Il film è intessuto di simboli sin dal titolo, dai nomi dei personaggi, dall'unica parola pronunciata dal protagonista...Per chi abbia un minimo di conoscenza della storia delle religioni, è davvero un compendio di rivelazioni, di suggestioni, di immagini. La corrispondenza formale tra il piccolo delle molecole iniettate nei corpi e il grande della stazione orbitante -entrambi figura di una croce- conferma lo sfondo olistico dell'opera. È solo nel legame di ogni ente con ogni altro che si declina la salvezza.
Per questo il protagonista sa vedere nell'intimo dei corpi di tutti, prende dentro di sé il loro male e lo trasfigura in strutture di luce, che il film sa rendere in modo sobrio e insieme forte.
Un'opera difficile ed esoterica, certamente, e proprio per questo davvero coinvolgente.
Gli esami della sessione estiva si svolgeranno in aula A5 nei giorni: 16 giugno, 15 e 30 luglio, 5 settembre.
Gli studenti interessati sono pregati di prenotarsi inviando una mail a agb
Da poco lasciata dal compagno, Carla incontra al supermercato un amico al quale è accaduto lo stesso abbandono. Se ne vorrebbe liberare ma Luca è molto gentile e si finisce con una cena da congelatore consumata in due.
Un adolescente percepisce il vuoto delle relazioni umane che intessono il contesto altoborghese nel quale vive, intriso di ipocrisie, di banalità, di gelidi egoismi e di finzioni. La coetanea Marzia «è la cosa migliore che potesse capitargli» (Sparacino, pag. 38) ma anche lei rimane lontana.
Pinco ha compiuto diciott'anni e i suoi amici lo costringono a un inconsistente rito di iniziazione all'età adulta.
Philip studia filosofia, ama la musica classica, conduce una vita ordinata e feconda sulla quale si abbatte Grete Brinkmann con la sua passione per le discoteche nelle quali «muri di carne in preda alla tarantola» toccano «braccia tette cosce e uccelli, ma senza speranza di trovare un centimetro in più per sopravvivere» (Schittino, 64), con la sua passione per l'orgasmo che somiglia a un soffocamento, con la sua passione per il criceto Box...
Queste in estrema sintesi le trame dei racconti di Biancoghiaccio. Testi sorprendenti per la sicura maturità stilistica e narrativa; per l'assenza di qualunque visibile riferimento autobiografico, intimistico, sentimentale, localistico; per l'interesse che sanno tener vivo in chi li legga. Racconti diversi tra di loro e però accomunati da una saggia ironia sulle cose e sugli umani -un esempio: «alcune famiglie si sono sciolte, altre hanno pensato bene di rimanere unite con lo scotch» (Sparacino, 31)-; da una concezione ilare e profonda del sesso; da una scrittura vivace, colta, piena.
In D'Amato è frequente sia il ricorso “futurista” e divertito agli elenchi per descrivere situazioni e persone -«Insegnante ginnastica moglie bionda ricca svampita imbrilloccata mansarda centro mantenuto aggravante compagno scuola Walter» (6); «Non ho carta punti vinci servizio pirofila stronza cassiera troppo mascara rossetto prugna pugno occhio Amex recuperare euro carrello» (7)-sia la consapevolezza proustiana del ricordo: «Voglio che sia lui a rimpiangermi, ad associarmi a mobili e suppellettili, a vedere il mio fantasma leggere sulla poltrona di pelle nera o prendere il sole in terrazza. Posto incontaminato. Non voglio ricordi» (10). Sciré fa emergere in modo pacato la brutale violenza del conformismo di gruppo. Sparacino disegna con toni dolenti e sarcastici un ambiente banale e insieme complesso. Schittino regala qualcosa che ormai di rado è possibile ottenere: una aperta voglia di ridere mentre si legge, ridere di gusto, ridere con intelligente e partecipato distacco verso gli eventi che toccano gli umani.
Tutti disegnano con eleganza i propri mondi, personaggi ed eventi.