Immagini che scorrono su uno schermo a esprimere vite, desideri, progetti, emozioni, …il cinema. E a cogliere queste lettere e queste immagini c’è il mio corpo. Esso è qui, sono io. Occupa un luogo sempre diverso nello spazio. Si muove e sosta. Percepisce il mondo, i suoi colori, i suoni, i movimenti degli altri corpi, la loro struttura, la bellezza.
Provo a eliminare gli strumenti che mi mettono in relazione con la realtà complessa: gli occhiali, l’impianto stereo, un cellulare... Che cosa è rimasto delle visioni, dei colori, dei suoni, dei volumi, delle comunicazioni? Ben poco, forse nulla. Ho ancora, però, il computer con il quale scrivo, mi informo, comunico, guardo il mondo.
Nero. Lo schermo è spento. Immagini, testi, suoni eclissati. Adesso sono nudo veramente. Adesso sono mutilato. Non è che io senta la mutilazione. Essa c’è, è nelle cose, è nelle circostanze, è dentro il corpo e quindi dentro il mio mondo. Comprendo bene, adesso, quanto il mio corpo sia ormai da anni –per non dire secoli, i secoli della civiltà a cui appartengo- ibridato con le macchine, fatto una sola cosa con le nostre creature di legno, di pietra, di metallo, di silicio. Senza di esse non vedo, non sento, non comunico, non mi muovo, non penso. Dipendo da esse allo stesso modo in cui occhiali, stereo, aerei, computer dipendono da me. E la ragione è semplice: queste macchine sono me, io sono l’ibrido fra l’organismo e gli apparati tecnici. Non è necessario andare al cinema per incontrarlo, il Cyborg. Basta uscire e guardare gli altri umani. Basta mettermi davanti a uno specchio. Il Cybernetic Organism è il mio corpo, è la mente, sono io.
Ecco…il significato di un forum che si chiama Cybersofia sta anche (non solo!) nel cercare di comprendere meglio, attraverso il dialogo costante e collettivo reso possibile dalla Rete, il presente nel quale studenti, docenti, tutti…siamo ormai immersi. In modo che la filosofia sia ancora il proprio tempo appreso col pensiero e l'Infosfera del Web diventi uno spazio dotato di significato perché compreso nella sua complessità.
Libri, cinema e cyborg trovano uno dei loro momenti di incontro più noti nelle parole pronunciate da Roy, l’androide-macchina totalmente simile a un umano, in Blade Runner, il film che Ridley Scott ha tratto da un romanzo di Philip Dick: «Ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare. Navi in fiamme al largo dei bastioni di Orione. I raggi beta balenare nel buio alle porte di Tannhäuser. Tutti questi momenti andranno perduti come lacrime nella pioggia...». Roy, io, l’Intelligenza Artificiale aspettiamo chiunque voglia dialogare con libertà –e possibilmente divertendosi- su questo…e altro.

agb
La filosofia è la musica più grande. (Platone)

Modificato da - biuso il 19/03/2004 20:39:15
6   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
arianna Inserito il - 28/03/2004 : 00:40:06
Premetto che non sono un'esperta di filosofia delle mente, a cui mi sono accostata solo da poco,ma sono una libera mente pensante che esprime le sue opinioni a proposito di un argomento molto interessante. Spero di dare un apporto alla tua riflessione, visto che mi trovo citata.
La nostra mente è esattamente uguale nell'umanità di ogni tempo...la mente non ha nessun connotato romantico nel modo che ho di concepirla, anzi. E' chiaro che il progresso umano ha cambiato, modificato la nostra mente, tanto quanto ha tentato di migliorare il nostro stile di vita. E' ancor più vero che la mente dell'uomo è fortemente influenzata dalle relazioni con altri o con altro, che costituiscono l'orizzonte naturale entro cui si svolge la vita stessa di ogni individuo. Il problema che mi sono posta nell'affermare quanto hai citato (e ne sono felice per l'ascolto attento prestatomi) riguarda l'idea di mente come coscienza ed "essere nel mondo" (cito il prof. di fdm). Può variare il grado di conoscenza della nostra realtà esterna, può evolversi la conoscenza del nostro corpo, ma certi misteri della mente umana rimangono ancora tali e rendono vicini, in un tempo che a questo punto è una dimensione mentale, uomini distanti, separati da secoli o millenni. Da sempre l'uomo ha voluto conoscere, capire se stesso, si è posto gli stessi interrogativi di oggi...è solo che oggi il modo di risolverli o ancora prima di affrontarli è diverso: la psicanalisi ad esempio cerca di tamponare i rigurgiti del nostro inconscio; la medicina di dare una risposta ad un male improvviso, potendo studiare l'invisibile ad occhio nudo (in passato ovviamente inesistente) o ancor meglio prevenendo con la ricerca. I problemi sono gli stessi, le soluzioni diverse. I secoli hanno cambiato tante cose in meglio e in peggio, ma ancora oggi, nell'era dei computer, la mente rimane un groviglio di punti interrogativi, di cui si possono decifrare alcuni segnali, ma non il vero principio, la vera sostanza. La mente non è un braccio che puoi sostituire con una protesi bionica...se anche l'uomo greco non disponeva di un computer o di un palmare aveva l'ansia di vincere il tempo e così la precarietà del suo essere finito costruendosi una memoria,concepita come storia, il mito ad esempio, con cui spiegarsi il suo esistere. L'ibridazione corpo/mente-computer è vero, anche secondo me, che cambia inevitabilmente "l'orizzonte mentale" dell'uomo, ma è anche vero che non può annullare quello che l'uomo è sempre stato ed è (e questo non coincide con i suoi pensieri che di epoca in epoca, come hai illustrato bene tu, cambiano): una creatura alla ricerca del suo Eden, uno scheletro di ossa e carne animato da Qualcosa, d'origine e sede ignote.

Grazie per lo spunto di riflessione.




Edited by - arianna on 28/03/2004 00:43:38
Biuso Inserito il - 22/03/2004 : 16:02:46
quote:

Ps mmm... avrò divagato anch' io? Non è molto chiaro ancora come comportarsi... io ho scritto ciò che mi avete ispirato.(Spero in ogni caso si apprezzi il pensiero:))



Come comportarsi? Esattamente come già state facendo! Trovo davvero interessanti le vostre riflessioni, per tante ragioni ma soprattutto per questa: ciò che dite sulle macchine, sull'artificio, sulla natura, nasce da quello che sapete ma anche -e profondamente- da quanto avete vissuto e state vivendo e la filosofia è proprio questo: riflessione sul mondo a partire dalla propria intima (si dice anche "fenomenologica"), interrogata, quotidiana esperienza fra le cose.

agb
La filosofia è la musica più grande. (Platone)
alice Inserito il - 22/03/2004 : 03:23:48
E' molto interessante leggervi; questa nuova impostazione di colore verdino del forum ,poi, mi da un senso di reale novità, di aria pulita...
Mi son piaciuti i post che ho letto; sono nata tra le macchine ed esse sono irrimediabilmente diventate parte di me.
Ma vorrei aggiungere una cosa.
Spesse volte mi sono sentita allo stesso modo da voi descritto,e per un black-out, e per una bombola del gas che finiva, e per un telefono che non prendeva...La paralisi.
La città. E' lei che ti vuole macchina, è lei che ti rende paralitico e nel momento in cui c'è una falla nel sistema, diventa trappola.
Ed è qui che ripenso a mia nonna che ha cresciuto 5 figli in campagna durante la guerra,senza luce elettrica, senza riscaldamenti o refrigeranti,senza frigorifero...
Solo frasche rimediate in giro per far fuoco, cucinare, riscaldarsi. Vestiti accomodotati e filati in casa. Mezzi di locomozione precari e lenti. Vita insopportabile, deplorevole,l' ho sempre pensato.
Però io stessa, 60 anni dopo di lei mi son ritrovata per mia scelta, a vivere quasi come lei. Certo, solo per qualche settimana.Ma non so descrivervi cosa accade al corpo in un contesto simile. Cambia la prospettiva di tutto, apri gli occhi la mattina per vedere la luce del sole e respirare il silenzio e l' immobilità di ciò che ti circonda. Dopo un po' il ritmo del tempo è scandito solo dal sorgere e tramontare del sole, cominci a fare attenzione alle formiche che si organizzano a file, agli uccelli che giocherellano, a quegli starni versi che senti di giorno e di notte e che non sai mai da dove provengano,echi, forse il rumore del nulla, che è sempre un rumore...
Lì vi assicuro che ciò che dice dval non esiste.Ciò che prima era liquido in cui eravamo immersi, qui diventa aria in cui planare, la ritrovi proprio in campagna, isolato,lontano da qualunque macchina, respirando questa nuova dimensione.
Come dice il prof, "cambia anche il senso biologico e culturale" cambiando la materia in cui siamo immersi. Se immaginiamo la città come un contenitore in cui viviamo come pesci, un ambiente liquido,e la campagna come un posto in cui stiamo da creature aree, un ambiente aerifome,mi chiedo:come sarà trovarsi invece dentro uno stato solido? Riuscite a immaginarlo? Sarà la morte?

Ps mmm... avrò divagato anch' io? Non è molto chiaro ancora come comportarsi... io ho scritto ciò che mi avete ispirato.(Spero in ogni caso si apprezzi il pensiero:))

L' essenza della Bruttura si trova nella faccia della gente.
hooverine Inserito il - 21/03/2004 : 13:09:35
del giorno del blackout ricordo due cose: gli antifurti delle case vicine, che col passare delle ore si scaricavano e si trasformavano in urli di agonia; e il mio malessere, che mi teneva sul letto senza farmi muovere. uscivo da un periodo terribile della mia vita, e di quella di tutta la mia famiglia: avevamo sfiorato per sei lunghi mesi un lutto, riuscendo invece a venirne fuori. ma eravamo tutti stanchi, tutti ammaccati. il giorno del blackout, il silenzio delle telvisioni e delle radio, invece, non ci permetteva di distrarci. inevitabilmente il pensiero andava ai mesi precedenti. l'urlo degli antifurti, e il sospiro delle tubature, mi mettevano ansia e nausea. guardavo continuamente il cellulare, alla ricerca di un rassicurante led acceso...siamo fragili, siamo passeggeri di una nave di carta.
e stanotte ho sognato l'attacco definitivo all'occidente...non è stato un buon risveglio.

Biuso Inserito il - 20/03/2004 : 16:48:46
Nessuna ovvietà. Tutt'altro. Fai due affermazioni secondo me estremamente interessanti. Scrivi "avvertivo la mia essenza come diversa" e confermi che la nostra essenza è diventata l'Infosfera nella quale siamo immersi come pesci nell'oceano. Aggiungi, poi, di aver pensato solo in un secondo momento all'acqua che sarebbe venuta a mancare. Se pensiamo quanto essenziale sia per noi umani l'elemento liquido -in senso biologico e culturale- si tratta di un'affermazione davvero significativa.
Grazie, dval, per aver colto immediatamente e con sicurezza il significato di questo forum.

agb
La filosofia è la musica più grande. (Platone)
dval Inserito il - 20/03/2004 : 14:00:56
Ripenso al blackout elettrico dello scorso anno. Ogni mattina, appena sveglio, la mia mano va automaticamente a cercare gli occhiali sul comodino, il secondo gesto è quello di sollevare il capo e guardare l'orario sulla sveglia. Quella mattina il buio. Fu una giornata che definirei eterea, impalpabile. Avrei dovuto studiare, ma il pensiero di avere il telefonino scarico, di non poter accendere il computer, di non poter guardare la TV mi irritò terribilmente. Senza cellulare, computer, musica e TV non ero più io, avvertivo la mia essenza come diversa da ciò che era fino a ieri, e questo perchè non potevo comunicare. Solo in un secondo momento il mio pensiero andò a l'acqua che di lì a breve sarebbe venuta a mancare. Il mio modo di percepire la realtà usciva alterato da tutto ciò. Ad oggi mi vien da pensare che quel giorno fu uno dei pochi in cui ebbi a che fare con il silenzio, quello vero, in cui la musica è magia, così come doveva essere tempo e tempo fa, ma non è una considerazione romantica, tutt'altro, solo che se fossi vissuto allora non sarei stato ciò che sono adesso. La possibilità di comunicare con chiunque in qualsiasi momento, grazie a una tastiera o a una cornetta, il rumore costante delle macchine, il suono dello stereo, l'eros esposto e sovraesposto della TV e dei cartelloni pubblicitari, la fotocamera che porto sempre con me, mi hanno forgiatò così come sono adesso. Ovvietà forse.


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